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Otto marinai italiani sequestrati su una nave da uomini armati

Tripoli Il rimorchiatore dirottato verso una piattaforma. L’angoscia dei familiari: nessuno ci informa

NAPOLI – Un’imbarcazione italiana è stata sequestrata ieri all’alba nel porto di Tripoli. Si tratta dell’Asso 22, nave appoggio della compagnia italiana Augusta Offshore spa – dell’armatore napoletano Mario Mattioli – impegnata con i propri rimorchiatori in attività presso la piattaforma petrolifera di Mellitah, a 120 chilometri dalla capitale e a 30 dal confine tunisino. A Tripoli l’Asso 22 era arrivato venerdì su richiesta del cliente (una società libica partner dell’Eni) al quale la Augusta ha noleggiato i propri mezzi. È ripartita ieri nel primo pomeriggio con gli 11 uomini dell’equipaggio costretti a ubbidire a un commando armato che poche ore prima si era impossessato della nave interrompendo ogni comunicazione radio. Ignota la destinazione, ma la rotta, in direzione nord ovest, era quella verso la piattaforma di Mellitah, e lì probabilmente la nave sarebbe arrivata, non si sa con quali intenzioni da parte degli occupanti libici, se la costante presenza di un elicottero decollato dal pattugliatore Comandante Borsini, della nostra Marina Militare, non avesse indotto il commando a dare l’ordine prima di ripuntare su Tripoli e poi deviare verso Tunisi.

Dell’equipaggio fanno parte otto italiani, due indiani e un ucraino. Gli italiani sono i siciliani Salvatore Boscarino, Giorgio Coppa, Nino Arena e Graziano Scala, tutti di Pozzallo, l’ischitano Giuseppe Iapino, e due sorrentini e un laziale dei quali non sono state diffuse le generalità. I familiari li hanno sentiti per l’ultima volta tre giorni fa. «E ci aspettavamo almeno una chiamata dalla Farnesina», si lamenta la fidanzata di Coppa, Chiara Fugura, invece le notizie le veniamo a sapere dalla tv e da internet.

Il sequestro dell’Asso 22 si presenta difficile da interpretare, anche da parte delle autorità italiane. Il ministro degli Esteri Frattini ammette che «non conosciamo le intenzioni» dei libici saliti a bordo. La Russa fa invece sapere che la Difesa è pronta «a intervenire con qualsiasi strumento per l’evacuazione dell’equipaggio».

Se di sequestro si tratta, la prima cosa che la nostra intelligence sta cercando di stabilire è chi ne siano gli autori. Milizie del rais, probabilmente, ma mancano elementi certi. Quello che si sa con sicurezza, perché lo comunica la società armatrice, è che l’Asso 22 durante la sosta nel porto di Tripoli è stato più volte visitato da uomini libici, qualificati come appartenenti alle autorità portuali. La prima volta nella notte tra venerdì e sabato, quando si sono fatti spiegare il funzionamento della strumentazione, le caratteristiche degli apparati e hanno raccolto dati sulle performance di navigazione. Poi ancora sabato pomeriggio, per fare foto del ponte e della sala macchine, e ancora sabato sera, quando hanno chiesto di familiarizzare con il funzionamento degli apparati e con il comando della nave. L’ultima comunicazione, ieri alle 7, in cui si annuncia la presenza a bordo anche di militari libici e l’imbarco di due gommoni. Poi più nessun contatto.

Fulvio Bufi

Otto marinai italiani sequestrati su una nave da uomini armatiultima modifica: 2011-03-21T11:40:35+01:00da
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