IL FALSO. La tv pachistana che l’ha diffusa, dopo le polemiche su diversi siti, ammette l’errore.
Un falso |
KABUL – Un uomo con il volto sfigurato, gli occhi cavi, la folta barba nera: la pakistana Geo Tv, la principale rete del Paese asiatico, aveva pubblicato per prima quella che sembrava essere l’immagine del cadavere di Osama Bin Laden, ucciso lunedì mattina dalle forze speciali Usa. Presto ripresa dalle emittenti e dai siti di quasi tutto il mondo, ma non da quelli americani. Dopo qualche ora Geo Tv ha dovuto ammettere che «era un falso, già circolato nel 2009», come ha dichiarato Rana Jawad , il capo dell’ufficio di Islamabad. «Nel diffonderla- ha proseguito – avevamo precisato che non eravamo in grado di autenticarla; in seguito ne abbiamo verificato la provenienza e l’abbiamo ritirata».
I DUBBI – Immediatamente subito dopo la pubblicazione dell’immagine, diversi siti avevano messo in dubbio l’autenticità della foto. I principali forum jihadisti, legati alla rete di Al Qaeda, non credevano alla notizia della morte del terrorista saudita: diversi utenti sostenevano si trattasse di un’immagine già diffusa da alcuni siti arabi lo scorso dicembre e che il volto raffigurato non fosse quello del leader di al-Qaeda. Anche il sito italiano Peacereporter.net confutava la veridicità dell’immagine: «La prima foto del cadavere di Osama mostrata da tutte le televisioni del mondo e ripresa dai principali siti di informazione, è un falso clamoroso». Scriveva il sito spiegando che quella che stava facendo il giro del mondo fosse «una immagine evidentemente elaborata con un programma di editing di immagini, ripresa dal sito “unconfirmedsources”».
Il nome del file 20060923-torturedosama.jpg dovrebbe bastare a chiarire l’equivoco – si leggeva ancora nella nota pubblicata sul sito di Peacereporter – : si tratta di una foto del 23 settembre 2006 il cui nome è «Osama torturato». A guardar l’immagine diffusa, in effetti, vi erano notevoli somiglianze con la foto «classica» del terrorista islamico pubblicata negli ultimi anni.
Secondo un video pubblicato da “IL GIORNALE” si tratterebbe di un falso clamoroso, certo che i dubbi restano visto che gli americani non hanno fatto niente per far vedere qualche foto di Bin Laden l’hanno buttato in mare in fretta e furia, questo è quello che hanno raccontato, non c’è da stupirsi, conoscendo gli americani, abili nel contraffare qualsiasi cosa anche quando si tratta di far credere che un pericoloso terrorista come Osama Bin Laden sia morto fa si che il mondo tiri un sospiro di sollievo e siccome i dubbi restano ci affidiamo a qualche foto scattata qua e là che ci faccia credere che tutto sia finito. Sarà il tempo a dirci la verità su che fine abbia fatto il capo di Al Qaeda. Morto o vivo il futuro ci risponderà.
LA SUA RICERCA – Tradito da un messaggero. Un corriere ha involontariamente tradito Osama Bin Laden. È stata, infatti, la pista dei “corrieri” a portare gli Stati Uniti fino al compound da un milione di dollari, in un villaggio del Pakistan, dove si nascondeva lo “sceicco del terrore”. A raccontare all’emittente televisiva statunitense Msnbc i dettagli di una caccia durata almeno dieci anni è stato un alto ufficiale della Casa Bianca.”Da quando capimmo che Bin Laden era una minaccia, gli Usa cominciarono a raccogliere informazioni sulla sua cerchia, inclusi i suoi corrieri personali”, ha spiegato l’ufficiale.
L’indagine cominciò ancora prima dell’attacco alle Torri Gemelle nel 2001. Ma è dopo l’11 settembre che il cerchio inizia a chiudersi. “Alcuni detenuti ci fornirono informazioni sui corrieri. Un messaggero, in particolare, suscitò la nostra attenzione. I prigionieri ci avevano dato il suo nome di battaglia e lo avevano identificato come uno dei pochi che potevano vantare la fiducia di Bin Laden”. Nel 2007 gli Usa riescono a ottenere il nome dell’uomo. Due anni dopo, scoprono le zone dove il corriere, e un suo fratello, operano di routine. “Identificammo le aree in Pakistan dove il corriere e suo fratello si muovevano. Agivano con grande cautela e questo ci rinforzò nella convinzione di essere sulla pista giusta”.
Nell’agosto 2010 gli Usa scovano la casa di Abbottabad, a 75 chilometri da Islamabad, dove i due corrieri risiedono abitualmente. “Quando trovammo il compound, restammo scioccati: era un unica, straordinaria struttura”. La costruzione era stata edificata nel 2005, alle porte della città, ed era assai sospetta. “I sistemi di sicurezza erano davvero fuori dalla norma: muri dai 12 ai 18 piedi (dai 3,5 ai 5 metri, ndr), accesso ristretto con due cancelli di sicurezza”, nessun finestra sulla strada. Inoltre, i residenti dell’abitazione bruciavano la loro immondizia e – particolare assai strano per una residenza da un milioni di dollari – non vi era alcun servizio internet o telefonico.
Così l’intelligence Usa arriva ben presto alla conclusione: in quella casa si nasconde un pezzo grosso. Poco dopo, i servizi comprendono che nel compound vivono non solo i due fratelli ma anche altre persone. Non vi sono prove che la Primula Rossa di Al Qeada sia effettivamente lì ma ogni elemento sembra suggerirlo: i sistemi di sicurezza, il tipo di compound e, soprattutto, il background dei due corrieri. “I nostri analisti studiarono la situazione sotto ogni prospettiva. Quella casa non poteva essere che di Bin Laden”.
La conclusione arriva a metà febbraio di quest’anno. A metà marzo, Barack Obama presiede ben cinque riunioni del Consiglio di Sicurezza Nazionale per mettere a punto i dettagli dell’operazione. Venerdì scorso il capo della Casa Bianca impartisce l’ordine operativo. Nessun altro Paese, ha riferito l’ufficiale, era al corrente di queste informazioni. E “solo un ristrettissimo gruppo di persone all’interno dell’esecutivo sapevano in anticipo del piano”.
Contrariamente a quanto annunciato con un flash sul suo sito, la Cnn ha reso noto che sono ancora in corso gli esami del Dna sul cadavere identificato come quello di Osama bin Laden. L’emittente americana, citando un rappresentante governativo americano, ha spiegato che gli esami sono in corso e che sono state scattate foto del cadavere da cui “non è impossibile” riconoscere bin Laden. L’Amministrazione Usa non ha ancora deciso se diffonderle.
Immagini dell’interno della casa dove è stato ucciso
Redazione online