Miracoloso salvataggio a Ishinomaki, centro distrutto dal terremoto. La donna 80 anni, il ragazzo 16: si sono tenuti in vita con yogurt e cola. Lei ha salvato anche gli occhiali. Intanto si aggravano sempre di più le notizie di morti che salgono a 8277, mentre i dispersi sono 12.722.
TOKYO – In mezzo alle tragedie spesso accade un miracolo. E’ successo anche in Giappone dove, nove giorni dopo il cataclisma, sono stati salvati una nonna di 80 anni e il nipote di 16: Sumi Abe e Jin Abe, trovati ancora vivi nella città di Ishinomaki, a nord di Sendai un centro sostanzialmente cancellato dalle cartine dal terremoto e dallo tsunami che hanno devastato il nordest del Giappone. La nonna, 80 anni, e il nipote di 16 anni sono stati tratti in salvo dalle macerie della loro casa, nove giorni dopo l’apocalisse. Lo raccontano i media nipponici.
UNA VOCE TRA LE MACERIE – Erano le 16 (ore 8 in Italia) quando uomini della polizia e vigili del fuoco, impegnati in operazioni di soccorso nelle quali ci sono sempre meno speranze di trovare persone vive, hanno sentito una voce provenire dalle macerie di una casa. «Aiuto», diceva la voce. Era quella del sedicenne Jin. A 217 ore dal sisma e dallo tsunami. Già questo era parso
incredibile ai soccorritori. Tirato fuori Jin, hanno verificato che stava bene e gli hanno parlato. E lui immediatamente ha detto: «Dentro c’è la nonna. I soccorritori si sono precipitati a cercare tra le macerie e hanno estratto fuori Sumi. Viva e, a dispetto della sua età, per nulla spaventata, senza ferite preoccupanti, lucida tanto da preoccuparsi – come mostrano le immagini della televisione pubblica Nhk – del nipote».
SALVATI ANCHE GLI OCCHIALI – Tuo nipote sta bene, le hanno detto i soccorritori commossi. I nipote e la nonna – che ha salvato persino gli occhiali – sono stati portati in ospedale, dove la nonna ha chiesto una coperta perché sentiva freddo. Era il minimo. Più di nove giorni in quelle condizioni, mangiando solo yoghurt e bevendo cola (presi da un frigo provvidenzialmente vicino), senza muoversi, esposti al freddo intenso che s’è abbattuto sulla regione a rendere le speranze di sopravvivenza di quelli che sono tra le macerie delle città annichilite dalla furia della natura più vaghe. Possono dirsi veramente fortunati. La catastrofe nipponica ha provocato, a quanto ha comunicato oggi il Dipartimento di Polizia, già oltre 20mila tra morti e dispersi. Un bilancio, purtroppo, che appare lontano dall’essere consolidato. A dimostrarlo anche il drammatico, quotidiano aumento del numero dei dispersi riconosciuti dalle autorità che, ogni giorno che passa, rischiano di andar ad allungare la colonna di quelli che non saranno mai salvati. Come è invece accaduto, per miracolo, a Jin e a nonna Sumi.
Temperature reattori 5 e 6 Le temperature nelle piscine di contenimento dei reattori 5 e 6 sono calate, raggiungendo oggi una temperatura di sicurezza. Lo ha riferito l’agenzia per la sicurezza nucleare giapponese. Ma l’accumulo di pressione all’interno del reattore 3 sta facendo considerare la possibilità di far sfiatare gas radioattivi per consentire una diminuzione della pressione. “Anche se alcune cose vanno bene, ci saranno problemi. Al momento non siamo ottimisti sulla possibilità di una svolta”. Questo il commento del portavoce del governo, Yukio Edano.
Reattore 2, partita pompa raffreddamento I tecnici impegnati presso la centrale nucleare Fukushima danneggiata dal terremoto/tsunami e centro del peggiore incidente dai tempi di Chernobyl, hanno avviato il sistema di raffreddamento d’emergenza del reattore 2 e hanno iniziato a pomparvi acqua marina. Lo scrive oggi il sito internet del quotidiano Mainichi shinbun. I tecnici sono riusciti oggi a ripristinare l’alimentazione elettrica presso il reattore. La pompa è stata fatta partire dopo le 15 (ore 7 in Italia) e due ore dopo avevano già pompato nel reattore 40 tonnellate d’acqua. L’acqua marina deve riuscire a ricoprire le barre di combustibile nucleare che, secondo quanto si era appreso nei giorni scorsi, dovrebbero riuscire a raffreddare il reattore e la vasca del combustibile nucleare esausto.