Firmato il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti dello stabilimento Fiat. L’accordo prevede anche 10 minuti in meno per la pausa e sanzioni per gli scioperi che violano i punti d’intesa e la Fiom protesta con 8 ore di sciopero
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(Carino) |
Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic, l’Associazione dei quadri Fiat e il Lingotto hanno firmato il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano, che a partire da gennaio 2011 saranno riassunti dalla Newco, sulla base dell’accordo di giugno che sblocca investimenti per 700 milioni per la produzione della nuova Panda. Non ha firmato il contratto la Fiom che contesta la legittimità del nuovo accordo.
IL NUOVO CONTRATTO – L’accordo recepisce gran parte della parte normativa del contratto metalmeccanici applicandola all’attività di assemblaggio di auto. I punti salienti del contratto, che recepisce le intese del 15 giugno su Pomigliano tra Fiat e sindacati (con l’esclusione della Fiom), sono un incremento salariale medio di 30 euro lordi per dodici mensilità e un nuovo inquadramento professionale con la definizione di 5 gruppi professionali e di fasce intermedie che consentirà più facilità di promozioni. Sotto il profilo della rappresentanza sindacale, come previsto anche per Mirafiori, l’accordo ribadisce l’applicazione dello statuto dei lavoratori che prevede una rappresentanza alle sigle firmatarie dell’accordo. Con il nuovo contratto, verranno assunti già da gennaio alcune decine di lavoratori, principalmente impiegati e tecnici, nella newco che produrrà la nuova Panda. Gli altri lavoratori, in capo alla Giambattista Vico Plant, rimarranno in cassa integrazione e con ore dedicate alla formazione. Il passaggio più consistente di lavoratori alla nuova società di Fiat è previsto tra maggio e giugno, mentre le riassunzioni si completeranno per la fine del 2011: nell’autunno dell’anno prossimo, infatti, è previsto l’avvio a regime della produzione della nuova Panda per la quale Fiat stima 1.200 veicoli l’anno.
SACCONI – «La firma del contratto collettivo che verrà applicato ai lavoratori assunti dalla nuova società Fiat di Pomigliano – è il commento a caldo del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi – consolida l’investimento promesso, e già avviato, mentre migliora le condizioni retributive e le potenzialità di progressione reddituale e professionale dei lavoratori. Il Governo ha fatto la sua parte con la detassazione – al dieci per cento – di tutta la parte del salario che si può ricondurre alle intese per la maggiore produttività del lavoro». «Tutto ciò – prosegue Sacconi – nasce da esigenze pratiche e non da disegni ideologici. Ben venga tuttavia un’utile discontinuità nel sistema di relazioni industriali, soprattutto là ove il vecchio impianto politico-culturale fondato sull’inesorabile conflitto sociale ha prodotto bassi salari e bassa produttività. È ora il tempo di accelerare tutto ciò che, al contrario, può far crescere tanto i redditi da lavoro quanto la competitività delle imprese perchè le relazioni industriali hanno un ruolo primario nell’attrazione di investimenti. Come ha detto Vendola, si tratta di una questione “dirimente”. Di fronte a queste scelte a nessuno sarà consentito di stare insieme con la Lazio e con la Roma».
LA CGIL – L’intesa è invece duramente criticata dalla Cgil che per bocca del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini spiega: «L’accordo siglato per il nuovo contratto di lavoro per lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco è ancora un fatto gravissimo». Il segretario generale della Fiom poi aggiunge: «Fa sorridere: avevano fatto un accordo separato a giugno, ed ora ne hanno dovuto fare un altro per peggiorare ancora le condizioni. L’accordo di oggi dimostra ancora una volta che Fiat vuole cancellare il contratto e i diritti dei lavoratori». E delle sigle sindacali che hanno firmato l’intesa il leader dei metalmeccanici Cgil dice: «Fermateli, stanno facendo del male ai lavoratori». Mentre rivolgendosi anche al Lingotto aggiunge: «Non si illudano, non è con gli accordi separati che cancelleranno il più grande sindacato dei metalmeccanici».
GLI ACCORDI SEPARATI – Al centro dell’iniziativa di protesta l’attacco ai diritti sindacali e dei lavoratori portato dagli accordi separati sul contratto e dalle intese in Fiat. Si tratta di «un attacco alla democrazia e ai diritti senza precedenti», sottolinea il leader dei metalmeccanici della Fiom, intervistato a caldo da Sky Tg24: «Credo che l’accordo confermi la gravità della situazione. Ne avevano fatto uno a giugno separato, ne hanno dovuto fare un altro per cancellare definitivamente il contratto nazionale e i diritti. Penso che sia un fatto gravissimo, che non ha precedenti nella storia delle relazioni del nostro Paese e non è assolutamente vero che la Fiat per investire in Italia ha bisogno di cancellare i diritti e i contratti. Dovrebbero capirlo tutti, è necessario fermarli perchè stanno facendo del male ai lavoratori e al nostro Paese».
Redazione online