Guerriglia parlamentare sugli emendamenti. Il voto finale mercoledì alle 18. Alla Camera riprende l’esame del provvedimento. L’opposizione annuncia battaglia, il Pdl serra i ranghi.
ROMA – La Camera si prepara ad affrontare il «Vietnam» del processo breve. La definizione è di Roberto Giachetti, responsabile d’Aula del Pd, che annuncia una serrata battaglia parlamentare: «Staranno tutti lì e faremo votare quando decidiamo noi – ha commentato in un’intervista al Corriere della Sera -. Ci sono circa 190 votazioni e non sono poche. Devono restare in aula dalla mattina alla sera e magari anche in seduta notturna». Perché la seduta continuerà ad oltranza e l’ipotesi di un proseguimento fino a mezzanotte è tutt’altro che peregrina. Si concede la battuta Felice Belisario, capogruppo dei senatori dell’Idv che a questa partita assisterà da spettatore: «Il governo dovrà allestire delle tendopoli anche in Parlamento, visto che gli esponenti della maggioranza saranno costretti a lavorare, loro malgrado, sino all’approvazione del processo breve: la Protezione civile è allertata».
DUE GIORNI DI VOTAZIONI – Il voto finale è fissato per mercoledì alle 18, ma in mezzo ci sono molte votazioni sugli emendamenti che, in caso di distrazioni del Pdl, potrebbero riservare qualche sorpresa alla maggioranza. Non è un caso se il capogruppo Fabrizio Cicchitto ha sentito il bisogno di scrivere a tutti i suoi deputati, richiamandoli all’ordine e alla presenza. Una precettazione che di fatto varrà anche per tutti i ministri-parlamentari: la loro assenza potrebbe essere sfruttata dall’opposizione per far passare un emendamento che costringa poi ad una revisione del testo e a nuovi passaggi parlamentari, con conseguente allungamento dei tempi dell’entrata in vigore.
«SETTIMANA INCANDESCENTE» - Che la situazione non sia delle più tranquille lo dimostrano anche le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, normalmente molto parco nelle esternazioni: «Quella che si preannuncia – ha detto a margine di una cerimonia celebratva dell’Abbazia di Cava de’ Tirreni – è una settimana incandescente, e quella di oggi sarà una giornata difficile».
I PROCESSI A RISCHIO – Ostenta invece tranquillità il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che a margine del Consiglio Europeo ha sottolineato che la «prescrizione breve» contestata dall’opposizione nel dibattito parlamentare sul processo breve «incide in termini molto tenui solo sugli incensurati» e per questo «argomenti e modalità dell’ostruzionismo», utilizzati «legittimamente» dall’opposizione, «hanno poco a che fare con il merito» della proposta di legge in discussione. Ma proprio quello della prescrizione è un tema caldo: tra i processi che potrebbero «saltare» grazie ad essa non c’è solo quello sul caso Mills che vede coinvolto direttamente Silvio Berlusconi. Tra gli altri ci sarebbero anche quelli sulla strage di Viareggio (32 vittime e 38 indagati tra cui l’ad di Fs, Mauro Moretti) quello per il crac Parmalat (100mila risparmiatori truffati e 22 persone imputate per bancarotta e associazione a delinquere, oltre a una serie di banche indagate e imputate), il processo per il crack Cirio, quello per i crolli seguiti al terremoto dell’Aquila, il processo Eternit di Torino (dove ci sono quasi 3.000 parti offese), quello per lo scandalo rifiuti a Napoli.
Redazione Online