L’ambasciata italiana: «emergenza non superata, via da tokyo». Fumo dai reattori, personale evacuato a Fukushima. Ma il premier Kan assicura: «Progressi lenti ma costanti»
(Ansa/Kyodo) |
Dopo il terremoto, lo tsunami e l’incubo nucleare, in Giappone adesso è allarme cibo. L’ Organizzazione mondiale della sanità, infatti, ha definito «grave» la contaminazione radioattiva di cibo nel Paese colpito dal sisma. In un’intervista telefonica da Manila, il portavoce regionale dell’Oms Peter Cordingley ha spiegato che la situazione è «molto più seria di quanto tutti avevano pensato in un primo momento, quando si credeva che questo tipo di problema fosse limitato entro 20-30 km» (dalla centrale). Ora è lecito supporre – ha chiarito – che prodotti contaminati siano usciti dalla zona contaminata». Cordingley ha precisato comunque che al momento «non ci sono indicazioni» che il cibo contaminato abbia raggiunto altri Paesi. Poco prima dell’allarme Oms, il governo di Tokyo aveva ordinato a quattro prefetture giapponesi, come «misura precauzionale», di sospendere la distribuzione di latte e di due tipi di vegetali, dopo la scoperta di radioattività in alcuni prodotti provenienti dalle zone vicine all’impianto di Fukushima.
FUMO DAI REATTORI – Nella centrale nucleare si è verificata una nuova situazione di emergenza: una densa colonna di fumo è fuoriuscita dal reattore 3 della centrale nucleare, dove in mattinata si era registrato un aumento della pressione, e questo ha spinto la Tepco a far evacuare tutto il personale, una decisione resa necessaria dai rischi connessi alle radiazioni. Una volta risolto il problema al reattore 3, una fumata bianca ha cominciato a uscire dal reattore 2. L’agenzia per la sicurezza nucleare, citata dall’agenzia Kyodo, ha spiegato che non ci sarebbe cambio «significativo» nel livello di radiazioni a seguito della fuoriuscita di fumo. Sull’ente di gestione dell’impianto nucleare però è sempre bufera. E ora emerge anche che la Tepco, lo scorso 28 febbraio, in un rapporto all’agenzia per la sicurezza nucleare spiegò di aver omesso alcune verifiche alla centrale di Fukushima.
KAN OTTIMISTA – In mattinata le autopompe dei vigili del fuoco e delle forze di autodifesa (Self-defence Forces) nipponiche hanno riversato oltre 3.700 tonnellate di acqua marina sul reattore 3, quello più problematico tra i 6 della struttura, nell’ambito degli sforzi per abbassare la temperatura. I tecnici al lavoro presso la centrale sarebbero comunque riusciti ad allacciare i cavi dell’elettricità a tutti e sei i reattori della struttura. Lo riferiscono i media nipponici, secondo cui il ritorno dell’alimentazione è il presupposto fondamentale per qualsiasi tipo di «stabilizzazione». Malgrado la nuova emergenza nell’impianto danneggiato dal sisma e dallo tsunami di dieci giorni fa, e per il quale è stato deciso lo smantellamento, il premier giapponese Naoto Kan, citato dalla Kyodo, ha voluto rassicurare la popolazione parlando di progressi «lenti ma costanti» nei tentativi di riprendere il controllo della centrale nucleare. Kan ha anche aggiunto che è venuto il momento di «prepararsi alla ricostruzione» post-sisma.
580 PERSONE – Nell’impianto di Fukushima sarebbero 580 le persone al lavoro, fra operai, tecnici ed esperti. Lo scrive il quotidiano Asahi Shimbun, precisando che negli ultimi giorni altri si sono aggiunti ai 50 «samurai» rimasti nei pressi della centrale la scorsa settimana, nei momenti peggiori della crisi.
IL BILANCIO E GLI ITALIANI – Il bilancio del sisma e dello tsunami di dieci giorni fa, nel frattempo, si aggrava ancora. Per la polizia giapponese infatti il numero dei morti potrebbe superare quota diciottomila. Quanto agli italiani in Giappone, anche se la situazione presso la centrale nucleare di Fukushima appare in via di «progressivo miglioramento», la nostra ambasciata ribadisce «a raccomandazione ai connazionali di allontanarsi da Tokyo e dalle prefetture limitrofe, soprattutto a nord di Tokyo, e si scoraggiano quanti si fossero allontanati dalla capitale a farvi, per ora, rientro».
TEST IN MARE – Le autorità giapponesi hanno intenzione ora di effettuare misurazioni per controllare i livelli di radioattività nelle acque del mare in prossimità della centrale nucleare di Fukushima 1. «E possibile che sostanze radioattive anche se in piccola quantità si siano propagate nel mare» ha detto un responsabile dell’agenzia per la sicurezza nucleare. «In ogni caso, anche fosse così, considerato il basso livello di radioattività nell’aria, la cosa non avrebbe conseguenze sulla salute», ha aggiunto. Tassi anomali di radioattività dovuti alla presenza di iodio 131 e di cesio 137 sono già stati rilevati in alcuni alimenti (latte, spinaci, fave) e nell’acqua di rubinetto a Tokyo e in altre città.
I COSTI – Dal riassicuratore svizzero Swiss Re è arrivata anche una prima valutazione dei costi del sisma/tsnumani che ha devastato il Giappone. Secondo Swiss Re si tratta di una cifra pari all’incirca a 1,2 miliardi dollari. I danni causati alla centrale di Fukushima, tuttavia, non dovrebbero produrre una perdita «importante» per gli assicuratori dato che le centrali nucleari non sono assicurate contro terremoti e tsunami. Swiss re ha comunque aggiunto che in ragione «di un livello di incertezza più alto della norma» queste sue stime potrebbero dover essere riviste al rialzo.
Redazione online