Il «DAY AFTER» – continuano le scosse di magnitudo tra 5 e 6. Nella prefettura di Miyagi circa 9500 persone, metà della popolazione di una cittadina, mancano all’appello . Danneggiata una seconda centrale, rischio black out
E’ sempre più pesante il bilancio delle vittime del terremoto e del successivo tsunami che venerdì hanno colpito il Giappone. Il conto dei morti si aggiorna di ora in ora. Sabato mattina l’esercito giapponese ha trovato da 300 a 400 cadaveri nella città di Rikuzentakata, nella prefettura di Iwate: il conto ufficiale provvisorio delle vittime del terremoto arriva così a 1.200 morti, ma è destinato purtroppo a crescere ulteriormente. Oltre 200 cadaveri sono stati rinvenuti sulla spiaggia di Sendai, nella prefettura di Miyagi, dopo il passaggio di un’onda di oltre 10 metri. Altri 200 corpi sono stati trovati in varie scuole di Iwanuma e Natori, sempre a Miyagi. Sono circa 1.200 le abitazioni toccate dallo tsunami in quest’area. Altre 784 persone risultano scomparse. La polizia ha riferito inoltre di 1.128 feriti. Secondo l’agenzia Kyodo, unendo il numero dei morti a quello delle persone che mancano all’appello, il bilancio probabile delle vittime sarebbe già salito a quota 1.600. Ma le stime sono del tutto provvisorie e si comincia a percepire che fuori dai grandi centri, la situazione può rivlarsi più drammatica del previsto. Per esempio a Minamisanriku, nella prefettura di Miyagi, ci sarebbero 9500 persone di cui non si hanno notizie. Una cifra che è più della metà della popolazione della cittadina, dove vivono 17mila persone.
NUOVO ALLARME PER UNA CENTRALE – Intanto resta alta l’attenzione attorno alla centrale nucleare di Fukushima: già venerdì era stata registrata una pericolosa intensificazione dell’attività radioattiva attorno all’impianto; oggi si è registrata un’esplosione che avrebbe provocato il crollo di una parte della gabbia di contenimento del reattore.
I NUMERI – Secondo l’Agenzia nazionale per gli incendi e i disastri, sono 3.400 gli edifici completamente o parzialmente distrutti; nell’area investita da sisma e tsunami, circa 5,57 milioni di case sono prive di elettricità e 600.000 di acqua corrente. Quello di venerdì è stato il terremoto più violento di tutta la storia del Giappone, Paese a forte rischio sismico: di magnitudo 8.9, è stato registrato a 24,4 chilometri di profondità e a un centinaio di chilometri al largo della prefettura di Miyagi. Alla prima scossa ne sono seguite molte altre di assestamento per tutta la giornata di venerdì. E nella mattinata di oggi nella prefettura di Niigata, nella zona nord-occidentale del Paese, è stato registrato un sisma di magnitudo 6.7.
AIUTI DALL’ESTERO – Sono attese per oggi le prime squadre di soccorso straniere, provenienti da Nuova Zelanda, Corea del Sud e Stati Uniti. La Nuova Zelanda invierà una squadra di 48 specialisti in operazioni di ricerca e a soccorso. Anche Seul e Singapore hanno annunciato l’invio di squadre cinofile e soccorritori. La Corea del Sud ha fatto sapere di essere pronta a inviare anche tre aerei da trasporto militare. Il presidente Usa Barack Obama ha promesso ieri l’aiuto di Washington, che dispone di basi e di 47.000 soldati in Giappone. L’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale ha annunciato l’invio di due squadre di soccorso, pari a 72 persone, di cani e di 72 tonnellate di attrezzature. «Sessantotto squadre internazionali di ricerca e di salvataggio di più di 45 Paesi sono in stato di allarme, stano monitorando la situazione e sono pronte ad aiutare il Giappone se lo chiede», ha detto ieri a Ginevra Elisabeth Byrs, portavoce dell’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha). È stata, invece, rinviata la partenza della missione italiana coordinata dalla Protezione Civile, proprio per una decisione delle autorità nipponiche di accettare nell’immediato esclusivamente aiuti provenienti dai Paei geograficamente più prossimi.
RISCHIO BLACKOUT – Intanto il Paese cerca di raccogliere le forze per rialzarsi. Un compito non facile, visto che l’onda sismica ha messo a repentaglio gli approvvigionamenti energetici. L’azienda elettrica giapponese Tokyo Electric Power (Tepco) ha lanciato in mattinata l’allarme sul rischio di un black out elettrico nella capitale e nei suoi dintorni, a causa dei danni provocati alle centrali che alimentano la regione. La società ha invitato i cittadini a ridurre il consumo di corrente elettrica, aggiungendo che la domanda potrebbe eccedere le sue capacità a fine giornata. Tepco ha chiesto aiuto alle altre società che alimentano il resto del Paese, stando a quanto riferito dall’agenzia Kyodo. L’azienda risente dei problemi registrati nelle due centrali nucleari della prefettura di Fukushima, duramente colpita dal sisma e dallo tsunami: sono infatti diventati due gli impianti messi a repentaglio e in conseguenza di ciò le autorità hanno ordinato l’evacuazione della popolazione entro un raggio di tre chilometri dall’impianto.
RIPRENDONO I VOLI – Prove di ritorno alla normalità anche negli aeroporti. Cathay Pacific Airways ha annunciato che oggi nel pomeriggio riprenderanno i voli di linea per l’aeroporto internazionale di Narita e Haneda a Tokyo. Gli aeroporti, infatti, stanno gradualmente tornando alla normalitá dopo il terremoto di magnitudo 8,8 ha colpito la costa del nord-est del Giappone. I voli da e per Fukuoka, Nagoya, Osaka, Sapporo funzioneranno regolarmente, ma i passeggeri sono invitati a prevedere ritardi. Riprendono anche i collegamenti con l’Italia: dopo la sospensione di venerdì del volo per Tokyo (AZ 784) a causa della temporanea chiusura dell’aeroporto di Narita, la tratta Fiumicino-Tokyo è stata ripristinata. Il primo dei due voli Alitalia in programma oggi è decollato intorno alle 11 con 291 passeggeri a bordo. Soppresso, invece, il volo AZ 785 Tokyo-Roma che sarebbe dovuto atterrare alle 19. Intanto la compagnia sta continuando a prendere contatti con i passeggeri dei voli interessati per fornire informazioni e assistenza.
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Redazione Online