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Voto, il «day after»: adesso Pisapia strizza l’occhio a Terzo polo e Grillini

Il capogruppo della Lega: «Se la sinistra pensa di aver vinto, sbaglia di grosso». Palmeri: voto a chi è attento alla città. Calise: nessuna indicazione. Salvini: basta referendum sul premier

I poster comparsi in città per ringraziare l’elettorato di centrosinistra

MILANO – Soddisfazione da parte del candidato sindaco del centrosinistra per Milano, Giuliano Pisapia, all’indomani dei dati che lo danno in testa su Letizia Moratti. «Alcuni – ha detto martedì mattina, intervistato da Radio Popolare – pensavano che fosse impossibile cambiare, ma io ho intercettato la volontà di cambiamento. Ho parlato con i cittadini e continuerò a farlo». E questo vale naturalmente anche per i prossimi 15 giorni, fino al 29-30 maggio, quando ci sarà il ballottaggio. E nell’euforia del «day after», Pisapia strizza l’occhio al Terzo Polo e ai grillini appunto in vista del ballottaggio: «Bisogna tornare a confrontarsi con loro – ha detto – capire la visione che hanno della città, i loro progetti e quali di questi corrispondono alla nostra visione delle cose. Su temi come il rispetto, la solidarietà, soprattutto verso le donne, credo che il Terzo polo e il Movimento 5 stelle siano più vicini al centrosinistra che al centrodestra». Da parte sua il candidato sindaco grillino Mattia Calise – che al risveglio stamattina ha inviato via Twitter e Facebook ai sostenitori uno stringato messaggio: «Buongiorno Milano! Grazieee!!» – ha precisato: «Noi non diamo e non daremo indicazioni di voto». «Abbiamo bypassato questi partiti morti, non siamo il terzo polo di nessuno, Casini, Fini, Rutelli, questi fantasmi… non ci aggreghiamo con nessuno, destra e sinistra sono la stessa cosa», fa sapere Beppe Grillo dal suo blog. Una sola certezza, dunque, dal Movimento 5 stelle: niente apparentamenti per il ballottaggio. Nè con Giuliano Pisapia, nè con Letizia Moratti. Anche se il 3,4% raccolto da Calise potrebbe assicurare proprio a Pisapia, fermo al 48,1%, la vittoria.

VERTICI – Martedì è stata una giornata di riunioni e vertici per discutere le prossime strategie in vista del ballottaggio per l’elezione del primo cittadino. Il Pdl si è riunito a casa del sindaco uscente Letizia Moratti. Presenti il vice sindaco Riccardo De Corato, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, il coordinatore regionale Mario Mantovani, il sottosegretario all’Economia Luigi Casero e il presidente dei deputati Pdl Mario Mauro. All’uscita dell’appuntamento, Gelmini ha spiegato che il Pdl ha reagito «bene, ci stiamo preparando per il ballottaggio, sono pronti i manifesti i gazebo». Mantovani ha precisato che la presenza del premier Silvio Berlusconi a Milano per manifestazioni elettorali nei prossimi giorni non è scontata: «Valuterà in serata – ha concluso – durante un incontro a palazzo Grazioli». Riunione anche nella sede della Lega, per fare il punto sulla situazione politica: dopo due ore e mezza di incontro Umberto Bossi e Roberto Maroni, seguiti dal presidente del Piemonte, Roberto Cota, hanno lasciato la sede federale della Lega Nord di via Bellerio senza fermarsi a parlare con giornalisti. In casa Pd, l’analisi del voto milanese spetta a Maurizio Martina e Alessandro Alfieri, segretario e vicesegretario lombardo, a Roberto Cornelli e Francesco La Forgia, segretario milanese e coordinatore cittadino. Evidente la felicità per il risultato, ma nessuno dà per scontata la «presa» di Milano. «Da questo momento si ritorna a lavorare sul territorio», è la sintesi.

«LAVORO DI SQUADRA» – La conquista del ballottaggio a Milano è merito «di tutta la squadra, di Stefano Boeri che ha lavorato benissimo (Boeri ha perso le primarie contro Pisapia, ndr) di Onida e di tutti», ha detto ancora Pisapia. Il segnale forte che gli ha fatto capire di potercela fare è stato il grande concerto dell’11 maggio in piazza Duca d’Aosta: «È stato – ha concluso – un evento straordinario, lì ho pensato che il vento era cambiato e ho capito che bisognava parlare ai giovani con il loro linguaggio».

IL TERZO POLO – E mentre c’è chi, come l’ex sindaco Gabriele Albertini, cerca di soffiare sul fuoco («Non capisco l’entusiasmo della sinistra perché Ferrante cinque anni fa era al 47% e Pisapia oggi è al 47%. Non hanno ottenuto più voti del 2006», ha commentato), nelle segreterie dei partiti si mettono a punto le strategie. L’attenzione è puntata sul Terzo polo, che non ha ottenuto percentuali di rilievo alla sua prima verifica elettorale, ma che nel capoluogo lombardo potrebbe rivelarsi decisivo con il suo 5,59%. «Da Milano nasce la Terza Repubblica, e nasce sulla base di una necessità costituente e ricostituente, dal bisogno di riscrivere regole comuni e dal bisogno di ricostituire una società che pare disillusa e rassegnata», dice il candidato sindaco Manfredi Palmeri, che si propone come l’ago della bilancia del prossimo ballottaggio. Un ago della bilancia, ha però precisato Manfredi Palmeri, che non eserciterà il proprio ruolo schierandosi da una parte o dall’altra, ma cercherà di sottoporre tanto al centrodestra quanto al centrosinistra questioni programmatiche come pungolo per forzare il bipolarismo.

PALMERI: «GUARDO ALLA CITTA’» – «Nessuno può chiedermi di partecipare direttamente al governo della città – ha detto Palmeri -. Io continuo a guardare alla città, e se Moratti o Pisapia si dimostreranno attenti ai temi che noi abbiamo posto sarà buon per loro e buon per Milano. Per questo ho sempre detto che il voto per me era un voto utile, perché costringerà entrambi i candidati a guardare a Milano». Palmeri incontrerà mercoledì i leader del Terzo Polo per adottare una linea comune sui più importanti ballottaggi nel Paese, ma l’intenzione sembra ormai chiara: quella di costruire dall’opposizione un’alternativa al centrodestra. «Il nostro 5,5% a Milano – ha concluso Palmeri – è un punto di partenza, perché dimostra che la città ha seguito la nostra proposta politica soprattutto tra chi si trova spaesato da un ballottaggio che potrebbe rivelarsi muscolare». Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, lunedì sera nei commenti televisivi aveva preferito evidenziare la sconfitta del centrodestra a Milano più che sbilanciarsi su indicazioni di voto, prendendo le distanze dai finiani Adolfo Urso e Andrea Ronchi che avevano invece preannunciato il loro sostegno alla Moratti.

LA «SINISTRA CHE STA A SINISTRA DEL PD» – Di Terzo polo non vorrebbe invece sentir parlare Nichi Vendola: «Con la sinistra che sta a sinistra del Pd si vince e bene». Per Vendola, per poter trionfare al ballottaggio milanese, il candidato Pisapia deve «avere come riferimento la città e il milanesi» e non basarsi su allargamenti al Terzo Polo. Quanto alle considerazioni politiche sui rapporti fra Lega e Pdl all’indomani del risultato elettorale, Vendola ha precisato: «C’è una frattura fra la Lega e la sua base elettorale, fra la leadership che pensa sempre di poter addomesticare la base elettorale e questa base che ha in parte disertato le urne e si sente tradita. La Lega di lotta e di governo – ha rilevato Vendola – non funziona, va in tilt». Sui rapporti nella maggioranza, Vendola ha poi aggiunto: «La contraddizione del Carroccio è dover mescolare il “celodurismo” di periferia con il bromuro di Palazzo Chigi: questo – ha concluso – è destinato a rendere più profondo il solco fra Pdl e Lega».

LEGA: BASTA REFERENDUM SU BERLUSCONI – Un richiamo a concentrarsi sui problemi dei milanesi viene anche dal capogruppo della Lega a Palazzo Marino, Matteo Salvini: «Mi auguro che il ballottaggio non si trasformi in un referendum pro o contro Berlusconi», ha detto dalla sede del Carroccio di via Bellerio. «I problemi dei milanesi sono altri – osserva Salvini – e su questo si può vincere». Salvini ha notato che i sindaci della Lega sono in aumento, ma «Milano fa la differenza. Se la sinistra pensa di aver già vinto, sbaglia». Quanto all’impegno della Lega per il 29 maggio «si spenderà al 101 per cento» spiega Salvini sottolineando che «se la sinistra pensa di aver già vinto si sbaglia di grosso». Certo è, aggiunge con una stoccata al sindaco Letizia Moratti «che occorre ora condurre una campagna elettorale sui temi concreti e non sulle vicende degli anni Settanta».

Redazione online

Voto, il «day after»: adesso Pisapia strizza l’occhio a Terzo polo e Grilliniultima modifica: 2011-05-17T23:47:45+02:00da
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