Il dato è stato fornito dal sindaco dell’isola, Bernardino de Rubeis. All’alba partiti 1.716 migranti con la nave Excelsior, poi è salpata la «Catania» con 600 migranti.Dirette a Taranto. Naufragio: l’intervento e le indagini della Guardia Costiera. A bordo migranti dell’Africa subsahariana. Tra i morti anche un bambino. Dubbi sul racconto dei profughi.
LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Sono 3.731 gli immigrati presenti attualmente a Lampedusa, dopo i trasferimenti avvenuti con le prime navi e con due ponti aerei. Il dato è stato fornito dal sindaco dell’isola, Bernardino de Rubeis.
ALL’ALBA – All’alba sono partiti 1.716 migranti con la nave Excelsior della Grandi Navi Veloci. Poi dal molo di Cala Pisana è salpata la «Catania» della Grimaldi con 600 migranti, entrambe dirette a Taranto, mentre 200 sono stati portati via con due ponti aerei. Intanto, alla fonda davanti al porto di Lampedusa ci sono altre 3 navi: la «Clodia», la «Waitling Street», e la nave militare San Marco. Nelle prossime ore la Clodia dovrebbe attraccare al molo di Cala Pisana per iniziare l’imbarco di circa 500 persone.
BERLUSCONI – Nel frattempo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in una telefonata all’assemblea congressuale dei Cristiano-Popolari è tornato a parlare dei problemi degli immigrati. Il governo tunisino non sta mettendo in atto gli accordi sull’immigrazione stipulati con l’Italia ha detto Berlusconi. Il premier si scusa di non poter essere presente, ma è in corso il consiglio dei ministri «che sta affrontando il problema con la Tunisia. Il governo aveva assicurato di fermare le barche degli immigrati ma questo non è avvenuto». «Il Cdm sta affrontando il problema dei rapporti con la Tunisia perché il governo ha garantito impegni finanziari per la ripresa economica delle città tunisine e di contro il governo tunisino deve accettare il rimpatrio dei suoi concittadini. Si tratta di 5 mila tunisini che non sarebbero accettati perché noi sappiamo che dalle loro carceri sono evasi in 11 mila ed abbiamo il sospetto che possano arrivare da noi».
LA PROTESTA – Giovedì mattina un gruppo di tunisini ha inscenato un blocco stradale nella strada principale di Lampedusa. La protesta è stata inscenata dai migranti che chiedono di accelerare i tempi per i trasferimenti dall’isola in altri centri italiani. I tunisini, poche decine in tutto, hanno bloccato al circolazione per circa 10 minuti gridando slogan in cui chiedevano di essere trasferiti, mentre molti altri gridavano a gran voce «libertà, libertà». Immediato l’intervento delle forze dell’ordine che hanno disperso i manifestanti.
E’ giallo sul naufragio di undici migranti, tra cui anche un bambino, di cui si è avuta notizia mercoledì sera. Notizie frammentarie hanno parlato inizialmente di un barcone affondato dopo essere stato alla deriva a causa dell’esaurimento del carburante e di soli sei superstiti di un gruppo iniziale di 17 persone. Con il passare delle ore, essendo queste informazioni basate essenzialmente sul racconto di alcune delle persone recuperate e portate a Lampedusa, si è fatto avanti il sospetto che le cose non siano andate proprio così. Le autorità italiane per il momento non avallano alcuna ipotesi e stanno cercando di capire cosa realmente sia successo.
I DUBBI – Alle Capitanerie di Porto non risulta alcun affondamento di natanti nelle acque di ricerca e soccorso italiane. Gli extracomunitari, provenienti da Gambia e Sudan (in un primo tempo si era invece parlato di nigeriani ed eritrei), erano stati soccorsi la notte tra martedì e mercoledì dalla nave della Marina militare italiana “Comandante Borsini” mentre erano a bordo di un peschereccio egiziano, che avrebbe prestato loro i primi soccorsi, ed hanno raccontato di essere partiti dalla Libia. I migranti sono stati poi presi in consegna dalla Guardia Costiera che li ha portati a Lampedusa, dove hanno riferito del naufragio. Ma sltri cinque migranti sono giunti a Lampedusa, soccorsi da un altro motopeschereccio egiziano. Proprio questa coincidenza – la duplice presenza nei due episodi di imbarcazioni di pescatori egiziani, che potrebbero essere in realtà impiegati nel trasporto illegale di extracomunitari verso Lampedusa – ha avvalorato i sospetti della Guardia Costiera circa la veridicità del racconto degli extracomunitari.
RACCONTI LACUNOSI – I due gruppi di migranti recuperati hanno riferito di avere viaggiato sullo stesso barcone che avrebbe fatto naufragio. Complessivamente si tratta dunque di 11 extracomunitari, tutti provenienti da paesi dell’africa sub sahariana. Anche sul numero delle vittime il racconto dei superstiti è stato lacunoso: alcuni hanno infatti raccontato di essere partiti in 18 dalla Libia. Secondo questa versione i morti sarebbero dunque sette e non 11. Oltre alla Guardia Costiera anche i carabinieri valutano con molto scetticismo la ricostruzione fatta dagli immigrati, uno dei quali è stato ricoverato in stato di choc al Poliambulatorio di Lampedusa.
Redazione Online