D’Alema: «Venga al Copasir». Anm: «Inaccettabili gli attacchi». Bossi: «L’hanno massacrato». Fini: «L’unico che trova qualcosa di divertente è il presidente del Consiglio». Casini: «Risponda ai giudici»
MILANO – «L’unico che trova qualcosa di divertente è il presidente del Consiglio, francamente non so cosa ci sia da divertirsi». Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, commenta così le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio sulla vicenda Ruby. «Gli italiani sono sconcertati per la gravità delle accuse – ha aggiunto -. È legittimo essere preoccupati, soprattutto per il buon nome dell’Italia nel mondo». Un tema, quest’ultimo, su cui è intervenuto anche il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini: «Credo che in questo momento il Paese sia in grandissima difficoltà, c’è un discredito internazionale che è sotto gli occhi di tutti». Per l’esponente centrista «il modo migliore più decoroso e più dignitoso che ha il capo del governo è di rispondere ai giudici. Se queste imputazioni sono finte si deve scoprire che sono finte. Ma, se le cose stanno diversamente, è chiaro che la cosa che deve fare glielo suggerisce il buon senso, non è che glielo dobbiamo dire noi». Il riferimento è chiaramente al passo indietro che Silvio Berlusconi ha tuttavia confermato di non voler fare. Anzi: in un nuovo messaggio al sito dei Promotori della libertà, in serata, il capo del governo ha parlato di «violazioni di legge incredibili» che vanno «contro i più elementari principi costituzionali». E quanto ai magistrati che indagano su di lui ha detto: «Vogliono sovvertire il voto popolare».
«ANDREI DAI PM…» – Nel videomessaggio, Berlusconi ha detto che vorrebbe andare subito dal giudice per difendersi da accuse che è «facilissimo smontare» e chiedere l’archiviazione della vicenda, ma «non posso presentarmi da giudici che non hanno competenza nè funzionale nè territoriale» e che «vogliono utilizzare questa vicenda come strumento di lotta politica». A proposito dell’accusa di concussione, poi, il presidente del Consiglio ha spiegato: «I fatti che mi vengono contestati sono stati commessi nella mia qualità di presidente del Consiglio e dunque tutto deve andare al tribunale ministri». Poi un’osservazione sui metodi dell’indagine, sulle ragazze «trattate come criminali in una pericolosa operazione antimafia». Berlusconi ha parlato di 150 uomini impegnati nell’operazione, «una procedura irrituale e violenta indegna di uno stato di diritto che non può rimanere senza una adeguata punizione» (anche se nella trascrizione sul sito dei Promotori la parola «punizione» pronunciata dal Cavaliere è stata sostituita con «reazione»). Nel merito delle accuse, invece, il Cavaliere ha spiegato che «non c’è stata nessuna concussione, nessuna induzione alla prostituzione, men che meno di minorenni. Io resto sereno, perchè la verità vince sempre».
«INACCETTABILI ATTACCHI A PM» – Nel frattempo, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ha commentato le accuse rivolte da Berlusconi ai pm di Milano che indagano su di lui: «Usare espressioni come sovvertimento dell’ordine democratico – ha detto Vietti – è tanto grave quanto infondato». Agli attacchi del premier ha reagito anche l’Associazione nazionale dei magistrati: «I magistrati svolgono il loro difficile compito con serietà e rigore, nel pieno rispetto delle norme processuali e dei diritti delle persone coinvolte, con l’unico scopo di accertare i fatti. Gli inaccettabili attacchi nei confronti dei magistrati da parte di esponenti politici non giovano né alla serenità delle istituzioni né all’accertamento della verità», è la replica del presidente dell’Anm Luca Palamara e del segretario Giuseppe Cascini.
GIUNTA RIMANDATA – Quanto alla richiesta di autorizzazione a procedere, tutto è rimandato a martedì. La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha deciso di rinviare al 25 gennaio l’esame degli atti con i quali si chiede di poter perquisire gli uffici del contabile del premier, Giuseppe Spinelli. A chiedere il rinvio alla prossima settimana è stato il relatore del provvedimento, Antonio Leone (Pdl). L’esame dovrebbe durare un paio di settimane. Il termine (la Giunta ha un mese di tempo dalla trasmissione degli atti per istruire la pratica per l’Aula) scade il 14 febbraio. La richiesta di rinvio non ha sorpreso il presidente dello stesso organismo, Pier Luigi Castagnetti: «Lo capisco. Non ho nulla da obiettare perché si tratta di 389 pagine che vanno lette con attenzione. Ci vuole tempo».
«VENGA AL COPASIR» – Nel frattempo, il presidente del Copasir Massimo D’Alema torna a chiedere che «come dice la legge» il premier riferisca al Comitato. «Siamo sempre in attesa, domani vediamo il sottosegretario Gianni Letta e glielo chiederemo di nuovo» ha spiegato D’Alema. «È assurdo – ha aggiunto – sia al centro di un dibattito visto che per legge il premier deve riferire periodicamente al Copasir. A noi non interessa che cosa il premier fa nelle sue case, non si tratta di curiosità malsana ma la legge attribuisce a lui delle competenze esclusive sulle quali è tenuto a riferire».
«PREMIER MASSACRATO» – Il caso Ruby resta in ogni caso l’argomento principale del dibattito politico. Dopo cena a Palazzo Grazioli si è presentato lo stato maggiore leghista per un vertice con il capo del governo andato avanti fino a tarda ora. Umberto Bossi ai giornalisti ha confermato la fiducia all’amico e alleato: «L’hanno massacrato: non si è mai sentito un presidente del Consiglio massacrato in quel modo». «Pensate – ha chiosato Bossi – se agli uomini non piacessero le donne…». In mattinata il capogruppo Reguzzoni aveva spiegato che per il Carroccio contano il federalismo e le riforme e se ci sarà il federalismo il governo andrà avanti.
«SI DIMETTA» – Ma Pdl a parte – che fa ovviamente quadrato attorno al suo leader (per il deputato Giorgio Stracquadanio c’è addirittura «un disegno per fa cadere il governo»), l’opposizione è stata unita nel chiedere a Berlusconi di lasciare Palazzo Chigi. «Noi non chiediamo le elezioni anticipate – ha chiarito il segretario Pier Luigi Bersani -, non le temiamo ma non togliamo a Berlusconi le castagne dal fuoco. È lui che deve levare dall’imbarazzo se stesso e il Paese, vada dai giudici da dimissionario e poi si rimetta alle decisioni del capo dello Stato». Anche Idv e Fli invitano il premier a fare un passo indietro e lo stesso fa l’Udc. Berlusconi ha due strade, secondo il segretario dei centristi Lorenzo Cesa: «O andare dai magistrati e chiarire il prima possibile la vicenda, che ha un forte impatto negativo anche sulla credibilità del Paese, oppure si mette da parte, prende uno dei suoi e fa un governo diverso: un governo Tremonti, Alfano o Letta», ma «io preferirei Letta, che conosco da tanti anni, è persona di grande buon senso e ce ne vuole molto in questo momento, ha la stessa nostra visione di cattolico impegnato in politica. Anche se Alfano è un giovane ministro, anche lui democristiano…». Assai critico Rocco Buttiglione: «Silvio Berlusconi – è l’affondo del presidente dell’Udc – è abituato a fare delle donne carne femminile martirizzata». Una voce un po’ fuori dal coro, nella maggioranza, è quella di Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia. «Ho consigliato personalmente al presidente Berlusconi – ha detto intervenendo à su Rai Tre – di dedicarsi alla collezione di francobolli e alla storia postale: sono meno pericolose di altre collezioni. Forse non ha seguito il mio consiglio». «Moralmente lo condanno – ha aggiunto Giovanardi -, però, mi fido di più dei Kennedy, dei Clinton e di Berlusconi che delle procure che stanno facendo delle cose terrificanti».
BERLUSCONI E FLORIS – Sul caso Ruby è intervenuto martedì sera lo stesso premier Silvio Berlusconi, al termine di una riunione della direzione del Pdl, spiegando che non ha alcuna intenzione di dimettersi e sottolineando di non aver commesso reati. Il presidente del Consiglio ha anche telefonato a sorpresa alla trasmissione Ballarò, dedicata quasi interamente alla vicenda Ruby, ma Giovanni Floris, ormai in chiusura, non lo ha fatto intervenire in trasmissione. Lo ha riferito, prima della chiusura della puntata, lo stesso conduttore. «Ha telefonato – ha detto il giornalista – il presidente Berlusconi; ma visto come era andata l’ultima volta, lo abbiamo invitato a venire da noi la prossima settimana». Floris si è riferito all’ultima telefonata del Cavaliere alla trasmissione, quando egli ha chiuso bruscamente e polemicamente la telefonata rifiutando di rispondere ad alcune domande.
Redazione online