Prime immagini dopo il blitz e l’uccisione del capo di al qaeda. Il Pentagono diffonde 5 video di Bin Laden sequestrati nel rifugio di Abbottabad. «Era ancora il leader operativo»
ISLAMABAD – Osama come non era mai stato visto. Invecchiato, nel suo rifugio pachistano, il leader di al Qaeda appare invecchiato mentre controlla su un tele visore i video messaggi registrati. E dove il suo aspetto è diverso, perché sembra aver fatto ricorso a tinture e trucchi. Secondo il Pentagono, il materiale sequestrato nel bunker di Osama Bin Laden in Pakistan è il «più vasto» ed importante di cui gli Usa siano mai entrati in possesso e dimostrano che il fondatore di Al Qaeda era ancora attivo e leader dell’organizzazione. L’intelligence Usa ritiene che Osama Bin Laden fosse in pieno controllo «strategico e operativo» di Al Qaeda. Proprio i messaggi che stava preparando lo dimostrerebbero. Solo cinque video sono stati mostrati ai giornalisti.
COSA MOSTRANO I VIDEO In uno dei video l’immagine di Obama appare per un istante accanto a quella di un giovane Osama Bin Laden, mentre il leader di Al Qaeda, seduto a terra, sta evidentemente lavorando con il telecomando per cercare il montaggio ideale. Il video di Osama che guarda se stesso è stato chiaramente girato da un’altra persona, alla quale il leader di Al Qaada si rivolge dando consigli di ripresa. Un altro dei video sequestrati nel raid di Abbottabad è una registrazione di propaganda di Osama Bin Laden intitolata «Messaggio al popolo americano». Si tratta di una clip senza audio e, secondo quanto ha detto ai reporter un membro dell’intelligence, si pensa sia stata registrata lo scorso autunno. In questo video l’ex numero uno di al-Qaeda sembra essersi tinto la barba e averla accorciata.
LA MOGLIE DI BIN LADEN: IN PAKISTAN DAL 2003 – – Osama Bin Laden viveva già dal 2003 in un villaggio vicino alla città di Haripur, a qualche decina di chilometri da Islamabad. È quanto ha detto una delle mogli del leader di Al Qaeda durante gli interrogatori dopo il suo arresto nel compound di Abbottabad, secondo quanto riferiscono ufficiali vicini all’inchiesta al quotidiano pakistano Dawn. Secondo due ufficiali intervistati dal giornale, Amal Ahmed al Sadah, la giovane moglie yemenita di Osama Bin Laden, detenuta dalle forze pakistane dal giorno del blitz in cui è morto il marito, ha riferito che prima di trasferirsi nel compound di Abbottabad, verso la fine del 2005, il capo di Al Qaeda ha vissuto con la sua famiglia per due anni e mezzo a Chak Shah Mohammed Khan, un villaggio a due chilometri a sud est della città di Haripur, situata lungo la strada tra Islamabad e la stessa Abbottabad. Questo significa, ha sottolineato uno degli ufficiali, che Osama ha lasciato l’area tribale del paese nel 2003 per andare a vivere in un centro abitato. Per anni, sottolinea il quotidiano, sin dalla scomparsa di Osama dalle montagne di Tora Bora in Afghanistan nel 2001, le forze americane e pakistane lo avevano cercato nella regione tribale al confine tra Pakistan ed Afghanistan.
LA CIA – Intanto si apprende che sarebbe stata una telefonata, apparentemente innocua, a permettere l’anno scorso alla Cia di individuare il compound di Abbottabad dove si nascondeva Osama bin Laden. La telefonata è giunta da un vecchio amico ad Abu Ahmed al Kuwaiti, il «corriere» dello sceicco del terrore che l’intelligence americana stava tenendo sotto sorveglianza. L’amico ha chiesto ad al Kuwaiti dove era stato e cosa stava facendo. «Sono di nuovo con le persone con cui ero prima», è stta la laconica risposta, a cui è seguita una pausa significativa. «Possa Dio facilitarvi», ha commentato l’amico. Per gli uomini dell’intelligence americana il messaggio era chiaro: il corriere era tornato da bin Laden. E la telefonata li ha portati al compound di Abbottabad. «Questo è il momento in cui inizia il film della caccia a bin Laden», ha spiegato un funzionario americano informato dei fatti. La telefonata ad al Kuwaiti ha permesso all’intelligence americana di ottenere il numero di cellulare di al Kuwaiti. A partire da questo elemento, impiegando risorse umane e tecniche si è arrivati al compound. Gli americani sono stati fra l’altro colpiti dal fatto che quando al Kuwaiti o altre persone lasciavano il compound, guidavano il loro mezzo per almeno 90 minuti prima di inserire la batteria nel telefono cellulare.
Redazione online