Il ministro: «Sono fatti che vanno colpiti».Casini: «Non siamo l’Egitto o la Tunisia». Il capo dello Stato interviene sugli scontri alla villa di Berlusconi ad Arcore. Maroni: ora condanna esemplare. E’ stato dimesso il funzionario di polizia colpito alla testa da una bottiglia. Scarcerati i due giovani, ma convalidato l’arresto. Processo il 7 marzo. I ragazzi: «Nessuna violenza»
ROMA – Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto al ministro dell’Interno informazioni sui gravi episodi di scontri tra dimostranti e polizia verificatisi nei pressi della residenza del presidente del Consiglio ad Arcore. È risultato che i promotori della manifestazione, rispettando le modalità concordate con le autorità di polizia, sono rimasti estranei a ogni deviazione dal percorso stabilito e a ogni violenza. Il capo dello Stato ha convenuto che l’esercizio del diritto costituzionale a manifestare pacificamente non degeneri – specie in un momento di tensione politica e istituzionale come quello attuale – in inammissibili disordini e scontri provocati da gruppi estremisti.
«CONDANNA ESEMPLARE» – Anche lo stesso Roberto Maroni è intervenuto sull’episodio di domenica. «Sono fatti che vanno colpiti e continueremo a farlo – ha detto il ministro dell’Interno -: oggi c’è il processo per direttissima e spero che chi si è reso responsabile dell’aggressione ai poliziotti subisca una condanna esemplare». Marloni aveva parlato prima del pronunciamento del giudice di Monza, che ha confermato l’arresto ma disponendo la scarcerazione dei due giovani fermati durante i tafferugli.
«NON SIAMO L’EGITTO» - «Le manifestazioni davanti alla casa di Berlusconi ad Arcore non sono certo la risposta giusta da dare al governo ed al presidente del Consiglio», ha commentato invece il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che invita a «lasciar perdere i violenti, che è meglio che stiano nelle patrie galere e non agli eventi politici». «Ma – ha osservato il leader centrista – l’idea stessa di protestare con quelle modalità ed in quel luogo, rischia di essere l’altra faccia della medaglia del degrado che stiamo vivendo. L’opposizione deve dare un’altra idea dell’Italia non la stessa, eguale e contraria. Con tutto il rispetto per gli altri non siamo nè in Tunisia nè in Egitto e non vogliamo finirci».
SCARCERAZIONE – Il giudice di Monza Natalino Giuseppe Airò ha convalidato gli arresti per violenza e resistenza a pubblico ufficiale a carico di Giacomo Sicurello, 23 anni, figlio dell’ex candidato sindaco di Desio per l’Idv, e per Simone Cavalcanti, 21 anni, ma ne ha disposto la scarcerzione. «Il ruolo degli arrestati non è connotato da particolare gravità», ha detto il giudice. I due giovani, fermati nel corso degli incidenti di domenica, scoppiati a margine di una pacifica manifestazione indetta dal «Popolo Viola» per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. hanno risposto alle domande affermando che erano in strada e sono stati caricati perchè le forze dell’ordine volevano liberare la carreggiata. «Ciò che hanno dichiarato i ragazzi – afferma Mauro Straini, legale di uno dei due arrestati – è ciò che si vede nelle immagini registrate e da quei video non emerge alcun comportamento violento». Il processo nel merito è stato rinviato al 7 marzo prossimo, alle 10.30. Con la sua decisione, il giudice di Monza ha dunque accolto le richieste dei difensori dei due giovani. Soddisfatto l’avvocato Eugenio Losco, legale di Sicurello, «è stato dato credito alla ricostruzione prospettata dalla difesa di estranietà del mio assistito ai fatti contestati, cosa per altro dimostrata dai video pubblicati sul Web: lo stesso giudice nel non applicare misura, ha rilevato che si trattasse di fatti non connotati da particolare gravità». Fuori dal Tribunale, una trentina di giovani che si erano radunati per esprimere la loro solidarietà agli arrestati hanno accolto la decisione del giudice con lo slogan «Giustizia!».
GLI SCONTRI – È stato intanto dimesso, con 8 punti di sutura, il funzionario di polizia colpito ieri alla testa da una bottiglia scagliata dallo spezzone di un centinaio di antagonisti che aveva cercato di dirigersi verso la villa del premier al termine del corteo che si era svolto in modo del tutto pacifico. Nel frattempo le indagini della Digos di Milano e dei carabinieri di Monza stanno proseguendo con l’esame dei filmati che documentano gli incidenti, realizzati da agenti e militari. Filmati che potrebbe indicare responsabilità penali per altri soggetti legati all’area antagonista che sarebbero tutti già conosciuti dagli investigatori.
IL POPOLO VIOLA SI DISSOCIA – Il Popolo Viola«si è dissociato» dalle frange violente che hanno ingaggiato scontri con la polizia. Gli organizzatori della manifestazione con oltre seimila persone che nel primo pomeriggio si era svolta senza alcun problema, hanno anche diramato una nota per rimarcare la loro estraneità dagli episodi di violenza
Redazione Online