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Tunisia: Ben Ali fugge, ma i saccheggi proseguono e nelle carceri è strage

L’appello di Ban Ki-moon e dell’Unione Europa. Misure di sicurezza nel centro di Tunisi. Il presidente del Parlamento assume i poteri. Elezioni tra due mesi

Manifestazioni a Tunisi (Epa)

TUNISI (TUNISIA) – Dopo le dimissioni del presidente Zine El Abidine Ben Ali e la sua fuga in Arabia Saudita – con il «giallo» dell’aereo tunisino atterrato venerdì sera a Cagliari – in Tunisia la situazione non si è ancora normalizzata, sono proseguiti i saccheggi di negozi e supermercati e si ha notizia di altre sei persone uccise negli scontri. Nelle carceri sono scoppiate rivolte: tra gli spari delle guardie sui detenuti che cercavano di fuggire e gli incendi appiccati le vittime si contano a decine. Intanto i poteri ad interim di capo di Stato sono passati dal premier Ghannouchi al presidente del Parlamento el-Mabazaa, sono stati riaperti gli aeroporti e lo spazio aereo e il Consiglio costituzionale ha annunciato elezioni entro due mesi.

FUGA – L’Arabia Saudita ha annunciato di aver accolto Ben Ali «per la preoccupazione per le circostanze eccezionali in cui versa la Tunisia». Imponenti misure di sicurezza intorno all’ambasciata saudita a Tunisi, circondata da unità speciali dell’esercito tunisino appoggiate da mezzi corazzati in timore di contestazioni. L’agenzia di stampa libica Jana riferisce che Ben Ali ha telefonato a Gheddafi e che il leader libico in giornata farà un messaggio diretto ai «fratelli tunisini».

CARCERI – Purtroppo arrivano notizie di decine di vittime nelle rivolte scoppiate nelle carceri tunisine. È di 31 morti il bilancio nel carcere di Monastir. Lo riferiscono fonti mediche locali citate da Al-Jazeera. Le vititme sono in buona parte detenuti che cercavano di fuggire mentre le guardie sparavano su di loro. Sono almeno 42 i morti accertati, più 15 ustionati, tra i detenuti del carcere di Mahdia in seguito a un incendio che ha permesso un’evasione di massa. Il carcere sarebbe stato assaltato dall’esterno per permettere l’evasione. È scoppiato un incendio anche nel carcere di Biserta e vi sarebbe almeno un morto.

SACCHEGGI – A Madhia cinque persone sarebbero state uccise dalle forze di sicurezza nella notte per non aver rispettato il coprifuoco, ma non vi sono conferme ufficiali. Al Jazeera rende conto di un morto in scontri in mattinata alla periferia della capitale. La stazione di Tunisi è stata data alle fiamme ed è un ammasso di cenere. Un ipermercato è stato saccheggiato tra la notte e sabato mattina alle porte di Tunisi, dopo che già il giorno prima era stato parzialmente incendiato. Decine di persone sono uscite dal centro commerciale portandosi via tutto ciò che potevano in assenza della polizia, ha constatato un fotografo della France Presse. Altri grandi magazzini erano stati saccheggiati negli ultimi giorni. Saccheggi e violenze sono testimoniati anche a Biserta, Kairouan e Gafsa. Numerosi testimoni citati dagli organi d’informazione francesi affermano che i saccheggi e le violenze sono commessi da miliziani del partito del presidente (Rdc), furiosi per la fuga all’estero di Ben Ali. Vi sarebbe infatti un coinvolgimento anche di esponenti della forza di sicurezza presidenziale nei saccheggi, tanto che anche il capo della Guardia presidenziale, Ali Seriati, sarebbe stato arrestato. Lo riferiscono fonti attendibili negli ambienti dell’opposizione. Secondo quanto si è appreso un numero imprecisato di individui avrebbe partecipato al saccheggio dei negozi, armati di fucili e con grandi quantità di denaro da distribuire ai ragazzi che poi hanno materialmente compiuto i saccheggi, specie a Cartagine. «Non abbiate paura, queste bande vogliono terrorizzare i tunisini e portare la paura nel Paese», è l’appello lanciato dalla tv di Stato, che ha ammesso la presenza di bande di ladri armati che assaltano negozi e case a Tunisi.

MISURE DI SICUREZZA A TUNISI – La polizia sabato mattina ha isolato il centro di Tunisi ed è stata vietata la circolazione dei taxi. Nella capitale alle 7 è stato tolto il coprifuoco, dopo momenti di incertezza sull’orario. «Buongiorno Tunisia, oggi celebrate! Complimenti a tutti voi per un nuovo inizio della democrazia», scrive Anonymous, il network di hacker che ha sostenuto le protese in Tunisia, in un messaggio su Twitter che invita poi i simpatizzanti a ricordare che «la lotta non è finita».

Il nuovo presidente ad interim el-Mabazaa (Afp)

CAMBIO DEI POTERI – Il presidente del Parlamento, Fouad el-Mabazaa, ha assunto l’incarico di presidente temporaneo della Repubblica. Lo ha annunciato la Corte Costituzionale tunisina in base all’articolo 57 della Costituzione rendendo noto che Ben Ali ha lasciato la presidene in via definitiva. Venerdì era stato il primo ministro Mohammed Ghannouchi ad assumere la carica di presidente ad interim. «È escluso che Ben Ali possa tornare in patria come presidente», ha affermato Ghannouchi, che ha detto che sarà formato un governo di coalizione nazionale insieme all’opposizione. «La commissione creata per indagare su quanto sta accadendo dovrà scoprire chi c’è dietro le bande che rubano e devastano i negozi e le case», ha affermato. «Chiedo al popolo di intervenire, perché è necessario far tornare la calma nel Paese. Sono inaccettabili furti e razzie».

DIPLOMAZIA – Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, fa appello a una «soluzione democratica» dopo la fuga di Ben Ali, ed esorta «tutte le parti in causa a risolvere i problemi pacificamente con l’obiettivo di rispondere alle rivendicazioni e lavorare su una regolamentazione democratica che soddisfi le aspirazioni del popolo tunisino». Anche l’Unione Europea ribadisce la sua «disponibilità a contribuire a trovare soluzioni democratiche durature». «Vogliamo esprimere il nostro sostegno al popolo tunisino e alle sue aspirazioni democratiche, che devono essere realizzate in modo pacifico», scrivono in una nota l’Alto rappresentante per la politica estera europea Catherine Ashton, e il commissario all’Allargamento Stefan Fule. Anche la Lega araba ha lanciato un appello alla calma e all’unità in Tunisia. A Milano 200 tunisini hanno manifestato davanti al consolato in piazza Cinque Giornate in solidarietà alla rivolta dei compatrioti, altre 100 persone davanti al consolato tunisino a Palermo.

Redazione online

Tunisia: Ben Ali fugge, ma i saccheggi proseguono e nelle carceri è strageultima modifica: 2011-01-15T16:00:00+01:00da
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