OBAMA: gli usa faranno tutto ciò che possono» per garantire «una transizione ordinata». L’esercito scende in campo: «Proteggeremo noi la nazione». La piazza furiosa con il rais che non se ne va
IL CAIRO – La situazione in Egitto sembrava giunta ad un punto di svolta. Ma un discorso in tv del presidente Hosni Mubarack ha riportato indietro le lancette dell’orologio. Il presidente ha detto: «Affido i miei poteri al vice presidente (Omar Suleiman) in base a quanto previsto dalla Costituzione fino alle nuove elezioni che si terranno in settembre a cui non mi candiderò».
Mubarack ha promesso ancora una volta le riforme costituzionali necessarie, ma poi ha ribadito: «Non lascerà mai questa terra». «Non accetterò mai diktat» che arrivano da Paesi «stranieri» ha detto ancora Mubarak robabilmente riferendosi agli Usa. E dal canto suo , il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato che riunirà il suo staff sulla sicurezza nazionale.
SUOLE – Hosni Mubarak, durante il discorso tv ha precisato di non voler sospendere lo stato di emergenza in vigore dal 1981. Al discorso con cui ha annunciato di voler restare al potere fino alle elezioni di settembre, piazza Tahrir, teatro principale in queste settimane della protesta anti-regime, è esplosa in un urlo di indignazione. «Abbasso Mubarak, Omar Suleiman nulla» hanno gridato i manifestanti alzando le scarpe al cielo in segno di disprezzo e chiedendo all’esercito di intervenire per accompagnarli al palazzo presidenziale. La risposta del vice-presidente egiziano Omar Suleiman è arrivata dal suo intervento televisivo, dopo il discorso di Hosni Mubarak. «La storia è cominciata», ha detto e ha assicurato il suo impegno per un «pacifico trasferimento dei poteri in base alla costituzione».
LA POSIZIONE DEI MILITARI – E dire che in precedenza l’esercito aveva manifestato un presa di distanza dal presidente egiziano. Nel «comunicato numero 1» del Consiglio supremo delle forze armate egiziane è stato annunciato in tv che il consiglio sta esaminando «le misure» necessarie per proteggere il paese. La televisione di stato ha interrotto i programmi per diffondere il breve comunicato letto da un militare in uniforme. Di seguito, la televisione ha mostrato immagini degli ufficiali membri del consiglio, presieduto dal ministro della Difesa, il maresciallo Mohammed Hussein Tantaui. «Tenuto conto della responsabilità delle forze armate e del loro impegno a proteggere il popolo e preservare i suoi interessi e la sua sicurezza; per vigilare sulla sicurezza della nazione e dei cittadini e sulle conquiste del grande popolo egiziano; per sostenere le richieste legittime del popolo, il consiglio supremo delle forze armate si è riunito oggi, giovedì 10 febbraio». Il consiglio «ha deciso di rimanere riunito in sessione permanente per esaminare le decisioni che possono essere prese al fine di proteggere la nazione, le conquiste e le ambizioni del grande popolo d’Egitto».
MISTERO – La tv Al Arabiya sostiene che Mubarak dopo il discorso è diretto a Sharm el-Sheikh e da lì dovrebbe andare in Germania per curarsi.
SCIOPERI E PROTESTE – Nel diciassettesimo giorno della protesta anti-regime alle manifestazioni si aggiungono gli scioperi. Migliaia di lavoratori di varie categorie – dall’industria petrolifera, ai trasporti, alle telecomunicazioni – sono scesi in piazza per chiedere più trasparenza e migliori condizioni salariali, unendosi ai manifestanti di piazza Tharir che chiedono l’uscita di scena di Mubarak.
LA POSIZIONE USA – Sul fronte politico-diplomatico, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiamato mercoledì il re dell’Arabia Saudita Abdullah. Lo ha reso noto la Casa Bianca, riferendo che «il presidente ha sottolineato l’importanza di adottare misure immediate per una transizione che sia ordinata, significativa, durevole e legittima, e che corrisponda alle aspirazioni del popolo egiziano». «Il presidente – ha precisato la Casa Bianca – ha riaffermato l’impegno a lungo termine degli Stati Uniti per la pace e la sicurezza nella regione». Obama, ha poi detto che gli Usa faranno «tutto ciò che possono» per garantire in Egitto «una transizione ordinata» verso la «democrazia» e che punti a «libere elezioni».
Redazione online