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Truffa ai comuni di Messina, Giardini e Taormina: sequestro di 17 milioni alla Bnl. Favori al clan in cambio di voti, in arresto sindaco e assessore sanniti

Operazione della gdf e procura di messina. Nel mirino gli strumenti rischiosi della finanza derivata venduti dalla banca alle amministrazioni locali. Nel beneventano il primo cittadino Antonio Izzo e il delegato ai Lavori Pubblici, Silvio Paradisi anche altre 17 persone tratte in arresto.

MESSINA – Un sequestro preventivo di oltre 17 milioni di euro alla Bnl per una presunta truffa ai Comuni di Messina, Giardini Naxos e Taormina con strumenti di finanza derivata è stato eseguito dal Gico della Guardia di Finanza.

OTTO INDAGATI – Il provvedimento è stato emesso dal gip Maria Vermiglio, su richiesta del procuratore Guido Lo Forte e del sostituto Vito Di Giorgio. Nell’inchiesta denominata «Over the counter», aperta dalla Procura di Messina, erano già indagati otto funzionari dell’istituto di credito.

DUE ANNI DI INDAGINE – Le indagini sono state avviate dalla procura della città dello Stretto nel 2009. Nei contratti stipulati dal 2002 al 2007, erano inserite, sostengono i magistrati, «clausole occulte che non erano state spiegate ai funzionari comunali». L’amministrazione di Giardini Naxos avrebbe poi risolto con una transazione mentre gli altri due comuni hanno denunciato la truffa. Secondo gli investigatori, poi, gli enti pubblici avrebbero firmato i contratti convinti di ottenere benefici economici per le loro finanze invece, sempre secondo l’accusa, operazioni, che dovevano essere di copertura rischio, sono risultate vere e proprie speculazioni estranee alle finalità dell’ente.

ALTI DIRIGENTI – Indagati per truffa aggravata, oltre alla stessa Bnl come soggetto giuridico, anche due dirigenti dell’istituto di credito, il responsabile della Direzione generale di Roma del settore Pubblica amministrazione, Giuseppe Pignataro, 53 anni, e il dirigente della Divisione Corporate, Roberto Antolini, 48 anni, e sei funzionari della filiale: Vincenzo Di Benedetto, 52 anni, di Malvagna (Messina); Fabio Cacia, 41 anni, di Catania; Angelo Squadrito, 53 anni, di Messina; Fabio Gallo, 43 anni, di Pescara; Carmelo Spina, 61 anni, di Sant’Alfio (Catania) ed Edoardo Catalano, 51 anni, di Napoli. Il danno per il Comune di Messina, sarebbe stato di ben 23 milioni di euro ed è derivato dal pagamento di alte commissioni e tassi elevati.

BENEVENTO – Appalti ai clan in cambio di appoggio elettorale, con queste accuse i carabinieri hanno tratto in arresto questa mattina 19 persone tra cui Antonio Izzo, sindaco di Montesarchio e l’assessore ai Lavori pubblici, Silvio Paradisi. A entrambi vengono contestati i reati di associazione camorristica e inquinamento del voto. L’inchiesta riguarda le elezioni del 2003, anno in cui Izzo, che milita in una lista civica di ispirazione centrista, fu eletto per la prima volta. Attualmente al secondo mandato, il 16 aprile 2008 Antonio Izzo ha ottenuto la ri-elezione a primo cittadino della cittadina sannita raccogliendo quasi seimila voti, pari al 63,043 per cento degli aventi diritto.

IL CLAN IADANZA-PANELLA – Nel corso dell’operazione dei carabinieri di Benevento, coordinati dai pm Antonello Ardituro, Marco del Gaudio della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ed Aldo Ingangi della sezione reati finanziari, sono state arrestate complessivamente 19 persone. I due amministratori avevano concesso al clan camorristico Iadanza-Panella, in cambio del sostegno elettorale, appalti per mense scolastiche, parcheggi e raccolta dei rifiuti.

Redazione online

Truffa ai comuni di Messina, Giardini e Taormina: sequestro di 17 milioni alla Bnl. Favori al clan in cambio di voti, in arresto sindaco e assessore sannitiultima modifica: 2011-05-12T12:36:49+02:00da
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