Il ministro delle finanze giapponese: potremmo decidere di metterci a comprare azioni. I timori per l’aggravarsi della crisi nucleari fanno registrare un pesante negativo
Milano – Peggiorano le principali borse europee con l’allarme atomico in Giappone e l’andamento in calo dei futures Usa, che preannunciano un’apertura pesante anche a Wall Street. Francoforte cede il 4,7% e Parigi il 3,8%, mentre riduce il calo Milano (-3%). Tra i titoli più colpiti quelli dell’energia E.On (-5,5%), Rwe (-4,8%) ed Edf (-4,3%), esposte nel settore nucleare.
Forte calo a Piazza Affari Amplia il calo Piazza Affari, con il Ftse Mib che arretra del 3,08%, piazzandosi in coda alle altre borse europee assieme a Francoforte, all’indomani dello scoppio del secondo reattore nucleare della centrale di Fukushima in Giappone. Tra i titoli più colpiti, a Milano, Exor (-6,58%), dopo il taglio del prezzo obiettivo di Exane a seguito della revisione al ribasso della raccomandazione su Fiat Spa (-6,07%). Quest’ultima, secondo gli analisti della casa d’investimento francese, farà peggio del mercato. Giù anche Fiat Industrial (-6,05%). Difficoltà per il tecnologico Stm (-6,9%), con il blocco della produzione industriale in Giappone a seguito del sisma e dell’allarme nucleare. Sotto pressione Fonsai (-4,83%) e le collegate Premafin (-3,5%) e Milano Assicurazioni (-5,21%) dopo il divorzio tra i Ligresti e i francesi di Groupama. Tra i bancari giù Mediobanca (-2,95%) e Intesa Sanpaolo (-2,79%), i cui consigli di sorveglianza e di gestione si riuniscono oggi per esaminare i conti, mentre Unicredit cede il 2,45%. Vendite sull’energia con Eni (-3,45%) e Saipem (-4,66%), più cauta invece Enel (-1,81%) dopo i conti, mentre parte in territorio negativo Enel Green Power (-0,8%). Bene solo Parmalat (+1,7%), con i piani per il futuro dell’azienda indicati ieri dall’a.d in pectore Massimo Rossi e con le ipotesi di un asse con Granarolo.
Nuovo crollo a Tokyo Prevalgono paura e tensione nelle principali borse di Asia e Pacifico, con l’allarme nucleare scattato in Giappone dopo l’esplosione di un altro reattore atomico. Nuovo crollo per Tokyo, che ha lasciato sul campo il 10% dopo lo scivolone del 6% della vigilia, mentre avanza proprio verso la capitale nipponica la nube tossica sprigionata dalla centrale di Fukushima. Difficoltà anche ad Hong Kong (-3%), ancora in fase di contrattazioni, Taiwan (-3%), Seul (-2,4%) e Sidney (-2,1%), mentre à apparsa relativamente più cauta Shanghai (-1,4%). Su quello che resta del listino nipponico, che ha funzionato anche oggi nonostante la catastrofe, si segnalano i gruppi del comparto energetico Tokyo Electric Power (-24,68%), Toshiba Corporation (-19,46%), Oki Electric (-19,05%) e Fuji Electric Holdings (-17,67%), assieme a quelli dell’alimentare come Nippon Meat Packers (-18,09%), che ha dovuto fermare la produzione. Più cauta, se è lecito il termine, Toyota (-7,4%), la cui produzione automobilistica è ferma. Sotto pressione a Hong Kong China Resources (-3,92%) e Petrochina (-3,7%), mentre a Seul le vendite interessano il comparto della logistica e delle costruzioni con Kepko Engineering (-12,71%) e Logistics Energy (-10%). In controtendenza il cementiero Ssangyong (+14,96%), spinto dalla speculazione su un possibile balzo della domanda di materia prima per la ricostruzione in Giappone. Difficoltà a Sidney per gli estrattivo-minerari Extract Resources (-18,45%), Paladin Energy (-17,47%) ed Energy resiources (-14,3%), particolarmente esposti sul nucleare in Giappone.