Obbligo di comunicazioni alle Camere prima di approvazione definitiva. Berlusconi poco prima da Bruxelles: «Spero non ci siano problemi con il presidente sulla firma»
“Non ci sono le condizioni per emanare il decreto”: è questa la reazione del Quirinale al provvedimento emanato giovedì sera dal governo sul federalismo fiscale, dopo che la commissione bicamerale, con un pareggio, aveva bocciato il testo.
In una lettera inviata al premier, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rileva “che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione” del decreto legislativo sul federalismo.
Restano dunque deluse le aspettative del premier, che nelle scorse ore si era detto ottimista sull’ok del Quirinale.
Bisogna riferire prima alle Camere – Napolitano – si legge nella nota del Quirinale – oppone il suo rifiuto con una motivazione procedurale: non si è “con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l’esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall’art. 2 della legge n. 42 del 2009 che sanciscono l’obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari”.
“Pertanto – conclude il Colle – il Capo dello Stato ha comunicato al Presidente del Consiglio di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal Governo”.
Bossi: “Riferiremo in parlamento” – E poco dopo lo stop del Quirinale, il ministro per le Riforme Umberto Bossi fa sapere in una nota di aver parlato in “una lunga e cordiale telefonata” con il presidente della Repubblica. Il ministro Bossi, informa la nota, ha preso il duplice impegno di andarlo a trovare al Quirinale, la prossima settimana e, come preannunciato dal ministro Calderoli, in conferenza stampa, di recarsi nelle aule parlamentari a dare comunicazioni sul decreto sul federalismo fiscale municipale.
Di Pietro: “Subito al voto” – Dura la reazione dell’opposizione. Il capogruppo dei deputati del Pd Dario Franceschini elogia il presidente della Repubblica che “in modo come sempre ineccepibile, determinato e imparziale, ha bloccato un procedimento illegittimo come sanno bene anche coloro che hanno preteso ieri l’approvazione del decreto pur in presenza della bocciatura della commissione bicamerale sul federalismo”.
Mentre il leader dell’Idv Antonio Di Pietro chiede subito elezioni anticipate: “Dopo lo stop intimato dal Capo dello Stato e, soprattutto, dopo la bocciatura da parte del Parlamento al decreto sul federalismo, approvato ieri in fretta e furia dal Cdm – dice l’ex magistrato – abbiamo la prova provata che il Paese si sta avviando verso un pericoloso regime. Se Berlusconi non viene fermato in tempo, e ci auguriamo che si dimetta, questo processo sarà irreversibile e peserà come un macigno sul futuro economico, politico, sociale e morale dell’Italia. Per il bene del Paese si restituisca subito la parola ai cittadini”.