DOPO LA MORTE DI QUATTRO BAMBINI IN UN CAMPO ROM ABUSIVO. Riunione d’emergenza in prefettura: via subito ai nuovi sgomberi di microcampi. Il sindaco chiede al governo altri 30 milioni di euro e più poteri per il Piano Nomadi
ROMA – Il sindaco della Capitale Gianni Alemanno si prepara a dichiarare il lutto cittadino per commemorare i 4 bambini morti domenica in un campo rom sulla via Appia. Come aveva chiesto la Comunità di Sant’Egidio, Alemanno sta «studiando le date» per esporre le bandiere a mezzasta. «È mia intenzione indire il lutto cittadino e sceglieremo la data in base alle volontà della famiglia», ha detto il primo cittadino, sottolineando poi come si tratti «del primo caso di lutto cittadino per un membro della comunità rom».
L’annuncio è il primo risultato del vertice tenutosi lunedì mattina in Prefettura, al ternine del quale Alemanno ha anche annunciato di voler chiedere più poteri speciali in tema di rom e altri 20 milioni di euro per completare il Piano Nomadi della Capitale. Intanto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avrebbe fatto sapere di voler far visita ai familiari dei bambini, nel centro di accoglienza via Salaria, dove sono stati trasferiti dopo la tragedia.
La madre e il padre dei bambini morti (Proto) |
TRASFERIMENTI A BREVE – Presenti il prefetto Giuseppe Pecoraro, lo stesso sindaco, l’assessore ai Servizi Sociali Sveva Belviso, il questore Francesco Tagliente e il responsabile della Protezione civile comunale Tommaso Profeta, si è discusso della possibilità di accelerare gli ultimi sgomberi previsti dal Piano Nomadi: a cominciare dalle baracche del campo dove è avvenuta la tragedia, che saranno vuotate a abbattute nelle prossime ore.
«Gli sgomberi dei microcamopi inizieranno immediatamente – ha annunciato Alemanno -. E non si guarderà in faccia a nessuno: chiederemo aiuto alla Protezione civile e al ministero della Difesa. Ai primi per costruire tendopoli vigilate e con assistenza continua; al ministro La Russa perchè metta a disposizione caserme sul territorio di Roma e provincia dove portare gli sgombrati dei microcampi».
Trasferimenti di famiglie dal campo Casilino 900 nel febbraio 2010 (Proto) |
2400 DA RICOLLOCARE – Il Campidoglio calcola che in questi microcampi siano ancora 2400 i nomadi da ricollocare in nuove strutture. Quanto ai minori, «se venissero accertate situazioni in cui i genitori non siano in grado di garantire la sicurezza dei figli – ha detto il sindaco – lancio un appello al Tribunale dei minori, affinché collabori per togliere loro l’affidamento dei bambini».
FIORI SULLA CENERE – Intanto sull’Appia, accanto ai resti della baracca da cui solo lunedì mattina sono stati rimossi i corpi dei piccoli, qualcuno ha deposto dei fiori. E mentre infuriano le polemiche, anche il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha proclamato il lutto cittadino per la morte dei quattro bambini a Roma: «I Comuni italiani non possono essere lasciati soli dallo Stato».
Lo smantellamento del campodi via del Baiardo a settembre (Proto) |
RUSPE E NUOVI INVESTIMENTI – «Dobbiamo reagire, dobbiamo dare una risposta adeguata a quel che è successo – ha poi detto Alemanno -: basta con la cultura del no. Il Pian Nomadi ha dato alcuni risultati: finora 310 microcampi abusivi sono stati sgomberati 5 grandi campi abbattuti». Sono in corso i lavori di adeguamento in 5 dei 7 vecchi campi, ma «non abbiamo potuto completare alcune cose per una serie di problemi burocratici e ricorsi al Tar, come accaduto proprio nel caso del campo nomadi della Barbuta», un insediamento a soli 6 chilometri al luogo della tragedia di domenica in via Appia.
Un vigile sorveglia lo sgombero di un microcampo (Proto) |
TRASLOCHI E NUOVI POTERI – Secondo Alemanno, «Se il campo della Barbuta fosse stato ultimato per tempo, magari questa famiglia si sarebbe trasferita e non avrebbe subito questa tragedia». Invece da un anno e 3 mesi la ristrutturazione del campo sull’Apia è ferma «perché la sovrintendenza ha trovato una tomba romana». Altri 3 mesi di ritardo nello stesso campo sarebbero imputabili «a 4 ricorsi al Tar di cui uno del Comune di Ciampino».
Sindaco e prefetto di Roma hanno firmato insieme una lettera inviata a Viminale e Governo; nella missiva congiunta chiedono maggior poteri speciali per i prefetti (in questo caso a quello di Roma) e tra questi il potere di saltare la Conferenza dei servizi «in modo da non dover chiedere i parari a tanti enti prima di cominciare i lavori nei campi rom».
La autorità capitoline chiedono poi al Governo maggiori risorse: «Avevamo progetto di fare 3 campi nuovi, ma probabilmente saranno 5 (dato l’alto numero di nomadi nei microcampi abusivi), inclusa la Barbuta». Le aree sono tutte già individuate «ma servono 30 milioni di euro in più» rispetto ai 32 già ottenuti (e 20 sono già stati spesi) per il Piano Nomadi da Regione, Comune e Provincia nel complesso.
La baracca della Muratella dove morì un bambino nell’agosto 2010 (Proto) |
IL PRECEDENTE DELL’AGOSTO 2010 – La Capitale ha un piano nomadi che nell’autunno scorso era stato presentato da Gianni Alemanno al ministro dell’Interno Roberto Maroni. Il progetto prevede la creazione di 10 nuovi campi regolari per dare accoglienza a circa 6 mila persone. Nel corso del 2010, il piano del Campidoglio ha dato il via a numerosi sgomberi forzati di insediamenti abusivi, specie dopo che nel campo rom abusivo della Muratella c’era stato un altro tragico precedente: la morte di un bimbo di tre anni nel rogo della sua baracca.
Un campo rom alla periferia di Roma (Jpeg) |
310 MICRO ACCAMPAMENTI – Primo obiettivo del piano entrato nel vivo nell’estate 2010: sgomberare i 310 microaccampamenti abusivi presenti alla periferia di Roma. In seguito dovrebbero essere completate le aree mancanti dei campi autorizzati – che dai 1o ipotizzati sembrano poter diventare 15-16 -, ai quali si devono aggiungere due strutture d’accoglienza. Nei campi, una volta completate le strutture, verranno ospitate le 6mila persone inizialmente censite e i 2400 ancora stanziati nei microcampi abusivi.
Alle strutture attrezzate già esistenti, andranno dunque aggiunti nuovi campi che verranno realizzati su terreni privati trovati grazie a un bando di gara pubblicato dal Prefetto di Roma in qualità di commissario straordinario del Governo.
I tempi, già stretti, si riducono ancora alla luce della tragedia di domenica sull’Appia: non c’è scadenza certa, ma l’obiettivo è quello di arrivare entro dicembre 2011 alla chiusura di tutti i campi abusivi e tollerati – come avvenuto al Baiardo e a Tor Dè Cenci – in aree come Tor Di Quinto, Foro Italico, Arco di Travertino, Ortolani (Acilia), Monachina, Salviati, Settechiese.
Un agente al campo rom abusivo della Barbuta |
IL MINISINDACO: «IL PIANO VA RIVISTO» – «Non si può continuare a sballottare famiglie con bambini, sgomberandole senza offrire loro proposte alternative e non si può far finta di non sapere in che situazione quelle famiglie si trovavano», obietta la presidente del IX Municipio di Roma, Susi Fantino, intervistata da Radio Città Futura all’indomani del rogo. Fantinom, che domenica sera aveva litigato con Alemanno sul luogo del disastro, insiste che «il Piano Nomadi del Comune di Roma va rivisto, perchè prevede di costruire i campi lontano dal contesto cittadino e da tutti i servizi: se l’idea è quella di creare delle situazioni isolate, non si dà a queste persone, che ormai non è più corretto chiamare nomadi, la possibilità di inserirsi, di lavorare, di mandare i figli a scuola». «Il sindaco chiede poteri speciali ma ce li ha già – conclude -: è il sindaco che in Italia ha più poteri di tutti e ha il dovere di fare delle proposte che partano delle persone e dai loro bisogni reali».
IL SINDACO DI BARI – «La morte dei bimbi riempie il cuore di rabbia e di dolore» e «siamo tutti responsabili di questa tragedia a causa delle sgangherate modalità con le quali affrontiamo il fenomeno dei popoli nomadi», osserva il sindaco di Bari Michele Emiliano. «La circostanza che alcune di queste comunità – spiega – ospitino sfruttatori di bambini, non attutisce i nostri errori, nè ci esenta da responsabilità. Anzi le aggrava». Emiliano auspica «una nuova strategia, a cominciare da un decreto legge urgente che assegni ad ogni Comune le risorse per operare una legalizzazione definitiva dei campi Rom dettando norme per assicurare ai bambini ed alle donne Rom gli stessi diritti delle donne e dei bambini di ogni luogo civile del mondo. Soprattutto il diritto all’istruzione, al lavoro e a non essere sfruttati dagli uomini e dagli adulti».
Rinaldo Frignani e Redazione online