L’esercito attacca la guardia presidenziale asserragliata all’interno. Ucciso il nipote della moglie del dittatore. Sparatoria in periferia: 2 morti. I turisti continuano a lasciare il paese
TUNISI – È resa dei conti tra i sostenitori dell’ex presidente Ben Ali e la nuova leadership della Tunisia. In serata l’esercito ha dato l’assalto al palazzo presidenziale a Cartagine, alle porte di Tunisi, dove si sono asserragliati alcuni esponenti della guardia presidenziale ancora fedele a Ben Ali. Il premier Mohammed Ghannouchi ha avvertito domenica sera che le autorità non daranno prova di «alcuna tolleranza» nei confronti di chi semina il caos. La polizia ha arrestato numerosi membri di gruppi armati. «Nei prossimi giorni scopriremo per chi lavorano», ha detto il primo ministro. Diverse persone sono riuscite a fuggire dal palazzo presidenziale e si trovano ora nella vicina località di La Marsa. Lo ha detto all’Ansa un cittadino italiano residente nella zona. Attorno alla residenza è in corso da ore una vera e propria battaglia.
INCIDENTI – Ancora domenica nella capitale sono risuonati d’arma da fuoco in diversi quartieri e si sono registrati altri saccheggi. Due persone sono state uccise dalla polizia in una sparatoria alla periferia nord di Tunisi. I due, armati, da bordo di un’ auto avrebbero aperto il fuoco contro i poliziotti, che hanno risposto uccidendoli. Il fotografo francese dell’agenzia Epa Lucas Mebrouk Dolega, ferito venerdì dal lancio di un lacrimogeno, è in stato di morte clinica.
SPARATORIA DAVANTI AL MINISTERO DELL’INTERNO – Una sparatoria è avvenuta di fronte alla sede del ministero dell’Interno, mentre elicotteri dell’esercito hanno sorvolato la zona; il centro della capitale tunisina appare deserto, a eccezione di una forte presenza delle forze di sicurezza. Gruppi di uomini armati, nascosti all’interno di alcuni edifici, hanno aperto il fuoco sulla polizia dapprima in modo sporadico, poi più sostenuto e due cecchini sarebbero stati uccisi.
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Un’immagine d’archivio del fotografo francese Lucas Mebrouk Dolega, 32 anni, deceduto domenica dopo essere stato ferito venerdì dal lancio di una granata |
BLINDATI AGLI ANGOLI DELLE STRADE – I blindati pattugliano le strade della capitale, dove l’atmosfera resta tesissima. Numerosi i turisti che continuano a lasciare il Paese: 118 cittadini spagnoli sono rientrati già all’alba di domenica. Un turista tedesco ha riferito all’agenzia Dpa di essere stato fermato cinque volte dai soldati mentre si recava all’aeroporto per partire. Nel centro della città, la zona teatro di violenti scontri fino alla fuga di Ben Ali, alcuni caffè hanno riaperto, ma l’esercito continua a presidiare le strade. Elicotteri volteggiano in aria, mentre soldati e blindati pattugliano il centro della città per evitare che si ripetano i saccheggi e le violenze degli ultimi giorni.
FARNESINA – La situazione dei connazionali – turisti e residenti – che hanno scelto di tornare in Italia si va gradatamente normalizzando e l’ambasciata d’Italia a Tunisi e l’Unità di crisi restano in contatto costante con i maggiori vettori aerei e navali che operano in Tunisia, che stanno aumentando la capacità dei rispettivi mezzi: è quanto si legge in una nota diffusa dalla Farnesina.
ASSASSINATO IL NIPOTE DELLA MOGLIE DI BEN ALI – Il nipote della moglie dell’ex presidente tunisino Ben Ali, è morto nell’ospedale militare di Tunisi, in seguito a una ferita da arma da taglio risalente a due giorni fa. È la prima persona della grande famiglia di Ben Ali che muore in seguito alle violente proteste scoppiate nelle ultime settimane. Trabelsi era un influente uomo d’affari, divenuto noto dopo esser stato menzionato in un documento diffuso da WikiLeaks in cui si diceva che aveva rubato uno yacht appartenente al capo della banca d’affari francese Lazard. Al Jazeera riferisce anche che il genero di Ben Ali, Salim Shayboub, è stato arrestato.
SCONTRO A FUOCO IN CENTRO: UN MORTO – Nonostante la massiccia presenza di forze dell’ordine gruppi di miliziani armati hanno aperto il fuoco nel centro di Tunisi, uccidendo un giovane. Secondo quanto riferisce la tv satellitare Al-Arabiya, la sparatoria è avvenuta nella zona di Bab al-Khadra. Gli uomini armati farebbero parte di una delle bande che raziano da giorni i negozi della città e che sono considerati vicini al deposto presidente.
SPARI E ARRESTI DI FRONTE AL PARTITO DI OPPOSIZIONE – È stata anche fermata una banda che ha dato vita a uno scontro a fuoco nel centro di Tunisi. Secondo quanto riferisce Isam Shabi, segretario generale del Partito democratico progressista ad Al-Jazeera, la sparatoria è avvenuta proprio davanti la sede del suo partito. «La banda era composta da cinque persone e aveva come obiettivo quello di colpirci – ha affermato – sono stati fermati da nostri volontari posti in difesa della sede del partito che li hanno consegnati ai militari dell’esercito». Tra i cinque fermati solo due sono tunisini mentre gli altri sono stranieri. «In particolare uno ha la cittadinanza svedese mentre gli altri dobbiamo ancora capire da dove vengono – ha aggiunto – quello che è chiaro è che ci sono mercenari pagati per creare disordine nel Paese contro gli oppositori di Ben Ali». Ma l’agenzia svedese TT afferma che Erik Eckhardt, il cittadino svedese arrestato, è solo l’organizzatore di una battuta di caccia al cinghiale, fermato dalla polizia tunisina che pensava avesse partecipato a una sparatoria a Tunisi. «Siamo stati attaccati dalla folla, siamo stati picchiati e abbiamo perso i nostri portafogli», ha aggiunto, parlando al telefono con la TT ma subito dopo la conversazione si è interrotta.
MANDATO DI CATTURA PER BEN ALI – Le autorità tunisine hanno spiccato un mandato di cattura per il deposto presidente, Zin el-Abidin Ben Ali. Lo riferisce la tv satellitare Al-Arabiya. La procura ha invece gà iniziato gli interrogatori nei confronti del generale della sua sicurezza personale, il generale Ali Seriati, accusato di aver aperto il fuoco contro dei civili nelle manifestazioni dei giorni scorsi.
Redazione online