Un terremoto di magnitudo 8.9 ha colpito la costa nordorientale. Un’onda anomala ha ucciso più di 200 persone nella città di Sendai. Paura a Tokyo, mentre nel porto scoppiavano incendi. Vittime e feriti. Allarme in tutto l’Oceano Pacifico. Italiano a Tokyo: «Sembrava di stare su una nave in mare aperto». Il corrispondente dell’Ansa: «Un’esperienza allucinante». È il risultato di studi effettuati dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il sisma in Giappone ha avuto anche un impatto maggiore del terremoto di Sumatra del 2004
Tokyo – Una scossa violentissima e superficiale ha messo in ginocchio il Giappone. Secondo il primo, provvisorio, bilancio le vittime sarebbero più di trecento. Numerosi i feriti nel Giappone nord-orientale, in particolare nella prefettura di Miyagi, ma anche a Tokyo, dopo il terremoto che ne ha investito le coste. Secondo il centro Usa di controllo geologico, il movimento tellurico ha raggiunto un’intensità di 8,9 gradi sulla scala Richter. Immediato l’allarme tsunami diramato dalle autorità giapponesi, che hanno messo in guardia sul pericolo di un’onda anomala alta diversi metri, anche fino a 10. Un allerta identico è stato ben presto esteso all’intero Oceano Pacifico: dalla Siberia e dalle isole Curili in Russia fino alle Hawaii, e a sud dalle Filippine a Papua-Nuova Guinea, passando per le Marianne e la Micronesia.
Il bilancio Sono almeno 91 i morti accertati in seguito al terremoto. Secondo i media locali tra le vittime ci sono un uomo di 67 anni, travolto dal crollo di un muro, e un’anziana sulla quale è piombato il tetto di casa. Tre le persone rimaste uccise nella prefettura di Ibaraki, in tutti i casi per il cedimento strutturale delle rispetive abitazioni. Si è trattato del peggiore sisma avvertito nel Paese asiatico da centoquarant’anni. E i corpi senza vita di 200-300 persone sono stati trovati lungo la costa di Sendai City.
Emergenza nucleare Fumo è stato segnalato alzarsi dalla struttura che ospita una turbina di una delle centrali nucleari presenti nella
Tsunami sulle coste Uno tsunami di 4 metri ha ben presto colpito il litorale settentrionale dell’isola di Honshu, la principale dell’arcipelago giapponese. E un’onda di 7,30 metri è stata registrata a Soma, nella prefettura di Fukushima. E uno tsunami di 10 metri ha raggiunto la città di Sendai, mentre nella prefettura di Aomori, più a nord sempre nell’isola di Honshu, si sarebbero avuto onde addirittura più alte. Trenta minuti dopo la scossa di terremoto a Tokyo gli edifici continuavano a oscillare e le reti di telefoni cellulari non funzionavano. Oltre 4 milioni di famiglie sono ancora senza luce. L’antenna in cima alla Tokyo Tower, il simbolo della capitale nipponica e della ricostruzione post-bellica, si è piegata a causa delle scosse di terremoto. Nella capitale è stato chiuso l’aeroporto internazionale di Narita, i grattacieli hanno oscillato violentemente, scatenando il panico tra la popolazione, mentre almeno sei focolai d’incendio sono divampati in porto. Lesioni a causa del crollo di un tetto hanno riportato molte persone che stavano partecipando a una cerimonia di laurea. A Miyagi, capoluogo dell’omonima prefettura, l’acqua dal mare si è riversata all’improvviso nelle strade, trascinando via con sé auto e cartelloni pubblicitari. Il porto si è riempito di carcasse di veicoli. Gli esperti hanno ammonito che sismi di tale potenza diventano ancora più pericolosi con il passare delle ore, perché è soprattuto dopo un certo periodo di tempo che lo tsunami, alimentandosi della propria stessa forza, è in grado di assumere dimensioni particolarmente estese.
Allerta in altri 20 Paesi Sono almeno 20 i Paesi nei quali è stato lanciato l’allarme tsunami a seguito del potente terremoto che ha colpito il Giappone. Numerose anche le isole del Pacifico interessate. L’allarme è stato finora lanciato per la costa occidentale del Canada e per tutta la costa del Pacifico degli Stati Uniti. Il centro per gli allarmi tsunami del Pacifico, con sede alle Hawaii, ha allertato anche il Messico, la Colombia, l’Ecuador, il Perù e il Cile. Tra i Paesi interessati dall’allarme o nei quali è stato innalzato il livello di attenzione compaiono la Russia, le Filippine, l’Indonesia, Taiwan, Papua Nuova Guinea, le Isole Fiji e Tonga.
Durante il violento terremoto che ha scosso il Giappone alle 7 di venerdì mattina (ora italiana) la terra ha vibrato talmente tanto che Christian
IL CORRISPONDENTE – «Un’esperienza allucinante»: che lo dica un italiano può apparire normale, ma che sia descritta con tanto pathos dai giapponesi, soliti a convivere con le scosse sismiche, dà l’idea della forza straordinaria del sisma che ha colpito l’intera costa orientale del Giappone. Ho visto la gente riversarsi subito per strada non appena si è capito che la prima scossa delle 14.46 (6.46 in Italia, di magnitudo 7.9 rivista dalla Jma a 8.8) non era affatto passeggera. Almeno un minuto, interminabile, cui ne sono seguite altre di assestamento che hanno fatto aumentare la gente per strada e in un’area, accanto all’ambasciata americana, piena di uffici. Non ho visto scene di panico, anzi battute e sorrisini di stupore per quanto stava accadendo, sussurrate quasi sottovoce, malgrado l’asfalto sotto i piedi sembrasse più il tapis roulant di aeroporti e grandi magazzini rendendo precario l’equilibrio, mentre i pali della luce e dei semafori oscillavano come potenti fionde. La polizia dinanzi alla rappresentanza diplomatica Usa ha allora preso i megafoni e ha invitato tutti «a non creare ingorghi» e a raggiungere le aree del quartiere deputate a funzionare da raccolta della popolazione in caso di «eventi catastrofali». Sono spuntati diversi elmetti di plastica, qualcuno ha preso il kit da sopravvivenza, obbligatorio negli uffici e dei luoghi pubblici. A distanza di poco più di mezz’ora una seconda e potente scossa ha spinto altre persone per strada, con molte ragazze scalze e senza tacchi, mentre anche in tv i giornalisti hanno indossato gli elmetti. Dopo più di un’ora c’era una tranquillità relativa e surreale, con i tremolii apparsi quasi normali. A questo punto mi sono posto e ho posto una domanda su tutte: «cosa sarebbe successo in Italia di fronte a una scossa del genere?». «Da questo punto di vista – ha risposto serafico un dipendente di una società di trading – è meglio stare in Giappone». (fonte: Ansa).
(Archivio Corsera) |
L’impatto del terremoto che ha colpito il Giappone stamattina avrebbe spostato l’asse di rotazione terrestre di quasi 10 centimetri. È il risultato preliminare di studi effettuati dall’Ingv, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
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