DOMENICA LA GARA A SEPANG. DEBUTTO PER LE INTERMEDIE E WET PIRELLI. Prove in Malesia: Webber il migliore, poi Hamilton, Button e Vettel. Ferrari lontane: Massa 6°, Alonso 9°. Massa: «Mi aspettavo un ritmo migliore. Abbiamo passato il tempo a guardare le due squadre più veloci»
SEPANG (MALESIA) – Condizioni diverse, pneumatici diversi, risultati (forse) diversi. È quello che sperano tutti i delusi del primo Gp di stagione disputato a Melbourne due settimane fa. In Malesia il meteo prevede pioggia, oltre alla solita dose di umidità. E una volta tanto non è soltanto Ecclestone, fautore persino degli scrosci artificiali, a guardare con favore a possibili rovesci. Ma intanto il dominio della Red Bull e le ottime prestazioni delle McLaren sul giro vengono confermati dalle prove che svolte su pista asciutta. Davanti, infatti, la lotta è la stessa di Melbourne: Red Bull contro McLaren. Come nella prima sessione delle libere, è stato ancora Mark Webber (Red Bull) a segnare il miglior tempo anche nella seconda ed ha preceduto i due piloti della McLaren Jenson Button e Lewis Hamilton. Migliore dei ferraristi Felipe Massa, sesto. Nono tempo per Fernando Alonso.
PNEUMATICI – Prima ancora che alle scuderie, Sepang potrebbe offrire un test efficace alla Pirelli, che dopo l’ottimo debutto australiano si prepara ora a fornire pneumatici per il bagnato. Le condizioni climatiche a Sepang sono infatti molto diverse da Melbourne e il dubbio sembra sia non «se» ma «quando» pioverà. Per la prima volta i team proveranno anche una mescola sperimentale «hard». Due set di questa nuova versione di pneumatici sono infatti a disposizione per le due sessioni di libere, il resto della fornitura degli pneumatici per il weekend è invariato, ma in caso di pioggia è probabile che entreranno in azione anche le mescole intermedia e «wet». Lo pneumatico intermedio, contraddistinto dal logo azzurro, ha un battistrada caratterizzato da leggere scanalature lungo tutta la superficie della gomma; il «wet», con logo arancione, ha un design del battistrada asimmetrico. La Pirelli prevede 3-4 pit-stop per la gara di Sepang.
SAFETY CAR – «Se piove sarà una bella lotteria, vedremo chi sarà il vincitore» dice Michael Schumacher, campione che sul bagnato può dare lezione a tutti. Ma anche lui mette le mani avanti: «Con un tempo del genere puoi passare dall’essere un eroe a nullatenente a tempo di record». E tra l’altro prevede che la gara possa addirittura non avere la solita partenza. «Al momento penso che dovremmo partire dietro alla safety car. Poi arriva la gara e se ci sono condizioni normali devi prendere delle decisioni. E in questo caso sarebbe molto di più di una lotteria». Sembra una precauzione eccessiva, ma non è così, specie per i rischi già connessi alle partenze. «Di solito quando piove è pioggia monsonica, ed è davvero una brutta cosa se si è in pista» aggiunge Hamilton. Pioggia o non pioggia, i bookmaker non hanno dubbi: il favorito è Vettel, tra l’altro vincitore qui anche un anno fa. Ma va tenuto conto anche che Webber vuole smaltire la delusione per non aver fatto altrettanto bene del suo compagno di squadra a Melbourne. E nelle prove, infatti, ha messo in fila tutti. Tra l’altro la Red Bull dovrebbe utilizzare questa volta il Kers, disattivato in Australia per un malfunzionamento. «Abbiamo bisogno di provare e vedere come va – spiega Webber – . È la prima volta che ritorna sulla macchina e questo domani ci darà più fiducia. Usarlo è un gioco da ragazzi. Ma bisogna che il Kers funzioni in modo affidabile».
FERRARI– Nella parte in lingua spagnola del breve incontro stampa del venerdì, dopo le prove libere, la parola a Fernando Alonso è scappata: milagro. Ovvero: miracolo. Sì, servirà un miracolo alla Ferrari per sopravvivere alla dura punizione che si prospetta nelle qualifiche del Gp della Malesia e poi alla gara di domenica, secondo appuntamento della stagione della Formula 1. Non solo non è stato limato il distacco dalle Red Bull – che sembrano nelle condizioni di fare ciò che vogliono, kers o non kers, ali anteriori che si flettono al limite del regolamento o che invece appartengono alle caratteristiche di un progetto vincente (ipotesi più realistica) – ma addirittura c’è la netta sensazione che la Rossa in questo momento sia la quarta o la quinta forza in campo. La seconda, ormai è chiaro, è la McLaren, l’unico team capace di organizzare un minimo di resistenza al “potere blu” ormai dilagante. E questo ce lo ricorda Felipe Massa, più crudo e più diretto di Fernando Alonso nel descrivere l’inatteso momento difficile del Cavallino: «Mi aspettavo un ritmo migliore, invece abbiamo passato la giornata a guardare davanti le due squadre più veloci». In realtà, in ordine sparso tra prima e seconda sessione, si sono viste almeno una Mercedes, o una Renault (che ha dovuto fronteggiare una grave emergenza ai portamozzi delle sospensioni, sia sulla vettura di Heidfeld sia su quella di Petrov), o, addirittura una Williams.
SITUAZIONE PIU’ GRAVE DEL PREVISTO – Quindi, è inutile girarci in tondo: si pensava che alcuni dei problemi della Ferrari emersi in Austalia dipendessero dalle caratteristiche del circuito dell’Albert Park. Invece la situazione è più seria del previsto: la F150° Italia conferma di non avere aderenza anteriore, di non essere veloce e di tendere a logorare parecchio le gomme. Un turno di prove è stato speso per verificare alternative sul fronte aerodinamico, ovviamente con i mezzi a disposizione qui, lontano da Maranello, e con la consapevolezza che il vero passo in avanti non è dietro l’angolo perché prima occorrerà diagnosticare fino in fondo il male oscuro. Fernando Alonso, a parte invocare i miracoli, crede in questo processo di sviluppo («Lo avremmo fatto in ogni caso, anche se a Melbourne avessimo trionfato») e non abdica del tutto dal suo proverbiale ottimismo: «Ci sono tante variabili ancora da decifrare: dall’usura delle gomme, alle strategie, ai carichi di benzina che avevano gli avversari in rapporto a noi. Infine, la variabile meteorologica qui è importante: se venisse a piovere, gli scenari cambierebbero». Tutto vero, soprattutto il ricorrere del temporale malese alle 5 del pomeriggio, puntuale come il the che gli inglesi bevono alla stessa ora. Ma le parole e soprattutto lo sguardo dello spagnolo non sono per nulla rassicuranti: l’impressione è che, in attesa di giorni migliori, ci si stia aggrappando alla circostanza speciale. O alla botta di fortuna.
FLAVIO VANETTI
Redazione online