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Raid Nato, ucciso figlio di Gheddafi

Maroni: «abbiamo intensificato azioni di verifica sul territorio nazionale». Colpita nella sua abitazione a Tripoli Saif al-Arab, ultimogenito del Raìs. Ma l’Alleanza non conferma

TRIPOLI – Uno dei figli di Gheddafi, Saif al-Arab, è stato ucciso nella notte di sabato da un raid della Nato sulla sua casa di Tripoli. Nell’abitazione secondo il governo libico si trovava anche il padre Muammar, rimasto illeso. Anche tre nipoti di Gheddafi sono morti. La Nato ha confermato un attacco su Tripoli, ma ha detto che aveva per obiettivo una struttura militare e non persone.

I NIPOTI MORTI – Secondo quanto riferisce il portavoce del governo libico Moussa Ibrahim, hanno tutti meno di 12 anni i tre nipoti di Gheddafi morti. Ibrahim non ha però voluto rivelare l’identità dei bambini dicendo di voler garantire la privacy della famiglia. «Saif al-Arab stava giocando e parlando con suo padre, la madre, i suoi nipoti e altri amici quando è stato attaccato per non aver commesso alcun crimine» ha aggiunto Ibrahim.

LA MINACCIA – Proprio sabato il Raìs in un discorso in tv aveva chiesto negoziati alla Nato per arrivare a un cessate il fuoco, ma aveva anche minacciato di «portare la guerra in Italia» per punire gli italiani di quello che considera un «tradimento».

SCENE DI GIUBILO – A Misurata i ribelli sono scesi in strada in festa suonando clacson e cantando «Allahu Akbar» – cioè «Dio è grande» – non appena appresa la notizia dell’attacco Nato su Bab al-Aziziya e della morte del figlio più giovane di Gheddafi. Fuochi d’artificio sono stati sparati di fronte all’ospedale centrale di Hikma, facendo temere che la luce potesse attirare il fuoco delle forze del Raìs.
Scene simili anche a Bengasi dove i ribelli i hanno accolto la notizia del raid con urla di giubilo e continue salve di mitra sparate in aria. «Sono così contenti che Gheddafi abbia perso suo figlio che stanno sparando in aria per celebrare (l’evento)», ha dichiarato il colonnello Ahmed Omar Bani, portavoce militare del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi.

LA NATO – Il generale canadese Charles Bouchard, comandante Nato delle operazioni in Libia, ha dichiarato che è stato attaccato «un edificio di comando e controllo nell’area di Bab al-Aziziya», precisando che comunque tutti gli obiettivi presi di mira sono di natura militare. Lo stesso Bouchard ha fatto poi riferimento a «notizie di stampa non confermate secondo le quali alcuni membri della famiglia di Gheddafi sarebbero stati uccisi» dicendo che la Nato è rammaricata per «ogni perdita di vite umane, soprattutto di civili innocenti che subiscono le conseguenze del conflitto in corso».

SACCHEGGIATA AMBASCIATA ITALIANA A TRIPOLI – L’ambasciata d’Italia a Tripoli è stata saccheggiata dalla popolazione inferocita. Nei locali non vi era l’ambasciatore e neanche il personale italiano consolare e non, che sono ritornati in Italia nei giorni scorsi.

PROTESTE DALLA RUSSIA – Da Mosca invece la Russia ha denunciato l’uso «sproporzionato» della forza da parte della Nato in Libia e mette in dubbio che i raid aerei della coalizione non abbiano come obiettivo l’eliminazione di Muammar Gheddafi. Lo riferisce una nota del ministero degli Esteri russo.

MARONI – Intanto in Italia il ministro dell’Interno Roberto Maroni a margine dell’inaugurazione di una sede della Lega Nord a Cairate (Varese) ha dichiarato: «Le parole di Gheddafi confermano che la situazione è da tenere sotto controllo, lo stiamo facendo e abbiamo intensificato azioni di verifica sul territorio nazionale». A Maroni è stato chiesto di commentare la minaccia di Gheddafi di portare la guerra in Italia, dopo che il nostro Paese ha accettato di partecipare ai raid. «Ovviamente questa minaccia non va sottovalutata – ha risposto il ministro dell’Interno -, anche i servizi segreti non la stanno sottovalutando. Non mi sento di dire che la sua è una battuta propagandistica». In più, l’uccisione la notte scorsa di uno dei figli del rais è probabile, ha aggiunto Maroni, «farà arrabbiare Gheddafi ancora di più». Da quando è scoppiata la crisi libica comunque «noi abbiamo intensificato le attività di controllo – ha concluso Maroni – per evitare che succeda qualcosa».

PROFUGHI – «In un giorno sono arrivati 3 mila profughi dalla Libia. Spero non accadrà, ma se continua così la mia previsione di 50 mila arrivi purtroppo si realizzerà» ha aggiunto Maroni. Il ministro dell’Interno ha tenuto a sottolineare che trattandosi di rifugiati in fuga da una guerra «non possono essere rimandati indietro finchè c’è la guerra in Libia e la regola europea è che se i rifugiati arrivano in un paese devono rimanere lì».

Redazione online

 

Raid Nato, ucciso figlio di Gheddafiultima modifica: 2011-05-01T16:02:00+02:00da
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