In azione anche aerei del Qatar per l’imposizione della no-fly zone. Le incursioni della coalizione contro le forze del regime aiutano i ribelli a riprendere il controllo della città
TRIPOLI – Mentre in Europa si discute, in Libia si continua a combattere. Nel pomeriggio di venerdì tre violentissime esplosioni sono risuonate ad Ajdabiya, estrema difesa degli insorti libici lungo la direttrice che conduce alla loro capitale Bengasi, 160 chilometri più a nord. Si è trattato di nuove incursioni della coalizione multinazionale contro le forze fedeli al regime libico, che in mattinata avevano ripreso a bombardare la città. Dense colonne di fumo sono state viste levarsi verso il cielo lungo la strada che conduce all’ingresso principale di Ajadabiya da est. Al JazeeraFrance Presse aveva parlato venerdì sera di una «mediazione» per la resa delle brigate di Gheddafi. E nella mattinata di sabato gli inviati della hanno confermato che la città è tornata sotto il controllo degli insorti.
AEREI DEL QATAR – Nel frattempo si allarga la coalizione internazionale. Gli aerei del Qatar messi a disposizione della coalizione internazionale per l’imposizione della no-fly zone hanno preso parte a operazioni di sorvolo nei cieli della Libia. Una partecipazione significativa, essendo il Qatar un Paese arabo.
153 MISSIONI IN 24 ORE – Quanto al bilancio delle operazioni, gli Usa e i paesi alleati che pattugliano la no-fly zone hanno lanciato 16 missili Tomahawk ed effettuato 153 sortite aeree nelle ultime 24 ore, ha comunicato il Pentagono. Obiettivi delle missioni sono l’artiglieria, le forze di terra e le strutture di comando e controllo del leader libico Muammar Gheddafi, ha precisato il Pentagono. Il portavoce del Pentagono ha precisato che oltre ai 16 missili Tomahawk sono state sganciate contro le forze di Gheddafi quattro bombe al alta precisione JDAM (guidate da Gps). Per quanto riguarda le 153 sortite aeree, 67 sono state effettuate dall’aviazione Usa ed altre 86 dai paesi alleati, ha precisato il portavoce del Pentagono.
ZAWIYA, RESIDENTI RAPITI DALLE TRUPPE GOVERNATIVE – Un portavoce degli insorti di Zawiya, città libica vicina a Tripoli ribellatasi a Gheddafi e poi ripresa dalle forze governative, ha detto che le milizie lealiste hanno rapito migliaia di residenti e li hanno portati in località sconosciute. Ibrahim, che è rimasto a Zawiya e non ha voluto che cognome, ha detto per telefono alla Reuters che le forze di Gheddafi «hanno rapito giovani e anziani, chiunque sotto i 50-60 anni, fossero ingegneri o muratori, e li hanno portati in un luogo sconosciuto. Migliaia sono scomparsi da quando quelli hanno preso la città». Le affermazioni di Ibrahim non possono essere verificate perch‚ il governo libico impedisce ai giornalisti l’accesso alla città 50 km a ovest di Tripoli. Un abitante di Zawiya fuggito in Tunisia, Mohsen, conferma la notizia di violenze e rapimenti.
IL RIMORCHIATORE ITALIANO – C’è stato anche nuovo contatto tra l’equipaggio dell’Asso 22, il mercantile bloccato nel porto di Tripoli da martedì, e la compagnia Augusta Offshore. «E’ stato possibile comunicare con il personale a bordo – ha fatto sapere la compagnia – e ci hanno confermato di stare bene». L’equipaggio, composto da 11 persone di cui 8 italiani, due indiani e un ucraino, resta comunque presidiato e non ha lasciato il mercantile. Intanto, fa sapere ancora la compagnia, «si continua a lavorare, a livello istituzionale, per riportare tutti a casa».
Redazione Online