«Ci portò Fede, fu scioccante». Segue la descrizione più esplicita del bunga bunga. Chiara e Ambra, 19enni piemontesi: «Avances dal premier, rifiutammo il gioco della statuetta». In una nota dopo il depositate delle testimonianze di altre due ragazze. Piero Longo e Niccolò Ghedini: «La genesi delle dichiarazioni e i tempi appaiono davvero indicativi»
Chiara Danese, 19 anni |
MILANO – «I complimenti del presidente Berlusconi furono talmente intensi che Fede, non so se come battuta o meno, gli disse: “Eh, mangia nel piatto tuo che io mangio nel piatto mio(…)”. Forse nelle sue intenzioni io dovevo essere destinata a lui e Ambra a Berlusconi». Il quale, «dopo l’ultima barzelletta sconcia si fece portare una statuetta di Priapo» (personaggio della mitologia classica simbolo dell’esuberanza sessuale) «e la fece girare tra le ragazze», chiedendo loro «un gioco sconcio al quale né io né Ambra ci prestammo».
Proprio mentre l’altro ieri al 1° piano del Tribunale il presidente del Consiglio arringa i cronisti sulle «elegantissime cene» di Arcore, al 5° piano della Procura due ragazze piemontesi di 19 anni, Chiara Danese e Ambra Battilana, consegnano invece ai pm la descrizione più diretta ed esplicita dei bunga bunga del premier mai fatta nell’inchiesta Ruby. Più ancora della compagna di scuola di Minetti, sinora la teste più neutra.
Ambra Battilana, 19 anni |
Per la prima volta, infatti, in almeno due ragazze si rompe il cordone di negazioni opposte dalle 32 giovani qualificate dai pm nel capo d’imputazione di Lele Mora, Emilio Fede e Minetti come prostitute convogliate dal terzetto ad Arcore. E il racconto è sorprendente anche per la genesi: non lo scoprono i pm, bensì lo portano le due ragazze, confermando negli interrogatori di lunedì le memorie del 4 aprile, benché riguardanti la notte del 22-23 agosto 2010, e stilate dopo aver consultato un avvocato che dicono di ignorare sia deputata dell’Idv di Di Pietro, Patrizia Bugnano. L’innesco, stando al racconto delle 19enni provenienti dalle selezioni di Miss Italia e con agente quel Daniele Salemi già emerso in contatto con Mora, è dato sia dalle maldicenze alimentate in piccoli paesi dai loro nomi «equiparati sui giornali alle escort», sia da un «effetto boomerang» di Berlusconi: «Uno degli elementi che mi hanno spinto a prendere questa decisione – esordisce Chiara davanti ai pm Forno e Sangermano – è la posizione che ha pubblicamente assunto il presidente Berlusconi, il quale in più occasioni ha definito “cene eleganti” le serate che per quanto mi risulta avevano tutt’altra natura, e per di più ha difeso alcune ragazze del suo “giro” che avevano avuto atteggiamenti sconvenienti, mentre non ha ritenuto di spendere una parola a favore nostra che ci eravamo comportate in tutt’altro modo».
Chiara e Ambra spiegano di essere state presentate nell’agosto 2010 da Salemi a Fede, «che subito si mostrò entusiasta di noi, disse “vanno benissimo”, non ci richiese l’effettuazione di alcuna prova ma si mostrò deciso a sceglierci come “meteorine” a 5.000 euro a settimana». Seguono ristorante con Fede, battute a doppio senso, «esame del fondoschiena», promessa di risentirsi. E in effetti la sera del 22 agosto, senza prima saperlo, con Salemi e poi con Fede finiscono ad Arcore. La cena «con una quindicina di persone» (da tempo individuate dai pm con i tabulati) è animata dalle «barzellette sconce del premier», alle quali «Fede con piccole gomitate ci spingeva a ridere nel coro» di «tutti i presenti che scoppiavano a ridere in maniera eccessiva e forzata».
Parte il gioco della statuetta di Priapo, del quale qui si edulcora la descrizione al pari del prosieguo: «Le ragazze si dimenavano, ballavano, cantavano “meno male che Silvio c’è”, si facevano baciare i seni dal presidente, lo toccavano nelle parti intime, e poi facevano lo stesso con Fede. Eravamo scioccate, in una situazione più grande di noi. A un certo punto Berlusconi, visibilmente contento, disse “allora siete pronte per il bunga bunga?”, e tutte le ragazze in coro hanno urlato “Siiii!”». Mentre il gruppo si sposta e sale su una scala, «Berlusconi dietro di noi ci poggiò le mani sui glutei», non un aiuto (dice Ambra) ma «un palpeggiamento sul sedere, e reiterato». Arrivate nel centro benessere sempre più perplesse («Ma che dobbiamo fare, disse la mia amica, dobbiamo darla?»), Chiara vede «le ragazze ballare in maniera piuttosto volgare» con «vestiti da infermiera molto corti, da crocerossina», «i seni molto scoperti», «anche un frustino», e «avvicinandosi a Berlusconi lo toccavano e si facevano toccare nelle parti intime», una «ballava mentre Berlusconi la baciava sul seno».
Chiara e Ambra dicono di essere rimaste paralizzate, «mentre Fede e Berlusconi incitavano le altre ragazze a coinvolgerci in questo “gioco” con parole quali “dai spogliatele… spogliatevi… ballate”». E quando spiegano di volersene andare, «Fede risponde: “Se volete andare via, va bene, ma non pensate di poter fare le meteorine o Miss Italia”. Berlusconi, che sedeva accanto, annuiva senza dire una parola». In auto, Fede di colpo cambia e esalta il «nostro non essere come le altre: brave, avete superato una prova». E l’sms «grazie per la fantastica serata!» dal telefonino di Chiara a Fede? «In realtà lo mandò Salemi, per assicurarmi la selezione a Miss Italia, quando ancora non gli avevamo raccontato la serata».
«Le nuove dichiarazioni apparse anche quest’oggi su alcuni giornali in relazione alle serate in Arcore, sono destituite di ogni fondamento e contrastano con numerosissime indicazioni di segno completamente opposto». È quanto dichiarano in una nota i parlamentari e legali del premier Piero Longo e Niccolò Ghedini che sottolineano i loro dubbi sul timing delle novità emerse sui quotidiani oggi: «La genesi delle dichiarazioni e i tempi appaiono davvero indicativi e ne dimostrano l’assoluta inconsistenza». Si tratta delle dichiarazioni di due diciannovenni, Chiara Danese e Ambra Battilana, sentite lunedì dai pm.
PROROGA 20 GIORNI PER MINETTI-FEDE-MORA – Queste deposizioni si inseriscono nell’ambito dell’altro filone d’indagine sul caso Ruby. I pm milanesi che indagano sul caso Ruby hanno concesso un’altra proroga di 20 giorni a Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, indagati per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile, per decidere se farsi interrogare o meno, dopo la chiusura dell’inchiesta a loro carico avvenuta nelle scorse settimane. Il termine per decidere se farsi interrogare o meno, o per presentare memorie difensive, sarebbe scaduto infatti domani, ma ieri a metà pomeriggio i legali dei tre indagati hanno ricevuto un avviso di deposito di nuovi atti integrativi di indagine. In particolare, gli avvocati hanno ricevuto l’avviso di deposito delle due testimonianze di due ragazze, Chiara Danese e Ambra Battilana, sentite lunedì dai pm. Le testimonianze delle due giovani che parlano di una serata ad Arcore con il premier e descrivono il «bunga-bunga» sono riportate sul Corriere della Sera. Da giovedì, dunque, scatteranno altri 20 giorni per i tre indagati che se vorranno potranno farsi interrogare. È più probabile però che vengano presentate memorie difensive. Da quanto si è saputo, inoltre, i pm sarebbero ancora impegnati nella stesura di altri atti integrativi di indagine che potrebbero essere depositati ai legali nei prossimi giorni. Per la procura le testimonianze delle due ragazze torinesi sono «rilevanti per il contesto», ma non integrano alcuna nuova contestazione, cioè «non dicono nulla di nuovo».
L’AVVOCATO DELLE RAGAZZE – «Ci tengo alla mia professionalità e il mio partito, l’Idv, non sapeva niente di Ambra Battilana e Chiara Danese, hanno appreso tutto dai giornali»dice la senatrice dell’Idv, Patrizia Bugnano, che è l’avvocato di Ambra Battilana, la ragazza che insieme a Chiara Danese ha deposto davanti ai pm di Milano sulle serate ad Arcore. «Io innanzitutto – precisa la senatrice raggiunta telefonicamente a Bruxelles – sono avvocato, sono in Senato da poco e nella mia professione la politica non c’entra niente. Sono le due ragazze che sono venute a riferire del loro disagio dopo che sono state ad Arcore».
Redazione online
Luigi Ferrarella,
Giuseppe Guastella