Informati Subito

Berlusconi, parte l’invasione dei Tg

BALLOTTAGGIO – Usigrai: «Scandaloso». Via con Studio Aperto. Poi al Tg4, Tg5, Tg1 e Tg2 . Le proteste di Bersani: «Non siamo mica in Bielorussia»

ROMA – Milano è in bilico. La vittoria a Napoli è minacciata dall’outsider De Magistris. Berlusconi ha tergiversato per qualche giorno, e dopo aver incontrato alleati, collaboratori e spin doctor, ha finalmente deciso di «metterci la faccia». E così il volto sorridente del premier ha occupato la quasi totalità dell’informazione televisiva. La prima apparizione è sullo schermo di Studio Aperto, il telegiornale di Italia Uno: «Non consegneremo Milano agli estremisti», questo il messaggio. Ma si capisce anche dal tono, che il Cavaliere punta a iniettare fiducia nell’elettorato sfibrato dalla sconfitta del primo turno: «Chi dice che mi defilo dalla campagna? Io sono in campo ogni giorno come cittadino di Milano e come leader del Pdl». Quindi cerca di smontare scettici e disfattisti: «Il dato di Milano ci dice che i milanesi non hanno premiato il Pd o il cosiddetto Terzo polo. Il dato vero – sottolinea Berlusconi – è che il Pdl è il primo partito e che l’alleanza con la Lega si conferma come l’unica in grado di un governo stabile e credibile e non c’e nessuna possibilità di avere una maggioranza alternativa alla nostra». Ma ci sono assist anche per Lettieri, impegnato nella sfida di Napoli: «Risolverà il problema dell’immondizia. E non in una settimana o in un mese. Subito». Il lungo servizio posto ovviamente in apertura del giornale è presentato nella consueta forma «regale». L’intervistatore è in bilico su una sediolina, quasi in penombra. Berlusconi viene invece illuminato da un fascio di luce accecante. Alla sua sinistra occhieggia lo scudo pidiellino.

L’EXCUSATIO DI FEDE – Al Tg4 il direttore Fede, che ha aperto con un appassionata difesa di Strauss-Kahn, introduce l’intervista a Berlusconi ricordando che il giorno prima era stato interpellato Stefano Boeri. Con l’auspicio che l’Agcom ne prenda nota. Quindi cominciano i tre minuti di Berlusconi, anche in questo caso messo decisamente a suo agio: «Il governo è forte e può andare avanti», rassicura il premier assiso alla medesima scrivania governativa apparsa su Studio Aperto e con lo stesso circoletto azzurro sospeso sulle spalle. «Come farà a vincere?», chiede l’intervistatore. Berlusconi risponde elencando i motivi per cui è impossibile perdere. Ovvero le proposte «assurde» di Pisapia: «Più tasse, estensione dell’ecopass, orde di zingari, e incapacità di gestire l’Expo». E a Napoli?: «La città è mortificata da vent’anni di sinistra al potere. Ma tornerà grande».

LE AMMIRAGLIE – Scrivania e circoletto anche su Tg1 e Tg5, che trasmettono praticamente all’unisono intervista simili anche negli argomenti. A cominciare dalla Milano «islamica», la «zingaropoli» che nella vulgata berlusconiana-leghista, Pisapia avrebbe intenzione di istallare all’ombra del Duomo. E poi le bandiere rosse, l’estremismo, le tasse. Passando da Rai1 e Canale5, Berlusconi è sempre lì. E dopo mezz’ora di nuovo, al Tg2. I tre tg coprono oltre il 60% dell’audience televisivo.

USIGRAI – «Il nostro senso di responsabilità è tale da non farci aprire una procedura di sciopero in campagna elettorale, ma il comizio di Berlusconi al Tg1 è semplicemente scandaloso» afferma in una nota Carlo Verna, il segretario dell’Usigrai (il sindacato dei giornalisti della tv pubblica). «I giornalisti della Rai hanno una loro dignità e si dissociano apertamente da questo uso spregiudicato e folle di una risorsa di tutti, il servizio pubblico, che dovrebbe garantire tutti», prosegue la nota. «Tre minuti e mezzo in apertura al premier e per il resto i consueti pastoni – conclude chi garantisce il pluralismo in Rai? Mi appello al nuovo direttore generale Lorenza Lei e ai presidenti Garimberti, Zavoli e Calabrò. Sappiano che i giornalisti Rai non vogliono essere silenziosi complici di quel che sta accadendo».

BERSANI INSORGE – Per il leader del Pd Bersani l’offensiva del premier evoca scenari da repubblica ex-sovietica: «Non siamo mica in Bielorussia», ha commentato chiedendo all’AgCom di intervenire, e contestualmente sfidando per l’ennesima volta il premier a un confronto televisivo: «Se Berlusconi vuole discutere delle elezioni venga a fare un confronto televisivo con me, io sono disponibilissimo». Nonostante l’offensiva del premier, il leader dell’opposizione ostenta sicurezza: «Ho sempre detto che a Milano vinciamo, e lo dico adesso». È ottimismo a 360° quello del segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani, che rilancia sulla aggressione mediatica del presidente del Consiglio: «È una cosa inaccettabile – ha detto – le testate non si mettono a disposizione di una telefonata del presidente del Consiglio, noi non ci stiamo e rompiamo questo giocattolo».

Berlusconi in uno studio televisivo (Ansa)

PISAPIA REPLICA – Alla poderosa offensiva berlusconiana, Pisapia risponde con una battuta: «L’unico vero estremismo emerso in questa campagna elettorale – spiega il candidato del centrosinistra riferendosi alle accuse di estremismo – è stato quello di alcuni candidati del Pdl tra i quali quelli che hanno paragonato i magistrati ai brigatisti».

LE POLEMICHE – «Berlusconi utilizza la maggior parte dei telegiornali nazionali come megafoni della sua propaganda elettorale». Incalza il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. «Già il 10 maggio scorso l’Agcom, su denuncia delle opposizioni, aveva rilevato una sovraesposizione e uno squilibrio a favore del Presidente del Consiglio, multando il Tg1», aggiunge l’ex pm. «La misura è colma. L’Agcom – sostiene -, di fronte all’offensiva programmata verso i telegiornali, si attivi immediatamente ed eserciti una rigorosa vigilanza in modo da consentire un rapido riequilibrio delle presenze televisive di Berlusconi. Se questo non fosse tecnicamente possibile per l’esiguitá dei tempi a disposizione per il riequilibrio, noi chiediamo, oltre alle sanzioni pecuniarie, la sospensione temporanea delle trasmissioni responsabili delle violazioni».

L’AFFONDO DI ZACCARIA – «I dati che abbiamo rilevato nei Tg di ieri sono ben poco promettenti riguardo al rispetto delle regole», spiega oberto Zaccaria, deputato del Pd e coordinatore del Gruppo di ascolto sul pluralismo televisivo. «A nove giorni dai ballottaggi, – sottolinea l’ex presidente della Rai – anche se Berlusconi tace, ottiene un tempo di notizia molto elevato (10 minuti e 24 sec in tutti i TG), Bossi invade, con una sorta di record personale, tutti gli spazi della politica (con 3 minuti e 12 secondi di parola e 11 minuti di tempo notizia) ma con un autogol clamoroso (“Pisapia è un matto”) che è poi costretto a rettificare».

I TEMPI DELLE ALTRE FORZE – Secondo il gruppo d’ascolo del Pd, «si parla ancora pochissimo dei referendum – prosegue Zaccaria -. Il Tg1 delle 13 ha dato peraltro la notizia del referendum in perfetto tempismo con il richiamo Agcom (nato dall’esposto di Di Pietro e dei promotori del referendum) di ieri mattina. Il servizio dura 2 min e 5 sec. Questi sono per la cronaca i tempi totali che i Tg hanno dato agli altri leader politici: tempo di notizia: Bersani 24 sec, Fini 38 sec, Casini 8 sec, Rutelli 8 sec, a Vendola un tempo di parola di 1 min e 41 sec e, come tempo di notizia, 33 sec, Di Pietro tempo di parola 47 sec, quello di notizia 9 sec, altri maggioranza: tempo di parola 8 min e 39 sec, tempo di notizia 14 min e 30 sec, altri dell’opposizione; tempo di parola 8 min e 52 sec, tempo di notizia 4 min e 26 sec. Squilibrato comunque – conclude – il rapporto maggioranza-opposizione: maggioranza 75% (2861 sec) 48 min contro opposizione 25%»

Redazione online

Berlusconi, parte l’invasione dei Tgultima modifica: 2011-05-20T23:39:44+02:00da
Reposta per primo quest’articolo