Striscia la notizia ha confezionato un documentario di venti minuti contro la mercificazione dell’immagine femminile. Nel mirino della corazzata di Antonio Ricci sono finiti i media di sinistra. Gli stessi giornali che danno lezioni di femminismo e poi spogliano le donne nelle loro prime pagine: Repubblica, Repubblica.it e l’Espresso
Venti minuti di radiografia dei media dell’intellighentia di sinistra. Quelli che hanno sempre ragione, quelli che sono il buon senso a prescindere da tutto: Repubblica, Repubblica.it e l’Espresso. La tesi del servizio è semplice: voi che accusate tutti di mercificare il corpo delle donne, voi siete i primi a sfruttarlo per i vostri interessi. Che non è una giustificazione, ma è come dire: da che pulpito viene la predica. Il documentario è una radiografia analitica dei media di De Benedetti: donne discinte che ammiccano il lettore-acquirente in posizioni da manuale di kamasutra, articoli chilometrici sull’ultimo trend di impianto di silicone al seno, fotogallery del miglior sorriso al botox di Hollywood e video pruriginoso del backstage del calendario di qualche velina.
Tutto fa vendere, ogni centimetro di carne femminile fa marketing. La stessa velina di cui, magari, nel commento della pagina prima si stigmatizza la frenesia di mettersi in mostra stivalata su qualche rotocalco. E’ sempre lo stesso Stivale, quello dei due pesi e delle due misure. Le veline vanno esibite al pubblico ludibrio della piazza, anche se per gli stessi intellettuali di sinistra il Drive in era un passo lungo nel cammino luminoso della lotta di liberazione dei costumi femminili. Lo stesso Ricci che prima era un alfiere della modernizzazione del paese e della libertà di informazione (non si può dire che Striscia abbia mai riservato un trattamento di favore ai politici della maggioranza) e che collezionava premi di giornalismo per le cronache dissacrati ora diventa n pericoloso collaborazionista. Tutta colpa delle veline.
Oggi è tutto diverso, di mezzo ci sono Berlusconi e la politica, quindi ogni gamba si trasforma in una leva per scardinare l’esecutivo. L’ultima battaglia è questa che vede contrapposta l’armata di Antonio Ricci e la corazzata di Repubblica. I nipotini di Scalfari alzano il ditino contro il velinismo di Striscia la notizia che decide di fargli le pulci. Il risultato è davanti agli occhi di tutti: il soft porno domina. Ma se è inserito in una cornice berlusconofoba va bene tutto… Oggi è l’8 marzo e va in scena il femminismo, cosa ci riserverà la prossima battaglia di Striscia?
Francesco Maria Del Vigo