CONFERENZA DEL PDL ALL’INDOMANI DEL VOTO. E Bossi riunisce i suoi in via Bellerio. Verdini: «L’attenzione su Milano ha distratto un po’ dagli altri risultati». Stasera vertice col premier Berlusconi
MILANO – All’indomani del voto è tempo di analisi. E tocca di nuovo a Denis Verdini per primo ammettere che il risultato di Giuliano Pisapia a Milano è stato una sorpresa per il partito di via dell’Umiltà. «Ci aspettavamo questo risultato ma ribaltato a nostro favore» confessa il coordinatore del Pdl in conferenza stampa. Esprimendo con rammarico che «l’attenzione su Milano» ha comunque «distratto un po’ dagli altri risultati» con il Pdl che in totale «ha ottenuto il 26%» conto il 21% del Pd. A riguardo, Verdini ci tiene a sottolineare che, Milano a parte, considerando province e comuni capoluogo c’è stato un «sostanziale pareggio» tra la coalizione di maggioranza e la sinistra. È anche per questo che non esiste, secondo il Popolo della Libertà, una «questione settentrionale» ma solo un «problema Milano». Nessuna paura, quindi, per la tenuta dell’esecutivo. Anzi, «il voto più è frammentato, più allunga la legislatura» è la convinzione dell’altro coordinatore del Pdl Ignazio La Russa. Quanto alla Lega,i vertici del partito del premier fanno quadrato. E sono pronti a giurare sulla fedeltà dell’alleato: l’alleanza con il Carroccio resta salda e bisogna evitare «il gioco al massacro» con il rimpallo delle responsabilità per l’esito negativo del voto delle amministrative. «Per evitare ogni equivoco, dico chiaramente che non pensiamo che la Lega abbia mancato in alcun modo di lealtà» dice il vicecapogruppo del Senato Gaetano Quagliariello. Fabrizio Cicchitto semmai denuncia «un massiccio intervento della magistratura contro Berlusconi che ha dovuto rispondere». «Qui – specifica Cicchitto – non si sta parlando di un processo che è faccenda privata ma, ce ne sono 30 e questo significa che c’è intervento politico che cambia termini della politica».
PISAPIA-MORATTI – La partita Milano, comunque, è ancora aperta. Che il premier non sia contento per come è andata «non ci vuole un genio per capirlo», taglia corto La Russa, assicurando però che il Pdl non si arrende. «Abbiamo già in programma una serie di incontri per ripartire nella competizione elettorale. Milano sarà una battaglia non in discesa ma che vogliamo giocarci convinti di poter vincerla» ha detto il ministro della Difesa in conferenza stampa. Sulla stessa linea il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi. «Ora ci mancano 15 giorni per confrontarci con il programma di Pisapia» ha spiegato, dicendosi sicuro del fatto che «i milanesi non vorranno lasciare la loro città in mano all’estrema sinistra». «Quanto a noi – ha promesso -, niente risse, niente toni alti, dobbiamo lavorare. Sono convinto che abbiamo perso una partita ma possiamo sempre vincere lo scudetto». Il Pdl sembra ora blandire il Terzo Polo. In conferenza stampa La Russa ha annunciato un incontro con alcuni moderati: «Giovedì – ha spiegato – ho organizzato un incontro a Milano con altri esponenti che non ci hanno appoggiato al primo turno…». E a chi gli chiedeva se si tratti di Adolfo Urso e Andrea Ronchi, colombe di Fli, il coordinatore del Pdl ha lasciato intendere che sì, si tratta di loro. «Non ho in programma alcun incontro giovedì a Milano. Sui ballottaggi, peraltro, ho già detto come la penso, in piena trasparenza e coerenza» ha fatto sapere però il finiano Urso.
VERTICE A PALAZZO GRAZIOLI – Nessun commento, ancora, da parte di Silvio Berlusconi: il premier è rientrato a Roma e riceverà nel pomeriggio, a Palazzo Chigi, il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Joseph Deiss e il presidente della Repubblica gabonese, Ali Bongo Ondimba. Il Cavaliere analizzerà quindi l’esito elettorale in serata a palazzo Grazioli, dove riunirà i vertici del Pdl.
IL CARROCCIO – Tempo di analisi non solo per il Pdl. Umberto Bossi ha raccolto i suoi per discutere dell’esito delle comunali a Milano e delle strategie da attuare adesso in vista dei ballottaggi. Oltre al Senatùr sono arrivati in via Bellerio intorno a mezzogiorno anche il ministro dell’Interno, Roberto Maroni (rientrato appositamente da Roma), il capogruppo leghista alla Camera, Marco Reguzzoni, il segretario del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, il figlio di Bossi, Renzo, e il capogruppo in Consiglio comunale a Milano, Matteo Salvini. Al vertice è presente anche il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, rientrato da Roma. Atteso anche il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota.
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