Situazione tesa a napoli. Rabbia per la decisione della chiusura del cantiere
Al Comune di Cstellammare (Ansa) |
NAPOLI – La decisione di chiudere lo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia fa scoppiare la rabbia dei lavoratori che fanno irruzione nel Municipio, occupano gli uffici del Comune, costringono il sindaco Luigi Bobbio, il vice sindaco, Giuseppe Cannavale, il comandante dei vigili urbani, i capigruppo dei partiti ed alcuni consiglieri comunali a rimanere a lungo asserragliati negli uffici. La rabbia dei lavoratori si trasforma in violenza e gli operai prendono di mira vetri, mobili e suppellettili del Comune che vengono spaccati. Divelti anche i banchi della sala del consiglio comunale.
Davanti al cantiere (Ansa) |
TENSIONE – A queste fasi di estrema tensione si arriva dopo una giornata difficile e convulsa, cominciata in mattinata con il trasferimento a Roma, con sei autobus, di operai di Fincantieri e di aziende dell’indotto, che nella capitale effettuano un lungo, estenuante presidio, sotto la sede di Confindustria, in viale dell’ astronomia, in occasione dell’incontro dell’ osservatorio strategico di Fincantieri con le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm. La situazione precipita quando arriva la notizia della decisione di chiudere lo stabilimento di Castellamare che equivale alla disoccupazione per 640 lavoratori della Fincantieri e per altri 1200 addetti delle aziende dell’indotto. La delusione e la rabbia si trasferiscono nella tarda serata di nuovo in Campania. Gli autobus rientrano infatti a Castellammare ed i lavoratori si accalcano davanti al Municipio. Partono ripetutamente grida, insulti, slogan contro gli esponenti politici locali, accusati dai lavoratori di non avere adeguatamente sostenuto la loro vertenza.