Nell’anticipo della 13.a giornata del campionato di basket la scena è tutta per il “coach” che manda in campo una squadra tosta che liquida Caserta 98-84. Miglior marcatore Pecherov con 21 punti
MILANO – Una netta vittoria per coronare la festa del ritorno a casa di Dan Peterson. La Pepsi Caserta cede a un’Armani Jeans da formula Uno, tutta rimbalzi e contropriede, esattamente quella richiesta dal coach statunitense. Alla fine il punteggio raggiunto, 98 a 84, testimonia dell’alto ritmo e soprattutto della facilità d’esecuzione dei milanesi. Ma non solo la squadra, anche la tifoseria si è dimostrata all’altezza dell’eccezionale occasione. Ai botteghini del Forum si sono riviste addirittura le code, e quasi il tutto esaurito. Dentro una bolgia bianco-rossa e una serie di striscioni inneggianti al profeta dell’Illinois: «Nano ghiacciato non invecchia mai: bentornato Dan». Quando poi il coach, giacca color cammello, camicia azzurra e cravatta scura, ha fatto il suo ingresso sul parquet attorniato dai flash dei fotografi, tutto il palazzetto è scattato in piedi in una spontanea standing ovation.
AMARCORD – Era il 25 maggio del 1987. E Dan Peterson diceva addio all’Olimpia Milano regalandole il ventiduesimo scudetto contro l’allora Mobilgirgi Caserta. Quasi 24 anni dopo, nel giorno del ritorno al basket giocato, l’allenatore passato per schermi televisivi e set pubblicitari, ha ritrovato proprio la JuveCaserta. Pronti via, il clima è subito infiammato, quasi da play off. Le due squadre giocano profonde, andando spesso da Jones e Williams Caserta, Mancinelli e Rocca Milano. Peterson sperimenta, inserendo Melli e Ganeto, ma non paga dazio perché dall’altra parte Williams esce, e da Bowers ed Ere non arrivano segnali di vita. Il primo quarto si chiude con i milanesi avanti, 27 a 21.
RIMBALZI – Nel secondo quarto si rimette in moto la macchina da tiro della JuveCaserta, che in due minuti è a meno uno. Ci resterà, tra alti e bassi, fino alla fine del quarto, giovandosi di uno straordinario Jones spalle a canestro, e del ragionato playmaking di Koszareck. Peterson nel frattempo continua a sperimentare, ma nonostante la girandola dei cambi, l’attacco milanese macina punti. Il primo tempo termina 48 a 44.
LA CHIAVE – La mossa del secondo tempo è per Milano tirare fuori dall’area piccola Williams. È Pecherov la chiave, con i suoi tiri dall’arco costringe il centro casertano ad allontanarsi dal canestro. E poi si corre a ritmi altissimi, il punteggio sale come il distacco: al quinto minuto Milano è avanti di 14 punti, 67 a 53. Caserta prova a rispondere giocando con tre guardie. Ma il piano riesce a metà: Di Bella e compagni si portano fino a meno 7 a sei minuti dalla fine. Poi però manca la difesa aggressiva che in altre circostanze ha premiato gli uomini di Sacripanti, e soprattutto fioccano le palle perse (16 alla fine della partita). Dall’altra parte Peterson continua a spingere sull’acceleratore e l’alto ritmo li aiuta anche sotto le plance (38 rimbalzi a 31 alla fine della partita). Infine le scorribande di Jabeer e Finley, la solidità offensiva di Maciulis, e la fisicità di Hawkins annientano le deboli resistenze della JuveCaserta, che al quarantesimo ammaina le vele e issa bandiera bianca.
Antonio Castaldo