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Nucleare, nel mondo riparte il dibattito. E sullo stop Berlino adesso accelera

L’India verifica la sicurezza. stop della svizzera. Martedì riunione di esperti Ue. La Merkel: chiuderemo i due impianti più vecchi. In Italia il governo va avanti

Angela Merkel

Nel mondo si riaccende il dibattito sulla sicurezza del nucleare, alla luce di quanto sta avvenendo nelle centrali atomiche giapponesi. L’Unione europea, se necessario, è pronta a decidere misure di emergenza e di sicurezza in seguito all’allarme. In vista di ciò, il commissario europeo all’Energia, Günther Öttinger, ha convocato per martedì una riunione di esperti sulla sicurezza nucleare dell’Ue. «Tutto ciò che si riteneva impensabile, in qualche giorno è avvenuto», ha detto il tedesco Öttinger alla radio nazionale, secondo il quale la sicurezza delle centrali nucleari più vecchie va verificata con rigore, rifiutandosi di escludere chiusure di impianti se necessario. «Se prendiamo la cosa sul serio e diciamo che l’incidente ha cambiato il mondo – ed è in discussione il modo in cui noi, come società industriale, abbiamo guardato alla sicurezza e alla gestibilità», ha detto Öttinger, «allora non possiamo escludere nulla». Più di un paese in Europa, Germania e Svizzera in testa, sembra ora accelerare verso uno stop ai programmi nucleari, mentre in Italia il governo manifesta l’intenzione di andare avanti. «La nostra linea rispetto al programma nucleare non cambia», ha detto il ministro Stefania Prestigiacomo a Bruxelles. «L’Italia – ha aggiunto – ha programmato il rientro nel sistema nucleare Ue e stiamo seguendo con attenzione tutto ciò che si fa in sede europea».

GERMANIA – Sullo stop al nucleare accelera invece Berlino. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato che chiuderanno subito gli impianti nucleari tedeschi più vecchi, e cioè i due siti che si trovano in Assia e nel Baden-Wuettemberg e che attualmente sono rimasti aperti solo in seguito alla decisione di prolungare la vita di tutte le centrali. Non solo. Il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha riferito che la decisione del governo di Berlino, assunta lo scorso settembre, di prolungare mediamente di 12 anni la vita delle vecchie centrali atomiche, potrebbe ora essere rivista. «La moratoria durerà tre mesi» ha spiegato la Merkel. «Dopo la moratoria la situazione sarà analizzata in modo diverso e più attento». Il ministro dell’Ambiente, Norbert Röttgen, ha chiesto una nuova valutazione del rischio sulle centrali tedesche. E già sabato scorso la cancelliera Angela Merkel ha convocato un vertice di emergenza con i principali ministri per discutere delle conseguenze della crisi della centrale nucleare giapponese di Fukushima 1, nello stesso giorno in cui 60 mila persone hanno formato una catena umana di 45 chilometri da Stoccarda a una centrale nucleare che resterà aperta per la nuova politica tedesca.

SVIZZERA – La Svizzera ha sospeso le domande di autorizzazione per tre nuove centrali nucleari. Il ministro dell’Ambiente, Doris Leuthard, «ha deciso di sospendere le procedure di autorizzazione per le nuove centrali nucleari finché non sarà stata fatta un’analisi approfondita degli standard di sicurezza e non si sarà proceduto a un loro eventuale adeguamento». Il ministro ha incaricato l’Ispettorato federale della sicurezza nucleare di analizzare le cause dell’incidente in Giappone e di definire eventualmente nuovi o più severi standard di sicurezza, in particolare in relazione alla protezione contro i terremoti e ai sistemi di raffreddamento. La Svizzera ha cinque centrali nucleari costruite tra il 1969 e il 1984. Gli impianti più vecchi dovranno essere disattivati a partire dal 2020.

STATI UNITI – Dopo la catastrofe giapponese, anche gli Stati Uniti si interrogano sulla sicurezza dei 104 reattori presenti sul territorio, ai quali potrebbero aggiungersene altri 20 per i quali sono stati richiesti i permessi di costruzione. Il senatore Joseph Lieberman ha ora chiesto una moratoria temporanea sulla costruzione dei nuovi impianti.

AUSTRIA – Il ministro austriaco dell’Ambiente, Nikolaus Berlakovich, è tornato a chiedere a Bruxelles la verifica della sicurezza delle centrali nucleari europee. L’Austria si oppone fermamente all’energia atomica e ha più volte chiesto la chiusura degli impianti in Slovenia e in Slovacchia.

INDIA – Il primo ministro indiano, Manmohan Singh, ha annunciato che sarà verificata la sicurezza di tutti i reattori nucleari in India.

FRANCIA – In Francia i Verdi hanno proposto al governo un referendum sul nucleare. L’eurodeputato Daniel Cohn-Bendit dice che la Francia «deve porsi la questione della necessità dell’energia nucleare». Il capo dell’Autorità per la sicurezza nucleare francese Andre-Claude Lacoste precisa dal canto suo che il disastro nucleare in Giappone è più grave di quello di Three Mile Island (Usa, 1979) ma non è del livello di Chernobyl.

GRAN BRETAGNA – Gli inglesi prendono tempo. «È troppo presto per affermare se l’incidente nucleare di Fukushima potrà ritardare i progetti di costruzione di nuovi reattori nel Regno Unito» ha detto un responsabile della Health and Safety Executive (Hse), l’autorità britannica per la sicurezza nucleare, alla quale il governo ha chiesto di «trarre delle conclusioni» dal sisma in Giappone.

FINLANDIA – Il governo finlandese ha commissionato all’Agenzia di sicurezza un nuovo studio sui piani di emergenza degli impianti nucleari.

BELGIO – L’incidente nucleare in Giappone «influenzerà» il dibattito in Belgio sul nucleare: lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Annemie Turtelboom. «Ciò che accade in Giappone influenzerà la nostra riflessione sull’estensione o meno» della vita dei sette reattori del Belgio.

BIELORUSSIA – Ciò che sta avvenendo a Fukushima non avrà invece ripercussioni sulle scelte bielorusse. Il presidente Alexandr Lukahsneko non intende rinunciare al battesimo della prima centrale e proprio martedì a Minsk ci sarà la firma con la Russia di un accordo per la costruzione di un impianto atomico da mettere in funzione entro il 2017.

ITALIA – Nel nostro Paese, le commissioni Ambiente e Industria della Camera martedì riprendono l’esame del decreto legislativo sulla localizzazione degli impianti nucleari e dei siti di stoccaggio delle scorie radioattive in Italia. Mercoledì, poi, si voteranno a Montecitorio le mozioni di Pd e Fli che chiedono il ripristino degli incentivi a favore delle fonti rinnovabili. l governatore della Puglia, Nichi Vendola, ha chiesto al governo di ritirare «l’opzione nuclearista», mentre Legambiente ha dato il via a una campagna per portare al referendum del prossimo 12-13 giugno almeno 25 milioni di cittadini. I Verdi tornano a rendere noti i siti delle nuove centrali nucleari italiani resi pubblici mesi fa «e mai smentiti» e chiedono le dimissioni del ministro Prestigiacomo, denunciando «l’isolamento» del Governo italiano dopo lo stop della Germania al rilancio del nucleare. La Cgil «non condivide il piano del governo» sul nucleare, ha detto il segretario generale, Susanna Camusso, ma «non darà indicazioni di voto» al referendum.

PRO E CONTRO – Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, l’allarme nucleare giapponese ha «riaperto il dibattito in Italia in modo sbagliato, che nasce dall’emozione senza riflettere su cose evidenti e che non giustifica una rimessa in discussione del piano italiano. Il Giappone – ha sottolineato il titolare della Farnesina – ha rischio sismico elevatissimo e centrali non dell’ultima generazione, e che malgrado un sisma di 9 gradi non sono esplose. L’Italia – ha spiegato ancora Frattini – non è paragonabile al Giappone per intensità sismica. Nessuno ha mai immaginato di fare una centrale nucleare in Italia in zona sismica. In Francia ci sono decine di centrali atomiche a pochi chilometri delle nostre frontiere. Tutti si strappano i capelli quando succede un incidente. Noi dobbiamo pensare a che cosa succederà se non ci attrezziamo con un’energia di ultima generazione nucleare e quindi di energia pulita». Al ministro degli Esteri ha indirettamente replicato la radicale Emma Bonino, vice presidente del Senato: «Investire 30 miliardi di euro per ottenere il 4% di energia tra vent’anni non ha senso economico». «Alla luce di quanto sta accadendo in Giappone, un punto interrogativo enorme si proietta sul programma nucleare italiano», ha detto il leader di Alleanza per l’Italia, Francesco Rutelli. Greenpeace, Legambiente e Wwf in un comunicato congiunto chiedono le dimissioni dell’Agenzia per la sicurezza nucleare. «Mentre l’Istituto francese di radioprotezione ha ammesso fin da subito la gravità della situazione in Giappone, l’agenzia italiana si è preoccupata solo di fare propaganda politica, negando addirittura la gravità dell’incidente. Il presidente Veronesi ha dichiarato “sicure” le centrali e attribuito le critiche all’atomo “a un’ideologia antinuclearista che si basa su dati falsi”, e per il commissario Ricotti “non è successo niente e questo incidente non è una nuova Chernobyl”». Il Pd accusa il governo di dimostrarsi «sordo» di fronte alle richieste di riflettere sul nucleare ed è una cosa incomprensibile, soprattutto in un momento in cui «anche gli Usa hanno annunciato di voler riesaminare il proprio impegno nucleare». Per Nichi Vendola e Umberto Guidoni, presidente e responsabile ricerca di Sinistra Ecologia Libertà, è più che mai necessario che l’Italia abbandoni una volta per tutte il nucleare e Sel terrà martedì un sit-in davanti a Montecitorio proprio su questo tema.

REFERENDUM – In una interrogazione il leader Idv Antonio Di Pietro chiede al governo di «rivedere immediatamente la scelta di realizzare nuovi impianti di produzione di energia nucleare in Italia». «Nei prossimi mesi – spiega l’ex pm – si voterà per il referendum promosso dall’Italia dei Valori contro il nucleare, al fine di abrogare questa pericolosa normativa che intende dare il via libera alla realizzazione di centrali nucleari sul territorio nazionale. Ci auguriamo – conclude – che il governo si fermi in tempo, altrimenti saranno i cittadini a bloccare questa follia suicida». Nel frattempo, anche nel Pdl alcuni, come il deputato Fabio Rampelli, spingono per una una riflessione sul nucleare in Italia alla luce dei rischi in Giappone, spiegando che «una riflessione interna in materia non c’è stata» e chiedendo al partito di «lasciare libertà di coscienza» ai referendum su cui si voterà prima dell’estate.

TURCHIA – La posizione del governo della Turchia è simile a quello italiano. «Siamo determinati a continuare la costruzione degli impianti nucleari», ha comunicato il ministro dell’Energia, Taner Yildiz. La Turchia prevede di costruire e rendere operativi due-tre impianti nucleari entro il 2023.

TITOLI – Intanto, alla Borsa di Parigi, il titolo del colosso nucleare francese Areva perde l’8,26% ed Edf (Energie de France) scivola del 4,6%. A Piazza Affari deboli Enel (-1,69%) ed Eni (-1,95%) sui timori di uno stop ai programmi nucleari in Italia. A Francoforte E-on e Rwe, che controllano la maggior parte delle centrali nucleari in Germania, scendono di oltre il 3%.

Redazione online

Nucleare, nel mondo riparte il dibattito. E sullo stop Berlino adesso acceleraultima modifica: 2011-03-15T11:43:48+01:00da
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