Emissioni di nerofumo fino al 90% inferiori del carburante avio normale. Il biocarburante sperimentato dalla Nasa su un Dc-8
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La strumentazione di controllo del motore 3 di un Dc-8 Nasa durante il test al suolo (Nasa/Tschida) |
LOS ANGELES (CALIFORNIA) – Per volare, non vola. Però ha le ali. Gli aerei invece hanno le ali e volano. Finora erano questi gli unici punti di contatto tra i polli e gli aerei. Ora invece ce n’è un altro: gli aerei voleranno con il biocarburante derivato dal grasso di pollo. Detta così sembra una delle invenzioni assurde di Archimede Pitagorico, che viene finanziata in un momento di pazzia da zio Paperone che non sa cosa fare dei suoi allevamenti di polli. Invece l’esperimento è avvenuto per davvero e ha uno sponsor di tutto rispetto: la Nasa.
NASA – Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, al Dryden Flight Research Center in California, la Nasa ha effettuato prove a terra su un motore di un Dc-8 con un biocarburante derivato dal grasso di pollo e di manzo. L’esperimento è stato denominato Aafex (Alternative Aviation Fuels Experiment). I tecnici hanno verificato la prestazione del carburante una volta impiegato direttamente su un motore ed esaminato i gas di scarico per l’analisi chimica di eventuali contaminanti.
TEST – I test sembrano confermare l’idea che i biocarburanti impiegati come combustibili per i jet, come ha confermato Ruben Del Rosario, direttore del Subosonic Fixed Wing Project della Nasa, siano davvero più puliti e rilascino una quantità minore di inquinanti nell’atmosfera, in particolare per quanto riguarda gli ossidi di azoto, le particelle di nerofumo e gli idrocarburi incombusti. Gli ossidi di azoto sono particolarmente nocivi in quanto contribuiscono allo smog e aumentano i problemi respiratori e cardiovascolari. I biocarburanti derivati dalle alghe sono già utilizzati dalle Forze armate americane, ma uno studio ha dimostrato che in questo caso non sono così «verdi» come si pensa. La Lufthansa, inoltre, ha già utilizzato un biocarburante derivato da olio vegetale su un volo di linea.
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Il Dc-8 alla base in California (da Nasa) |
HRJ – In particolare su un motore è stato utilizzato il carburante Hydrotreated Renewable Jet Fuel (Hrj) e su un altro il Jet Propellant 8 (Jp-8), molto simile al carburante normale per gli aerei commerciali. Poi è stato effettuato un test con una miscela al 50% dei due. Secondo Bruce Anderson, capo degli sperimentatori della Nasa, nel motore che ha bruciato l’Hrj le emissioni di nerofumo sono state inferiori al 90% con il motore al minimo e del 60% alla massima potenza di decollo. Anderson ha aggiunto che si sono rilevate emissioni minori anche di solfati, aerosol organico e altre particelle pericolose.
NON SOLO FANTASIE – Che gli esperimenti Nasa sui biocarburanti derivati dal grasso di pollo non siano solo stravaganze di scienziati, lo testimoniano l’impianto da 2.500 barili al giorno di biodiesel derivato dagli scarti della lavorazione dei polli, aperto a Geismar (Louisiana) lo scorso ottobre con un’iniziativa congiunta tra la Tyson Food (che alleva polli) e la Syntroleum, e le ricerche per ricavare biocarburanti dal burro di scarto, come riportato nel luglio dello scorso anno sul Journal of Agricultural and Food Chemistry.