Il ministro La Russa: «Non sono state necessarie azioni di forza». Le undici persone a bordo sono in buona salute
TRIPOLI – Il primo contatto radio è arrivato poco prima della mezzanotte, con la nave militare Bettica, che fa parte del dispositivo Nato che incrocia al largo della Libia. A quel punto l’indiscrezione è diventata certezza: il rimorchiatore Asso 22, sotto sequestro a Tripoli dal 17 marzo scorso,con 8 italiani di equipaggio a bordo (su 11 marinai in totale) era libero e aveva raggiunto le acque internazionali.
Il rimorchiatore Asso 22 (Ansa) |
VISITATI – Nella notte il rimorchiatore ha raggiunto il pattugliatore della Marina: gli undici marinai sono stati visitati dai medici a bordo. Sono tutti in buone condizioni. Durante il sequestro le milizie libiche hanno consentito all’equipaggio contatti con la compagnia e con i familiari. Il ministro La Russa ha espresso la sua soddisfazione sulla gestione del recupero dell’Asso 22. «Ho seguito la vicenda minuto per minuto. Abbiamo sempre tenuto in allerta gli uomini per una eventuale azione di forza, che sarebbe scattata solo in caso di grave minaccia alla vita degli italiani. Per fortuna questa situazione non si è verificata e quindi non è stato necessario intervenire». E ne ha spiegato le dinamiche: «La nave militare italiana San Giorgio ha raggiunto l’Asso 22 per verificare le effettive condizioni di salute dell’equipaggio. In questo momento -fa sapere La Russa- gli uomini che si sono calati con l’elicottero sul rimorchiatore stanno rientrando, a breve avremo un rapporto».
PRECEDENTE – Nel marzo del 2009 l’Asso 22 aveva fatto parlare di sé per avere messo in salvo oltre 350 migranti proprio al largo delle coste libiche. In quel periodo il rimorchiatore, lungo 75 metri, stava assistendo tre piattaforme petrolifere al largo della Libia quando incrociò una carretta del mare carica di migranti e in difficoltà, che fu quindi agganciata e rimorchiata fino al porto di Tripoli.
Redazione online