Passa il voto che inverte l’ordine del giorno dei lavori a Montecitorio. Discussione giovedì. Tensione in Aula, Fini minaccia la sospensione. Casini: «Vergogna». Il Pd insorge: «Sit-in di protesta»
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Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani , in aula alla Camera(Ansa) |
ROMA – L’Aula della Camera ha dato il via libera alla richiesta della maggioranza di invertire l’ordine del giorno per discutere subito il ddl sul processo breve, che contiene la norma sulla prescrizione breve per gli incensurati. Se approvata in via definitiva la norma avrebbe un effetto quasi immediato sul processo Mills, dove Berlusconi è imputato in primo grado per corruzione in atti giudiziari. La prescrizione del reato dovrebbe intervenire tra gennaio e febbraio del 2012. La norma taglierebbe di circa otto mesi i tempi di prescrizione, per cui il processo potrebbe finire all’inizio dell’estate, sempre che non arrivi prima a sentenza. La discussione è stata in ogni caso rinviata a giovedì. L’Aula di Montecitorio ha ripreso i lavori solo per pochi minuti e a quel punto sullo scranno più alto non siedeva più Gianfranco Fini ma il vicepresidente Antonio Leone il quale ha annunciato che il presidente della Camera ha chiesto ai questori di verificare «la genesi di quanto accaduto dentro e fuori dalla Camera». Della questione si occuperà l’Ufficio di presidenza, convocato giovedì mattina alle 9. La seduta dell’aula è stata quindi sospesa. L’esame del provvedimento sul processo breve riprenderà alle 10. Annuncio che è stato accolto da un applauso e un vero e proprio boato dai banchi dell’opposizione.
RIVOLTA DELL’OPPOSIZIONE – I deputati dell’opposizione avevano abbandonato la riunione del Comitato dei Nove della commissione Giustizia per protesta contro la decisione della maggioranza di «strozzare i tempi del dibattito sul testo». «Loro vogliono strozzare al massimo i tempi del dibattito su questo provvedimento – spiega il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti – perché vogliono votare al massimo entro giovedì il testo. Ma questo è un blitz inaccettabile e noi in Aula daremo battaglia». Il Pd ha anche indetto un sit in di protesta davanti a Montecitorio alle 18 di mercoledì. Al sit in interverranno i dirigenti del partito, guidati dal segretario Pierluigi Bersani.
«VERGOGNA!» – Dopo l’intervento del capogruppo Pd, Dario Franceschini dai banchi dell’opposizione si levano urla contro la maggioranza: «Vergogna, vergogna». Gli animi in aula si scaldano a tal punto che deve intervenire il presidente della Camera, Gianfranco Fini, minacciando di sospendere i lavori. «Non costringetemi a farlo – ha detto – e vale per entrambe le parti dell’emiciclo». Ma la sospensione poi è arrivata, dopo un episodio che ha visto coinvolti lo stesso Fini e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che al presidente della Camera, che lo richiamava, ha replicato, secondo il racconto delle agenzie di stampa, con un perentorio «vaffa» (circostanza poi smentita da La Russa).
FINI – Gianfranco Fini aveva in precedenza replicato al Pd. Il presidente della Camera spiega che ci sono deliberazioni della Giunta del regolamento che fin dal 1998 precisano che le richieste di inversione di ordine del giorno, così come le richieste di rinvio in commissione di un ddl, «non incidono» sul provvedimento in discussione ma sulla «procedura» dell’esame. La decisione di far votare l’aula, aggiunge Fini, «spetta al presidente della Camera che chiama l’assemblea a pronunciarsi». Le richieste di inversione dell’odg, quindi, «non possono essere contestate» e non sono «connesse ad alcuna conseguenza definitiva sul merito».
CASINI – «Altro che riforma epocale della giustizia. Siamo alle solite. Il governo e il ministro Alfano, dopo averci illuso e illuso gli italiani che erano pronti a fare una riforma per i cittadini, ecco spuntare il solito provvedimento che serve solo a placare le ossessioni giudiziarie del presidente del Consiglio», ha detto il capogruppo dell’Udc, Pierferdinando Casini.
ALFANO – Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha respinto le polemiche dell’opposizione. «L’inversione dell’ordine del giorno ha destato scandalo, se si fosse proceduto da calendario si sarebbe votata la Comunitaria con la responsabilità civile dei magistrati», ha ricordato il ministro rispondendo ai cronisti in Transatlantico. «L’indignazione era comunque programmata», ha aggiunto.
Redazione Online