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Wikileaks, “Berlusconi danno per l’Italia”

Quattromila cablogrammi sulla fragilità del nostro paese. Fuga di «giudizi» americani in 4 mila rapporti segreti intercettati

Una governance inefficiente e irresponsabile. Frequente uso di istituzioni pubbliche per conquistare vantaggi elettorali. Fragilità italiane che fanno del nostro paese «il miglior alleato» degli Usa. O meglio un «forte alleato» a cui l’America si prepara a «chiedere». Parola di Wikileaks. Ovvero dell’ambasciatore Ronald Spogli. Documenti segretissimi, come sempre sfuggiti da servizi segreti e controlli per approdare al sito di Assange. E che ora il Gruppo Espresso pubblica.

Carteggi che «svelano» un’Italia che fa la gradassa nello scacchiere internazionale. Ma che in realtà poco ha da dire e da mettere nel piatto. Sono ancora le parole dell’ambasciatore Spogli a mettere in un drammatico ridicolo «il miglio alleato». «Il lento ma costante declino economico dell’Italia compromette la sua capacità di svolgere un ruolo nell’arena internazionale», scrive l’ambasciatorenel memoriale di congedo dal suo mandato al nuovo segretario di Stato Hillary Clinton. «La sua leadership manca di una visione strategica. Le sue istituzioni non sono ancora sviluppate come dovrebbero essere in un moderno paese europeo….». È ancora Spogli a raccontare le relazioni imbarazzanti in cui si ficca il premier italiano « Silvio Berlusconi, con le sue frequenti gaffes e la scelta sbagliata di parole» ha offeso «quasi ogni categoria di cittadino italiano e ogni leader europeo». E continua: «la sua volontà di mettere gli interessi personali al di sopra di quelli dello Stato ha leso la reputazione del Paese in Europa e ha dato sfortunatamente un tono comico al prestigio dell’Italia in molte branche del governo degli Stati Uniti». Quello che ne esce è un ritratto ambivalente di un paese considerato un alleato «forte» ma, dice il diplomatico, non sempre «ideale» degli Stati Uniti. E Spogli insiste molto sul «declino» dell’Italia.

Il presidenti Usa Barack Obama e il primo ministro Silvio Berlusconi durante il G8 all’Aquila (Afp)

Persino un consiglio della diplomazia americana al presidente Obama in vista del G8 dell’Aquila: «Berlusconi danneggia l’Italia ma ci è utile e va aiutato: Obama deve salvarlo al G8 dell’Aquila». Nei rapporti trasmessi dall’ambasciata di Roma personalmente a Barack Obama e al segretario di Stato Hillary Clinton si parla della reputazione dell’Italia ( «la sua preferenza per soluzioni a breve termine danneggiano la reputazione in Italia e in Europa»). Nonostante gli sforzi. «Fa molti sforzi alcuni seri altri meno per mantenere una posizione di rilevanza e influenza». Come? «Come quando si propone nel ruolo di grande mediatore nelle crisi mondiali, un ruolo autoconferitosi che alcuni politici, specialmente il premier Silvio Berlusconi, pensano possa conferire grande visibilità senza spendere alcunché». Sembra di leggere i quotidiani di qualche anno fa (appunto quando Spogli scrive al suo governo». Visto attraverso un brutta lente di ingrandimento. In grado di leggere le velleità si un’Italia a cui si può chiedere. I pragmatici americani si preparano ben a quello: «Dobbiamo riconoscere un impegno di lungo termine con l’Italia e i suoi leader politici e ci darà importanti dividenti strategici adesso e in futuro». E i «dividendi» sono presto detti: «Consolidare i progressi nei Balcani, le operazioni di peacekeeping in Libano e Afghanistan».

«Se useremo una forte pressione l’Italia eserciterà la sua influenza economica in Iran per mandare a Teheran un chiaro segnale che potrebbe influire sulla loro politica di sviluppo nucleare». È ancora l’ambasciatore Spogli che nel 2009 scrive che l’Italia sta per esaudire «quelle che ritengo saranno le nostre prime richieste». I giudizi dell’ambasciatore racchiudono sempre quello che la mancanza-tendenza può rappresentare dall’altra arte dell’Oceano. «Su questioni che vanno dall`Afghanistan alla chiusura di Guantanamo, varrebbe la pena di fare un piccolo investimento iniziale per spianarci la strada». Detto, fatto. Il ministro Frattini ufficializzerà 4 mesi dopo la prima «decisione». E il contingente a Herat crescerà di 1200 uomini.

«Questo non significa che l`Italia – precisa però il diplomatico – rappresenti sempre il partner ideale per sostenere gli sforzi degli Usa. Il lento ma sostanziale declino economico del Paese minaccia la sua capacità di avere un peso sulla scena internazionale. E la sua classe dirigente dimostra spesso di non avere una visione strategica». E continua «la decadenza delle infrastrutture, il debito pubblico che aumenta, la corruzione endemica – continuano a essere fonte di preoccupazione per i suoi partner, e danno l`impressione di un governo inefficiente e debole». «Il primo ministro Silvio Berlusconi è involontariamente diventato il simbolo di questo processo.

Berlusconi non la sola vittima dei giudizi negativi americani. Nei cable di Wikileaks si parla anche dell’eterno duello D’Alema-Veltroni. L’ambasciata americana in un rapporto parte dalla vittoria elettorale di Berlusconi nel 2008, vittoria «schiacciante» e maggioranza «solida» in entrambi i rami del Parlamento. «Veltroni – si legge – è stato indebolito politicamente dalla sua eclatante sconfitta alle elezioni del 13 e 14 aprile, così come due settimane dopo il PD lo è stato dalla perdita poltrona di sindaco nella città di Roma. Veltroni proponeva un modello anglosassone di governo in opposizione a quello berlusconiano, ma il precedente ministro degli esteri Massimo D`Alema, importante esponente del PD, si è rifiutato di parteciparvi e ha iniziato a combattere Veltroni su diversi fronti. Il presidente della camera Gianfranco Fini ha detto all`ambasciatore che D`Alema ha messo Veltroni “nel freezer” e studia una modo per eliminarlo dalla leadership del PD nel prossimo anno».

Redazione Online

Wikileaks, “Berlusconi danno per l’Italia”ultima modifica: 2011-02-18T11:54:14+01:00da
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