La sentenza della corte d’appello di Milano. La presunta vittima: «Una vera vergogna». Il senatore del Pdl era accusato insieme al boss di Trapani Vincenzo Virga (assolto anche lui)
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Marcello Dell’Utri (foto Stefano Cavicchi) |
MILANO – Il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri è stato assolto perché il fatto non sussiste dalla prima corte d’appello di Milano, presieduto dal giudice Marta Malacarne, dall’accusa di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose. Assolto anche il coimputato, il boss mafioso Vincenzo Virga. Quello appena conclusosi è il terzo processo d’appello sulla stessa vicenda e le motivazioni saranno depositate tra novanta giorni. La cassazione infatti nelle scorse settimane aveva annullato con rinvio una precedente sentenza della corte d’appello con la quale i giudici avevano riqualificato l’accusa in minacce gravi e avevano dichiarato la prescrizione. In precedenza, ancora, la cassazione aveva annullato la condanna a 2 anni per estorsione, rimandando il giudizio sempre alla corte d’appello.
LA VICENDA – Il sostituto pg Isabella Pugliese aveva chiesto per Marcello Dell’Utri e per Vincenzo Virga, che era capomandamento di Cosa Nostra a Trapani e che ora sta scontando un ergastolo per fatti di mafia, due anni di reclusione, senza la concessione delle attenuanti generiche. Secondo l’accusa, Garraffa nel ’91 aveva ottenuto una sponsorizzazione per la società di pallacanestro di circa un miliardo e 700 milioni di lire a lui versati attraverso Publitalia, guidata allora da Dell’Utri. Stando alle indagini, nel dicembre del ’91 Dell’Utri avrebbe incontrato Garraffa a Milano e gli avrebbe chiesto di restituire la metà di quei soldi in nero e per minacciarlo gli avrebbe detto: «Ho uomini e mezzi per farle cambiare idea». Di fronte al rifiuto dell’ imprenditore, sempre stando alle indagini, il boss Virga avrebbe incontrato a Trapani Garraffa per minacciarlo, su mandato del senatore del Pdl. Il sostituto pg giovedì aveva chiesto ai giudici di tenere conto anche della condanna a 7 anni per Dell’ Utri, emessa dalla Corte d’Appello di Palermo, per concorso esterno in associazione mafiosa, perché «questo era l’ambiente in cui si muoveva Dell’Utri». E prima della sentenza il sostituto pg, in fase di repliche, ha sostenuto che Virga agiva su mandato di Dell’ Utri «per far vedere che la mafia era interessata al rapporto tra Publitalia e Garraffa».
Il presidente della prima corte d’appello di Milano, Marta Malacarne (Fotogramma) |
«VERGOGNA – «L’assoluzione di Dell’Utri è una sentenza vergognosa, sono deluso, ma come cittadino ed ex parlamentare devo avere fiducia nella giustizia» dice Vincenzo Garraffa l’imprenditore vittima secondo l’accusa della tentata estorsione. Garrafffa è un ex parlamentare repubblicano e lamenta che a Dell’Utri già condannato due volte per altre vicende «si permetta ancora di legiferare e di stare in Parlamento». La difesa della parte civile farà ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione. Lo ha annunciato l’avvocato Giuseppe Culicchia, difensore dell’imprenditore Vincenzo Garraffa, parte civile nel processo. «È una sentenza sorprendente», ha dichiarato il legale, sostenendo che «fino a ora i fatti erano stati riconosciuti accertati e Garraffa considerato un testimone attendibile» mentre «con questa sentenza saremmo costretti a tornare a discuterne».
I LEGALIDEL SENATORE – Dopo il verdetto di assoluzione i legali di Dell’Utri, Pietro Federico e Giovanni Di Peri, esprimono la convinzione che la sentenza di venerdì possa rideterminare anche le sorti del procedimento di Palermo in cui il senatore del Pdl è stato condannato in secondo grado a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. «I giudici della Cassazione non potranno non tener conto di questa assoluzione», hanno affermato gli avvocati, spiegando che l’episodio oggetto del processo milanese, quello della presunta tentata estorsione ai danni di Vincenzo Garraffa, faceva parte del materiale probatorio portato dall’accusa nel procedimento di Palermo.
Redazione online