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Vertice Ue, nella notte accordo su fondo permanente salva-Stati

CRISI – Berlusconi: «Abbiamo vinto». Intesa sulle modifiche chieste dalla Merkel, con clausola d’emergenza. Nasce una sorta di Fmi europeo

Angela Merkel con Nicolas Sarkozy e David Cameron (Epa)

BRUXELLES – I leader dell’Unione europea hanno trovato l’accordo, poco prima della mezzanotte di giovedì, sulle condizioni di finanziamento del nuovo Meccanismo europeo permanente di stabilità (Esm), una sorta di Fmi europeo che sostituirà a partire dal giugno 2013 l’attuale fondo «salva-Stati» provvisorio. L’Esm avrà una capacità di credito effettiva di 500 miliardi di euro, ma con una dotazione di 700 miliardi per poter contare sulla tripla A delle agenzie di rating. I 700 miliardi saranno suddivisi in 620 miliardi fra capitale a richiesta e garanzie, e 80 miliardi di capitale in contanti, che verrà pagato dagli Stati membri in cinque rate annuali uguali a partire dal 2013 e fino al 2017. Le quote nazionali saranno decise in base alla chiave di ripartizione del capitale della Banca centrale europea.

LE RAGIONI DELLA MERKEL – L’accordo è stato più difficile del previsto, perché il cancelliere tedesco Angela Merkel è arrivato a Bruxelles con la richiesta di modificare la precedente intesa dei ministri delle Finanze dell’Eurozona (compreso il suo connazionale Wolfgang Schauble), che prevedeva di pagare il capitale in contanti in quattro rate, la prima, nel 2013, equivalente al 50% del totale (40 miliardi), e le altre tre nei tre anni successivi, fino al 2016. La Merkel si è impuntata sulla richiesta di cinque rate uguali, motivandola con il seguente ragionamento: se la Germania dovesse dare subito, nel 2013, 11 miliardi di euro (il 50% della propria quota di 22 miliardi), si ritroverebbe a pagare una notevole somma in interessi (ha menzionato la cifra di 900 milioni all’anno) per un capitale immobilizzato che probabilmente non servirebbe subito. L’altra ragione, non avanzata ufficialmente ma nota a tutti, è che il 2013 è un anno di elezioni in Germania, dove uno degli argomenti che hanno più presa sull’opinione pubblica è l’ossessione di dover «pagare per gli altri». Il cancelliere tedesco si è trovato contro (fatto piuttosto raro) l’Olanda e la Finlandia, Paesi i cui governi sono sottoposti a uno stretto controllo da parte dei parlamenti sulle decisioni che accettano a livello europeo. Il governo olandese aveva già informato il suo parlamento del precedente accordo fra i ministri finanziari, mentre in Finlandia le Camere sono già state sciolte in attesa delle elezioni politiche del 17 aprile. Inoltre, è stato obiettato alla Merkel che se fosse necessario soccorrere già nel 2013 un grande paese dell’Eurozona (la Spagna, per esempio, o, meno probabilmente, l’Italia), il capitale in contanti non sarebbe sufficiente a garantire la tripla A ai prestiti dell’Esm.

LA RIUNIONE SEPARATA – A questo punto il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha convocato una riunione separata degli «sherpa» dei Ventisette, per cercare una soluzione di compromesso. La formula escogitata, che la Merkel ha subito accettato, è stata quella di aggiungere al meccanismo delle cinque rate annuali uguali una sorta di clausola d’emergenza, per cui, in caso di necessità, gli Stati membri si impegnerebbero ad aumentare le garanzie messe a disposizione dell’Esm, in modo da mantenere la tripla A. La nuova formula non risolveva i problemi di Finlandia e Olanda, ma è stato il presidente dell’Eurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, a incaricarsi di convincerli. Un’obiezione è venuta anche dal premier italiano Silvio Berlusconi, che ha detto a Juncker, secondo fonti della Commissione, «non riuscirete a convincere Tremonti». Non è chiaro che cosa sia successo dopo, ma alla fine anche l’Italia ha accettato l’accordo. È restata invece «appesa» alle elezioni finlandesi, com’era previsto alla vigilia del vertice, la decisione finale dei Ventisette sull’aumento delle capacita effettiva di credito dell’attuale fondo «salva-Stati» provvisorio, l’Efsf, da 250 a 440 miliardi di euro. Vista la richiesta del governo di Helsinki di evitare che l’impegno finanziario richiesto diventasse un tema della campagna elettorale nazionale, la decisione è stata rimandata al prossimo Consiglio europeo di giugno.

BERLUSCONI: ABBIAMO VINTO – «Anche questa volta l’Italia a Bruxelles ha avuto partita vinta» ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi alla fine della prima, lunga, giornata di lavori del Consiglio europeo, che si concluderà venerdì verso l’ora di colazione. Tornando in albergo dopo mezzanotte, il premier ha rivolto ai giornalisti una frase sibillina: «Abbiamo chiesto una cosa e abbiamo vinto, avendo anche fatto interrompere il Consiglio europeo per una buona mezz’ora. Fatevelo spiegare da Tremonti…». Successivamente, fonti italiane hanno detto che la Germania aveva chiesto che i capitali del Fondo salvastati, che vengono trasferiti ai Paesi in difficoltà di bilancio, avessero un trattamento di rimborso diverso, a seconda che il Paese che li riceve avesse un rating di tripla A o inferiore. Per l’Italia questa previsione sarebbe stata «inaccettabile» perché avrebbe significato stabilire differenze tra Paesi di serie A e di serie B, «quindi il presidente Berlusconi ha detto di no», affermano le fonti. A questo punto è stata necessaria una pausa dei lavori in seguito allo scontro tra Italia e Germania, «e alla fine si è adottata una formula che non comprende questa dichiarazione sul rating dei Paesi», come voleva l’Italia. Sulla questione Libia un altro punto segnato dall’Italia. Spiegano fonti diplomatiche che per quanto riguarda eventuali nuove misure di embargo su petrolio e gas, anche queste chieste dalla Germania, «è passata la linea italiana che una decisione del genere deve essere presa in ambito Onu». Infine l’immigrazione. Le fonti diplomatiche sottolineano che nella dichiarazione finale del Consiglio «si ribadisce la necessità di una fattiva solidarietà di tutti i Paesi Ue, il che vuol dire uomini e risorse», in sostegno ai Paesi, come l’Italia, che sono il primo fronte delle migrazioni che si stanno verificando in seguito alla crisi in Nord Africa. «Sulle cose che abbiamo chiesto – sottolineano le fonti diplomatiche – abbiamo vinto su tutti i fronti». (fonte: TMNews)

Vertice Ue, nella notte accordo su fondo permanente salva-Statiultima modifica: 2011-03-25T11:16:30+01:00da
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