Ma torna la tensione a Lampedusa per i rimpatri dei tunisini. Parigi cede dopo un lungo braccio di ferro con Roma. La Commissione Ue: «I documenti italiani bastano»
GENOVA – Ora improvvisamente alla Francia vanno bene i permessi italiani. Sembra quindi risolto, almeno sul piano pratico, il lungo contenzioso con l’Italia, che ha visto Parigi e Roma contrapposte sulla scelta del nostro Paese di concedere dei documenti di viaggio e dei permessi di soggiorno provvisori agli immigrati clandestini sbarcati dall’inizio dell’anno e fino al 5 aprile scorso. Hanno passato infatti i controlli della polizia francese, alla stazione di Mentone, i tunisini che questa mattina hanno ritirato i permessi di soggiorno temporaneo al commissariato di Ventimiglia. La gendarmerie è salita sul treno, ha controllato i documenti e ha fatto proseguire i migranti verso Nizza. E dire che poco prima Parigi aveva fatto sapere che i documenti di viaggio italiani non sarebbero stati giudicati validi, serviva per gli immigrati anche il passaporto. Una posizione quest’ultima però criticata dalla Commissione europea che aveva fatto sapere che l’Italia può rilasciare documenti di viaggio per stranieri – i cosiddetti «Aliens travel document» – ai migranti tunisini sprovvisti di passaporto e che tali documenti devono essere considerati validi dalle autorità dei paesi che aderiscono all’accordo di Schengen per consentire la libera circolazione quando accompagnati dal permesso di soggiorno temporaneo che l’Italia ha deciso (notificandolo l’8 aprile alla Commissione europea) di rilasciare «per motivi umanitari» agli immigrati entrati nel Paese prima del 5 aprile, data in cui è entrato in vigore l’accordo bilaterale sui rimpatri in Tunisia.
LE REGOLE – Tali documenti di viaggio per stranieri, di fatto sostitutivi dei passaporti che i clandestini in genere non portano con loro, fanno parte dei cinque requisiti previsti dall’articolo 5 del regolamento comunitario 562 del 2006, detto «Codice della Frontiere», che fissa le norme per la libera circolazione nell’area Schengen dei cittadini extracomunitari. I requisiti previsti dall’articolo 5 sono: 1) il possesso di «uno o più documenti di viaggio validi», ovvero un passaporto nazionale o un «Atd» rilasciato da un paese membro; 2) il possesso «di un visto valido», quando necessario in base al paese di provenienza; 3) il poter «giustificare lo scopo e le condizioni del soggiorno previsto e disporre dei mezzi di sussistenza sufficienti» per il soggiorno ed il ritorno nel paese d’origine; 4) non essere segnalato nel Sistema di informazioni di sicurezza (la banca dati europea a disposizione di guardie di frontiera, forze di polizia e funzionari doganali); 5) non essere «considerato una minaccia per l’ordine pubblico, la sicurezza interna, la salute pubblica o le relazioni internazionali di uno degli stati membri.
FILE – Una fila ordinata, davanti al commissariato di Ventimiglia, per ritirare i permessi di soggiorno e poi raggiungere la Francia. Era iniziata così verso le 9.30 la distribuzione dei documenti tra i migranti che da settimane ormai affollano la cittadina ligure. Al centro di accoglienza hanno trascorso la notte circa 150 migranti, altri 60 in stazione. Intanto, circa 130 permessi saranno consegnati sabato nella tendopoli in provincia di Potenza, e la consegna proseguirà ad un ritmo di circa cento al giorno. Primi arrivi di profughi invece nelle province di Trento e Bolzano.
TRAPANI – Avviate anche a Trapani venerdì mattina, e proseguiranno per l’intera giornata, le operazioni per il rilascio dei permessi temporanei ai circa 700 immigrati che sono ospitati nella tendopoli di Kinisia. Riuniti in piccoli gruppi, gli extracomunitari vengono trasferiti da Kinisia al Centro di accoglienza per richiedenti asilo, in contrada Salinagrande, dove è in funzione l’apparecchiatura per la produzione dei permessi, e fanno ritorno alla tendopoli al termine delle procedure.
LAMPEDUSA – Ore di «trattative» invece all’interno del centro di accoglienza di Lampedusa, tra le forse dell’ordine e gli immigrati tunisini che oggi dovrebbero essere rimpatriati, come prevede l’accordo firmato il 5 aprile scorso. Degli oltre 150 immigrati presenti nella struttura di contrada Imbriacola, ne dovrebbero essere scelti 30 per il primo volo di rimpatrio. Ma le operazioni sono rallentate dal rifiuto dei tunisini di radunarsi perché molti di loro sostengono di avere i requisiti per potere continuare a restare in Italia e non essere rimpatriati. Adesso alcuni legali si stanno mettendo in contatto con il centro di accoglienza per tentare di dimostrare che alcuni dei migranti sono nati in Francia o in altri paesi europei. La tensione attorno al centro di accoglienza è altissima, con decine di carabinieri e poliziotti che impediscono ai giornalisti di avvicinarsi alla struttura.
Redazione online