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I legali ai pm: il premier non verrà

CASO RUBY/LA DIFESA. «Procura incompetente». E il centrodestra accusa: troppe intercettazioni

Gli avvocati del premier Piero Longo e Niccolò Ghedini (Photoviews)

ROMA – I difensori di Silvio Berlusconi, gli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini, oggi faranno pervenire ai pm che si occupano del caso Ruby una memoria difensiva in cui spiegheranno che a loro giudizio la Procura di Milano non è competente a indagare sulla vicenda e quindi il presidente del Consiglio, non intende rispondere all’invito a comparire ricevuto. Ma si presenterà davanti al suo giudice naturale.

Si tratta di una nota che però non esaurisce né anticipa la strategia difensiva complessiva del premier che sarà definitivamente messa a punto solo dopo che la Giunta della Camera dei deputati si sarà espressa sull’autorizzazione a perquisire gli uffici in cui lavora Giuseppe Spinelli, ragioniere del capo del governo, che si era opposto all’ingresso delle forze dell’ordine dichiarandoli di «pertinenza politica».

Quella di Milano viene innanzitutto contestata in quanto competenza territoriale. La Villa di Arcore è nel territorio del Tribunale di Monza, così pure l’abitazione del capo di gabinetto del questore, che ricevette la telefonata di Berlusconi. Ma è soprattutto la competenza funzionale (cioè per tipo di reato) su cui i legali del premier puntano in modo deciso, dal momento che quello più grave, la concussione, (per il rilascio della minore Ruby) è il reato del pubblico ufficiale compiuto da Berlusconi in quanto presidente del Consiglio. E ciò incardinerebbe tutto il caso presso il Tribunale dei ministri.
Il settimanale Panorama ha fatto la somma dei numeri progressivi delle telefonate e degli sms intercettati ai circa trenta soggetti sotto controllo che compaiono nelle 389 pagine dell’invito a comparire a Berlusconi, ed è giunto al risultato che nell’inchiesta sono stati intercettati almeno centomila tra telefonate e sms, in meno di 6 mesi, tra giugno e dicembre 2010, cioè circa 600 intercettazioni al giorno di media. Quasi 27 mila intercettazioni per Lele Mora, 14.500 per Nicole Minetti, un migliaio per Emilio Fede e 6.400 per la stessa Ruby. Un «accanimento», secondo la difesa, degno di miglior causa, come ha detto il relatore in Giunta Antonio Leone (Pdl): «Per la condanna di Al Capone furono impiegati molti meno uomini e mezzi». Per questo motivo a Via dell’Umiltà si sta pensando di promuovere un’iniziativa di mobilitazione nazionale sulla giustizia da fare all’apertura della campagna elettorale per le amministrative.

M.Antonietta Calabrò

I legali ai pm: il premier non verràultima modifica: 2011-01-21T11:44:20+01:00da
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