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Tripoli annuncia il cessate il fuoco: «Costretti a rispettare la risoluzione Onu»

Francia: «la minaccia resta». la nato: «pronti ad intervenire». Gli insorti:«A Misurata si continua a combattere». In un cdm straordinario l’Italia decide se concedere le basi

Ancora nulla è stato deciso ufficialmente, ma l’Italia sarà presto chiamata dagli alleati della Nato a fare la sua parte per la no-fly zone sulla Libia e sulle altre forme di intervento militare rese possibili dalla risoluzione votata giovedì sera dalle Nazioni Unite. Rese possibili ma non più così scontate, visto che la Libia ha annunciato l’immediato cessate il fuoco. La comunicazione è stata data dal ministro degli Esteri di Gheddafi. Mussa Kussa. Il provvedimento ha effetto immediato ed è stato adottato per proteggere i civili in linea con la risoluzione dell’Onu sulla no fly zone. Insomma, lo stop alle azioni militari nei confronti degli insorti anti-regime dovrebbe scongiurare l’eventualità di un conflitto di proporzioni più ingenti in cui sarebbero coinvolte, appunto, la forze della coalizione resasi disponibile a dare attuazione al pronunciamento delle Nazioni Unite. Resta ora da vedere quanto durerà lo stop alle armi e quali saranno le conseguenze sul fronte interno e su quello diplomatico internazionale. Mussa Kussa ha anche annunciato che la Libia si impegna a proteggere gli stranieri nel paese e i loro beni.

«RISPETTIAMO L’ONU» - La Libia, «ha decso di osservare immediatamente un cessate il fuoco e di mettere fine a tutte le operazioni militari» ha detto il ministro aggiungendo che il suo Paese «è costretto a osservare la risoluzione in quanto paese membro delle Nazioni Unite». Parlando in conferenza stampa, Moussa Koussa ha detto che la Libia condivide l’articolo della risoluzione 1973 «relativo alla protezione dei civili e alla unità territoriale della Libia». Perciò – ha aggiunto – basandoci su questo articolo, apriamo tutti i canali di dialogo con chiunque sia interessato all’unità territoriale della Libia. «Il mio paese è molto serio nell’intenzione di continuare lo sviluppo economico, politico, sociale e umanitario della nazione libica» ha detto ancora il ministro che ha però anche aggiunto l’amareza del suo paese per una serie di misure implicate dalla risoluzione come «l’imposizione di una no-fly zone…una misura che porterà sofferenze a tutto il popolo libico… Così come il congelamento degli assets e degli investimenti del popolo libico…».

GLI INSORTI: SI CONTINUA A COMBATTERE –

LA RISPOSTA FRANCESEE QUELLA BRITANNICA – La Francia, la nazione capofila della coalizione anti-Gheddafi rimane «cauta» dopo l’annuncio del cessate il fuoco in Libia. «La minaccia sul terreno non è cambiata», hanno affermato le autorità di Parigi. Che in precedenza avevano dichiarato: «Gli attacchi contro le truppe di Gheddafi avverranno «in tempi rapidi» e la Francia vi prenderà parte».
Muammar Gheddafi sarà giudicato dai fatti non dalle parole: ha detto invece il premier britannico David Cameron alla Bbc dopo l’annuncio da parte della Libia di un cessate il fuoco.

LA NATO – «La Nato sta completando la propria pianificazione per essere pronta a prendere misure appropriate a sostegno della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite» ha detto invece il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, al termine del Consiglio nordatlantico convocato per esaminare la risoluzione approvata al Palazzo di Vetro.

LE BASI – L’opzione di un attacco resta comunque molto reale e molto vicina, anche se il governo libico ha mostrato in diverse dichiarazioni attribuite a Gheddafi e ai suoi famigliari di essere pronto anche ad uno scontro militare. A cui anche l’Italia avrebbe in qualche modo dovuto dare il proprio contributo, a partire dalla messa a disposizione delle basi. Più difficile (ma non è affatto escluso), invece, che jet italiani, visto il passato colonialista in Libia, possano attaccare direttamente il Paese nordafricano. Tra le diverse opzioni le più gettonate sono la base di Sigonella, in Sicilia vicino Catania, dove si trova una stazione della Marina Usa e il 41esimo Stormo Antisommergibili, e quella di Trapani Birgi, sede del 37esimo stormo. In Puglia, allungando di circa un’ora i tempi di intervento, c’è la base di Gioia del Colle, in provincia di Bari, che ospita il 36esimo stormo.

PARTITA LA GARIBALDI – Intanto la portaerei Garibaldi è salpata dal porto di Taranto, completamente armata ed equipaggiata. La nave fa rotta verso le coste libiche e a bordo c’è la maggior parte del personale militare. Lo si apprende da qualificate fonti militari, secondo cui a bordo della portaerei non ci sarebbero ancora gli aerei da caccia che, se il Parlamento autorizzerà un’azione militare contro il regime di Tripoli, raggiungeranno la Garibaldi in navigazione. Secondo la fonte, il resto dell’equipaggio verrà imbarcato nelle prossime ore utilizzando gli elicotteri.

CONSIGLIO DEI MINISTRI – Per discutere della questione libica è cominciato a Roma un consiglio dei ministri straordinario.

MARONI – Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha convocato inoltre per il pomeriggio al Viminale il Comitato Nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, proprio per discutere delle possibili conseguenze della crisi libica.

LA LEGA – Da segnalare tuttavia una prima diversità di vedute sulla questione libica all’interno della maggioranza di governo. Se il Pdl si è detto favorevole ad un intervento militare in Libia nell’ambito della risoluzione Onu la Lega per bocca del suo leader Umberto Bossi ha dichiarato: «La Lega Nord si sente vicina alla posizione della Germania, per quanto riguarda il problema della Libia». Il Cancelliere tedesco, Angela Mekel, ha detto che la risoluzione Onu che ha dato il via libera alla No fly zone, e a eventuali raid aerei, «non è stata ponderata al 100%».

AEREI – Quanto all’eventuale impiego di aerei, se si deciderà di impiegarli, si starebbe pensando all’utilizzo dei caccia F-16 e degli Eurofighter. Possibile anche il ricorso agli Harrier Av8. Particolarmente adatti alla missione di bombardamento delle difese aeree nemiche, riferisce una fonte, sarebbero inoltre i Tornado, che furono impiegati per compiti analoghi in Kosovo, assieme a velivoli tedeschi.

MINACCE LIBICHE – Sull’intervento italiano pesa però la minaccia lanciata dal governo libico prima che venisse ordinato il cessate il fuoco. «Speriamo che l’Italia si tenga fuori da questa iniziativa»: ha detto il vice-ministro degli esteri libico Khaled Kaaim, commentando la disponibilità del governo italiano a consentire l’utilizzo delle basi sul territorio italiano per la no-fly zone. «Speriamo che non consenta l’utilizzo delle sue basi e si tenga fuori da questa iniziativa decisa dall’Onu», ha poi aggiunto Kaaim.
« La Libia non ha paura» ha detto successivamente Seif al-Islam, figlio del leader libico Muammar Gheddafi a proposito della risoluzione Onu.
C’è stato poi anche l’intervento diretto del Colonnello che ha dichiarato: «Se le potenze occidentali ci attaccheranno ci sarà l’inferno».

GRAN BRETAGNA – Anche la Gran Bretagna sta approntando la propria forza aerea per intervenire eventualmente sulla Libia. E’ già stato disposto l’invio di uno squadrone di caccia Typhoon dislocati nella base aerea di Akrotiri, sulla costa meridionale dell’isola di Cipro.

NORVEGIA – Da Oslo arriva invece la conferma che anche la Norvegia parteciperà alla coalizione militare contro la Libia. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa norvegese Grete Faremo. «Contribuiremo all’operazione – ha dichiarato Grete Faremo – ma è presto per dire in che modo». Il ministro norvegese ha parlato dell’invio di aerei da combattimento come una possibilità.

QATAR – Anche il Qatar ha annunciato che parteciperà alla no fly zone sulla Libia. È il primo paese arabo a dichiarare la sua partecipazione dopo l’approvazione venerdì da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu di una risoluzione sulla Libia e l’ok della Lega Araba.

VERTICE DI PARIGI – Intanto il segretario generale dell’Onu ha fatto sapere che parteciperà sabato al vertice Unione Europea, Unione Africana e Lega Araba sulla Libia indetto a Parigi dal presidente francese Nicolas Sarkozy.

Redazione online

Tripoli annuncia il cessate il fuoco: «Costretti a rispettare la risoluzione Onu»ultima modifica: 2011-03-18T14:55:41+01:00da
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