La prof chiedeva alla figlia del boss che lavoro facesse il padre. Lui si travestì e andò a scuola a protestare
NAPOLI — I giornali parlavano di Giuseppe Setola come di un killer e la figlia si preoccupava; lui, l’assassino che era riuscito a farsi passare per cieco e a ottenere la scarcerazione, la tranquillizzava: «killer non è niente». Emerge dalle intercettazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare notificata ieri, lunedì, a due uomini di Setola: Luigi Martino, di 30 anni, e Luigi Russo, di 43; i due sono accusati di associazione camorristica. Martino è cugino di Stefania Martinelli, la moglie di Setola, ed è stato l’ombra del killer in fuga; Russo è il compagno di Margaret Florence Perham, proprietaria del 50 per cento del «Divino» , la discoteca di cui lo scorso 14 febbraio Lele Mora è stato guest star. Il fratello di Margaret, John Loran, fu arrestato insieme con il superlatitante a Mignano Montelungo. È proprio Martino a riferire la circostanza a due persone che viaggiano in auto con lui, una delle quali è Paolo Panaro, fratello del boss Nicola. «Io so che appena scappò gli portai io la figlia, quando stava fuori. L’accompagnai che la figlia era piccola. Ha detto: papà sul giornale c’è scritto che questo, questo… è vero? Tu lo sai che significa quello, a papà (ha chiesto Setola, ndr)? Ha detto la figlia: no. Ha detto (Setola, ndr): non è niente. Ha detto (la bimba, ndr): papà, sul giornale porta che tu sei un killer. Disse (Setola, ndr): ma tu sai che significa, a papà, killer? Disse alla figlia: non è niente» .
SETOLA DALLA PROFESSORESSA – Dall’intercettazione emerge anche che l’esponente dei casalesi andò a scuola della bimba per protestare, perché un’insegnante insisteva nel chiederle che lavoro facesse il padre: «La professoressa della scuola sai cosa faceva? Diceva sempre alla figlia: ma tuo padre che lavoro fa? Adesso la bimba aveva vergogna, dice: no, mio padre sta lavorando fuori. L’insegnante) glielo ripeteva, diceva un altro giorno. Alla fine la bimba lo disse al padre: papà, perché ogni giorno la professoressa mi chiede che lavoro fai? Lui si mise il cappello e la sciarpa e disse: scusate, ma perché chiedete sempre a mia figlia io che lavoro faccio?» .
I DETTAGLI SULLA LATITANZA – Oltre a diversi particolari sulla latitanza di Setola (come quando fu ordinata una cena a base di carne di prima qualità), dall’ordinanza, emessa dal gip Nicola Miraglia del Giudice su richiesta dell’aggiunto Federico Cafiero de Raho e dei sostituti Alessandro Milita, Cesare Sirignano, Francesco Curcio, Giovanni Conzo, Antonello Ardituro, Catello Maresca, Anna Maria Lucchetta e Luigi Landolfi, emerge che la fidanzata di Martino, Amalia, fece di tutto per allentare il legame dell’uomo con Setola.
LA FIDANZATA DEL CUGINO: BASTA, LO DICO A TUA MAMMA – Ecco il testo di un messaggio: «Di ke mi devo rendere conto? Ke stai diventando un cam… uguale a lui? È una storia ke nn finirà mai, se nn c’è lui c’è la moglie e la figlia, mi sn rotta le palle». «Domani mattina — lo avverte ancora in una telefonata — vengo pure a casa tua e lo vengo a dire a tua mamma, vediamo se questa storia la si fa finita». Con un altro messaggio, Luigi Martino cerca di tranquillizzare la ragazza: «Io non diventerò mai come dici x amor tuo, almeno su questo credimi». Lei lo mette di fronte a un aut aut: «Se ti chiedesse di scegliere tra me e loro per sempre cosa faresti?». Martino: «Scelgo te».
Titti Beneduce