TELEFONATA DI UN AMICO AL CORRIERE, COSÌ LA CIA LO STANÒ. In un villaggio vicino alla città di Haripur prima di spostarsi ad Abbottabad
Al Qaeda ha confermato la morte di Osama Bin Laden, ma sono ancora molti a non crederci. A rinvigorire le teorie degli scettici è ora uno dei figli del terrorista. Secondo il giornale egiziano al-Wafd, infatti, “Khalid e Abdelaziz, due fratelli” dello sceicco del terrore avrebbero ricevuto una telefonata da Samy Bin Laden, figlio di Osama. Nella breve conversazione l’uomo “ha assicurato agli zii che il loro fratello è ancora vivo e che quello che sostengono i media è falso”. Il quotidiano sottolinea che nella telefonata il figlio dello sceicco del terrore “non ha precisato se Bin Laden sia stato arrestato e sia ancora vivo o se tutta la vicenda è falsa”. Infine, il giornale riporta che “nella telefonata Samy aveva fretta per motivi sicurezza e non dava molti dettagli, ma era tranquillo, perchè convinto che suo padre sta bene ed è ancora vivo”.
Vicino Islamabad dal 2003 Per anni si è pensato che Bin Laden vivesse rintanato in qualche grotta. E invece pare fosse poco lontano dalla capitale Islamabad da più tempo rispetto a quanto creduto dagli investigatori, almeno dalla fine del 2003, almeno stando alle dichiarazioni di una delle sue mogli, la 29enne yemenita Amal. Gli interrogatori sono stati riportati dal quotidiano pakistano Dawn. Secondo fonti ufficiali vicine alle indagini, la donna avrebbe detto che, prima di trasferirsi nel compound di Abbottabad, alla fine del 2005, Bin Laden visse a Chak Shah Mohammad Khan, villaggio nel vicino distretto di Haripur per quasi due anni e mezzo. Chak Shah Mohammad Khan, situata sull’autostrada che porta ad Abbottabad, si trova a 2 chilometri a sudest della città di Haripur, a poche decine di chilometri da Islamabad. In base a queste dichiarazioni, dunque Osama avrebbe lasciato la regione tribale al confine tra Pakistan e Afghanistan nel 2003.
Sospetti sui servizi segreti pakistani L’Amministrazione Obama ha anche per questo chiesto al governo pachistano le identità di alcuni alti dirigenti dei servizi segreti di Islamabad per accertare se abbiano avuto dei contatti con Bin Laden. A Washington sospettano che il Capo di stato maggiore delle forze armate, il generale Ashfaq Kayani, e il direttore generale dell’Isi, generale Ahmad Pasha, fossero a conoscenza del fatto che Bin Laden si nascondeva ad Abbottabad, ma “vi sono gradi di conoscenza e non saremmo sorpresi nello scoprire che qualcuno, nella cerchia di Pasha, sapeva”.
La telefonata che ha incastrato Osama Intanto emergono ulteriori dettagli sul blitz statunitense. È stata infatti una telefonata, apparentemente innocua, a permettere l’anno scorso alla Cia di individuare il compound di Abbottabad dove si nascondeva Osama. La telefonata è giunta da un vecchio amico ad Abu Ahmed al Kuwaiti, il corriere dello sceicco del terrore che l’intelligence americana stava tenendo sotto sorveglianza. L’amico ha chiesto ad al Kuwaiti dove era stato e cosa stava facendo. “Sono di nuovo con le persone con cui ero prima”, è stta la laconica risposta, a cui è seguita una pausa significativa. “Possa Dio facilitarvi”, ha commentato l’amico. Per gli uomini dell’intelligence americana il messaggio era chiaro: il corriere era tornato da bin Laden. E la telefonata li ha portati ad Abbottabad.
Le accusa dell’Iran Un blitz che continua a far discutere è che è stato condannato anche dall’Iran che lo ritiene “una violazione della sovranità territoriale” del Pakistan. “Gli Usa hanno provato la loro ostilità compiendo un attacco notturno in un Paese amico”, ha affermato l’ambasciatore iraniano ad Islamabad, Mashalla Shakeri, incontrando il leader dell’opposizione nel Parlamento pachistano, Choudhry Nisar Ali Khan. Shakeri, riferisce la televisione iraniana in inglese PressTv, ha invitato la Lega musulmana del Pakistan Nawaz (Pml-N) a “non scendere a compromessi su questo orribile evento”.
La battuta di Obama Una volta ucciso Bin Laden, è stato chiesto ad un membro del commmando dei Navy Seals di sdraiarsi accanto al cadavere per paragonare l’altezza. Lo sceicco del terrore era alto 1,90 metri e questo era uno dei dati per la sua identificazione. Il militare prescelto era alto 1,82 metri e il corpo risultava più lungo di vari centimetri. Quando il presidente americano Barack Obama è stato informato di questa procedura, racconta oggi il Washington post, si è voltato verso i suoi consiglieri e ha commentato: “abbiamo assegnato un elicottero da 60 milioni di dollari a questa operazione. Forse ci potevamo permettere anche un metro per misurare l’altezza”.
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