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La russa sarà sanzionato dall’ufficio di presidenza per gli insulti a Fini Prescrizione breve, il governo va sotto Fini colpito, Alfano litiga con Di Pietro Giornale lanciato verso il presidente della Camera. Il Pdl: «Si dimetta». Il Pd. «Indecorosi»

La russa sarà sanzionato dall’ufficio di presidenza per gli insulti a Fini. Giornale lanciato verso il presidente della Camera. Il Pdl: «Si dimetta». Il Pd. «Indecorosi»

ROMA – Il giorno dopo la bagarre fuori e dentro Montecitorio, per la decisione della maggioranza di imporre un’inversione dell’ordine dei lavori anticipando la discussione sulla cosiddetta prescrizione breve, il testo che prevede la riduzione dei tempi di giudizio e di cui potrebbe beneficiare anche Silvio Berlusconi per il caso Mills – di qui le accuse di ennesima legge ad persona – approda in Aula per il dibattito.

IL CASO LA RUSSA – L’inizio dei lavori era stato fissato per le dieci, per dare modo all’ufficio di presidenza della Camera di valutare l’episodio del battibecco tra Ignazio La Russa e il presidente Gianfranco Fini, preceduto dalle polemiche tra lo stesso La Russa e i rappresentanti dell’opposizione, che ha di fatto determinato l’interruzione della seduta e l’aggiornamento a oggi. E’ stato proprio Fini a chiedere ai questori di esaminare «la genesi di quanto accaduto», in particolare per determinare se c’è stata oppure no una mancanza di rispetto da parte del ministro nei confronti della presidenza rappresentata da un «vaffa» espresso a gesti (e forse non solo a giudicare dal labiale) da La Russa. Una sanzione nei confronti del ministro viene data per scontata da molti, anche se non esistono precedenti del genere. Per questo motivo l’ufficio di presidenza ha rimandato ogni decisione nell’attesa che esprima un parere anche la Giunta per il regolamento, appositamente convocata per le 16.

MALUMORI NEL PDL – La Russa, in ogni caso, ieri in serata, aveva telefonato a Fini per un chiarimento a voce e per esprimere le sue scuse, pur ritenendo di non avere commesso alcuno sgarbo verso la presidenza. Al di là di un intervento sanzionatorio formale nei suoi confronti, nei corridoi di Montecitorio la querelle con Fini e l’intervento «muscolare» con cui prendendo la parola dai banchi del governo aveva rivendicato il suo faccia-a-faccia con i manifestanti in piazza Colonna («Figuriamoci se mi sono lasciato intimidire, sono andato loro incontro a testa alta mentre voi – rivolto all’opposizione, ndr – sareste scappati come conigli!») sono stati oggetto di critiche da una parte dei deputati del Pdl, in particolare da quelli che fanno capo all’ex ministro Claudio Scajola che hanno stigmatizzato pubblicamente il suo comportamento. Ancora oggi Scajola ha parlato di «spettacolo indegno» in riferimento a quanto accaduto mercoledì.

VERBALE CONTESTATO – In ogni caso la discussione oggi entra nel vivo e si attendono nuove scintille. Le prime sono arrivate già a inizio di seduta con lam ancata approvazione del processo verbale della seduta di ieri. Il no è arrivato mediante voto elettronico. La cosa non è così usuale, perchè solitamente si approva senza troppi dibattiti e per alzata di mano. Ma le opposizioni, Pd, Udc e Idv, hanno contestato che nel processo verbale non ci fosse esplicito riferimento all’episodio che ha visto protagonista il ministro La Russa. La votazione ha visto un pareggio e dunque il processo è stato respinto. Diversi esponenti del governo erano arrivati di corsa per votare – e per questo era stato sospeso il Consiglio dei ministri in corso a Palazzo Chigi – ma i loro voti non sono comunque bastati. La seduta è poi stata sospesa e i capigruppo hanno deciso che riprenderà solo dopo che il verbale sarà integrato della parte mancante e, di conseguenza, sottoposto a nuova votazione.

LA STIZZA DI ALFANO – Quanto accaduto, seppure su un aspetto secondario come l’approvazione di un verbale, dà il segno della tensione in corso. Va tra l’altro registrato il gesto di stizza del ministro della Giustizia, Angelino Alfano: alla chiusura del voto sul processo verbale Alfano, secondo quanto riferito dal leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, ha infatti gettato la sua tessera della Camera contro i banchi dell’Italia dei Valori. «È stato un gesto irresponsabile, immorale, illegittimo da parte del portantino di Berlusconi», ha detto Di Pietro davanti alle telecamere e mostrando tra le mani la tessera di Alfano. «Lo denuncerò al presidente della Camera» aggiunge l’ex pm stigmatizzando «lo spregio e il disprezzo del ministro nei confronti del Parlamento». Disprezzo tale che, conclude Di Pietro, «mi fa chiedere le immediate dimissioni del ministro». Esponenti della maggioranza hanno invece criticato Fini sia per avere concesso il voto sui verbali (ma il presidente ha fatto notare che era impossibile non farlo essendo stato chiesto da tutte le opposizioni) sia per non avere voluto attendere l’arrivo di altri ministri a dar manforte alla maggioranza. Quattro di loro, secondo la maggioranza, erano già in aula e quindi sarebbe bastata un’attesa di pochi altri minuti e per questo Pdl e Lega sono tornati a chiedere le dimissioni del presidente, considerato non più «super partes». Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha fatto invece notare che «è stata una votazione lunghissima» e che «il Parlamento non può aspettare i comodi dei ministri» e Dario Franceschini ha parlato di «spettacolo indecoroso» da parte del governo che interrompe un consiglio dei ministri per consentire ai suoi esponenti di votare un verbale. Sulla stessa linea Futuro e Libertà: «In quale democrazia occidentale i ministri di un governo riunito lasciano precipitosamente la riunione per votare sul processo verbale della Camera di appartenenza in soccorso della maggioranza – si chiede il vicecapogruppo, Carmelo Briguglio -? Parliamo di ministri di un Paese impegnato in un’azione militare o meglio, se vogliamo usare un’immagine cruda ma che rende, ministri di un Paese in guerra a pochi chilometri dalle sue coste. Che spettacolo».

GIORNALE IN TESTA A FINI – E non solo: a segnare il nervosismo della giornata c’è il fatto che il presidente della Camera è stato colpito alla testa da un giornale che gli è stato lanciato da un deputato del Pdl mentre usciva dal’Aula della Camera dopo la bocciatura del processo verbale. Il giornale, riferiscono i presenti, ha colpito in pieno il presidente della Camera, che ha individuato l’autore del lancio, con il quale ha avuto uno scambio di battute.

ANCORA IN PIAZZA – Anche oggi ci saranno mobilitazioni del «popolo viola» all’esterno di Montecitorio, in concomitanza con la discussione del testo sul processo e della prescrizione breve. «Staremo lì fino a che il dibattito si svolgerà alla Camera – ha annunciato Gianfranco Mascia, uno dei coordinatori -. Poi ci sposteremo al Senato. In questo momento, decisivo per le regole democratiche del nostro Paese, è fondamentale che ciascuno faccia la sua parte». Non solo: è allo studio una mobilitazione nazionale che unisca partiti, movimenti e società civile che potrebbe essere convocata per il 16 aprile.

Redazione Online

La russa sarà sanzionato dall’ufficio di presidenza per gli insulti a Fini Prescrizione breve, il governo va sotto Fini colpito, Alfano litiga con Di Pietro Giornale lanciato verso il presidente della Camera. Il Pdl: «Si dimetta». Il Pd. «Indecorosi»ultima modifica: 2011-03-31T13:02:31+02:00da
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