SI CERCA IL SUCCESSORE DI GERONZI: OGGI LA NOMINA. L’ex presidente Telecom in «pole position». Ma sale la candidatura Monti
MILANO – Trieste vuole fare in fretta. L’interim di Francesco Gaetano Caltagirone, succeduto in corsa a Cesare Geronzi in quanto vicepresidente anziano delle Generali, dovrebbe finire oggi con la cooptazione in consiglio del nuovo presidente. I giochi, tuttavia, non sono ancora fatti. Ieri si sono susseguiti incontri e telefonate per arrivare alla fumata bianca in tempo per la riunione di oggi. E con il passare delle ore si sarebbe rafforzata la possibilità che sia Gabriele Galateri di Genola a rilevare il testimone.
Visto com’è andata con Geronzi, la cautela però è d’obbligo. Ieri un banchiere coinvolto nella vicenda ammetteva che sì, Galateri è in pole position «e quando uno è in questa posizione ha il 60% delle probabilità di vincere. Ma anche il 40% di non arrivare al traguardo». Prima del consiglio di questa sera, insomma, le cose potrebbero anche prendere una piega diversa. E’ vero che la tradizione vorrebbe che sia Mediobanca a indicare il nome, ma è altrettanto vero che la pattuglia dei soci privati delle Generali ha assunto grande peso ed è stata determinante nella partita che ha portato alle dimissioni di Geronzi. Nella compagine sociale della compagnia c’è anche la Banca d’Italia con il 4,49%. Vista la delicatezza del momento, serve l’accordo di tutti e sul presidente uscente di Telecom Italia ci sarebbe, anche se qualcuno ieri frenava. E questo ha rilanciato il nome di Mario Monti. Ma sul mercato continuavano a circolare anche quelli del superconsulente Roland Berger e dell’ex ministro Domenico Siniscalco. A tarda sera fonti vicine ai soci definivano la situazione «fluida», segno che le riflessioni erano ancora in corso, ma certamente su una rosa molto ristretta. Su cui oggi si esprimerà il consiglio.
Ieri Galateri è stato in Mediobanca, crocevia della partita che ha portato all’uscita di Geronzi e adesso della sua successione, e questo ha dato l’impressione che la scelta ormai fosse fatta. In Piazzetta Cuccia, però, ha fatto visita anche Siniscalco. Uscendo, l’ex ministro, attuale presidente di Assogestioni e country manager per l’Italia di Morgan Stanley, ha spiegato di essere lì «per motivi di business». Di certo, chiusa la parentesi di Geronzi, a Trieste adesso vogliono girare pagina, tornare alla normalità con un presidente meno invasivo, istituzionale, più attento alle gestione che alla politica e ai giochi di potere. E, soprattutto, che supporti il lavoro dell’amministratore delegato del gruppo, Giovanni Perissinotto, finito nel tritacarne dello scontro tra Diego Della Valle e Geronzi, nel tentativo del vicepresidente della compagnia Vincent Bolloré, di difendere il banchiere romano. E’ una delle condizioni poste dai soci veneti delle Generali raccolti in Effeti-Ferak.
Al consiglio di oggi, che si terrà a Roma, non sarà sostituita Ana Patricia Botin, dimessasi proprio alla vigilia dell’uscita di Geronzi. L’avvicendamento avverrà il 30 aprile all’assemblea della compagnia assicurativa. Prima dell’assise si riunirà il comitato nomine di Mediobanca per indicare il sostituto della banchiera spagnola, la cui nomina sarà poi ratificata dai soci insieme a quella del nuovo presidente. Ma non è finita qui, perché Geronzi si è dimesso mercoledì anche dai consigli e dai patti di sindacato in cui rappresentava le Generali. E va quindi sostituito. L’idea a Trieste sarebbe quella di indicare dei manager e quindi Perissinotto dovrebbe prenderebbe posto nel patto di Pirelli, il direttore finanziario della compagnia triestina, Raffaele Agrusti, in quello di Rcs Mediagroup e il nuovo presidente della compagnia nell’accordo parasociale di Mediobanca. Resta invece ancora da decidere chi entrerà nel board di Rcs Quotidiani.
Federico De Rosa