«Occorrono interventi più incisivi soprattutto sulle infrastrutture e sul fisco». Marcegaglia: «Temporeggiare o muoversi a piccoli passi è un lusso che non possiamo più permetterci». Fiat accelera per arrivare al 54% di Chrysler Entro un paio di mesi potrebbe essere esercitata l’opzione sulla quota del Tesoro Usa (6,6%) e del governo canadese (1,7%). Mezza ammissione di Marchionne: “Più aspettiamo, più costa”
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Emma Marcegaglia (Image) |
MILANO – C’è un «mito da sfatare» e cioè quello che «l’Italia vada in fondo bene e che dunque gli imprenditori devono piantarla di lamentarsi». L’Italia «ha già vissuto il suo decennio perduto» in termini di «minore competitività» e di «mancata crescita». Ora «dobbiamo muoverci in fretta. Il tempo è un fattore discriminante». Questo il monito del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, all’assemblea annuale degli imprenditori. «Temporeggiare o muoversi a piccoli passi è un lusso che non possiamo più permetterci. I concorrenti non stanno lì a guardare e le speranze dei giovani non aspettano», aggiunge Marcegaglia. Dall’assemblea annuale di Confindustria la presidente poi avverte: «In un momento così noi saremo pronti a a batterci per l’Italia, anche fuori dalle nostre imprese, con tutta la nostra energia, con tutta la nostra passione, con tutto il nostro coraggio». E infine aggiunge: «Lo Stato? Fa troppo».
RIFORME – «Semplificazioni e liberalizzazioni subito. Infrastrutture subito. Riforma fiscale subito». Marcegaglia rilancia così il pressing per le riforme sul governo. E a «poche ore» dai ballottaggi esprime «un solo auspicio. Se il risultato elettorale finale convincerà governo e maggioranza di avere davanti a se ancora due anni di lavoro la loro agenda deve concentrarsi su un’unica priorità: la crescita».
LAVORO – Sul tema del lavoro «c’è la proposta del ministro Sacconi di un avviso comune tra le parti sociali per costruire un nuovo Statuto dei lavori. Ci sono proposte di una parte riformista dell’opposizione su uno schema di riforma complessiva che considera anche la flessibilità in uscita». Lo sottolinea il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nella relazione all’assemblea annuale, sostenendo che non servono «freni ideologici». «Queste proposte hanno in comune il riequilibrio delle tutele tra i lavoratori troppo garantiti e i giovani dal futuro sospeso. Occorre proteggere i lavoratori dalla perdita di reddito, non dalla perdita del posto di lavoro». È «un problema che – sostiene Marcegaglia – va affrontato senza freni ideologici, con grande serietà. In termini culturali, prima che di appartenenze politiche o di vetusti riflessi condizionati».
FISCO – «Non possiamo nascondere la nostra delusione. Occorrono interventi più incisivi soprattutto sulle infrastrutture e sul fisco». Il leader degli industriali tiene a sottolineare che «la leva fiscale è un potente incentivo per rilanciare lo sviluppo. Per questo – aggiunge la Marcegaglia – la riforma fiscale per noi rimane importantissima». Una riforma fiscale che abbia «obiettivi chiari» e cioè «ridurre insieme le imposte sulle imprese e sui lavoratori; semplificare e dare certezza delle norme; combattere l’evasione fiscale, senza attuare una vera e propria oppressione di controlli su chi le tasse già le paga».
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – Poi la presidente di Confindustria si è soffermata sui rapporti con la pubblica amministrazione: «È in atto un’allarmante corsa in Parlamento per ripristinare barriere all’ingresso, l’inefficienza della burocrazia è un grave impedimento alla crescita. L’amministrazione pubblica interviene sistematicamente nell’ostacolare la vita delle imprese».
«Paid», cioè: «Pagato». John Elkann e Sergio Marchione, entrambi appena sbarcati a Torino in arrivo, rispettivamente, da Washington ( dove ha partecipato all’International advisory council) e da Detroit, si sono presentati all’appuntamento con la presentazione della nuova Lancia Ypsilon, al rinnovato Museo dell’automobile, con spillato su giacca e pullover un megapin a ricordo della giornata storica (24 maggio 2011) vissuta dal gruppo nelle ore precedenti: il saldo anticipato del debito di 7,6 miliardi di dollari con i governi di Usa e Canada, operazione che è valso l’elogio pubblico alla casa italiana da parte di Barack Obama. Fiat e Chrysler, ora, si preparano a diventare un’entità unica.
La novità delle ultime ore, sussurrata ieri nel parterre del museo e sposata anche da Automotive-News , riguarda la possibilità che il Lingotto eserciti, già entro un paio di mesi, l’opzione di rilevare la rimanente quota nelle mani del Tesoro americano (6,6%) e di quello canadese (1,7%). In questo modo, già a fine luglio, la Fiat potrebbe detenere oltre il 54% di Chrysler. Di questa ipotesi sia Elkann sia Marchionne non ne hanno parlato. «Abbiamo una lista di call option che si puo esercitare per le azioni del Tesoro americano. Ma più aspettiamo, più costa», si è limitato a dire l’amministratore delegato (una mezza ammissione, comunque, della necessità di fare in fretta). Sta di fatto che, a far data da martedì scorso, il Lingotto ha un anno di tempo per prendere questa decisione. Che, a questo punto, alla luce anche dell’onda emotiva favorevole (il 3 giugno Obama ringrazieràpersonalmente Marchionne durante la visita allo stabilimento Chrysler di Toledo,nell’Ohio),verrebbe accelerata. Quanto vale la quota ancora in mano ai due governi? Qualcuno azzarda intorno a 400 milioni di euro.
Ecco allora che con l’ulteriore 5% che riporrà nel carniere a fine anno (senza sborsare un dollaro), il Lingotto si presenterà all’appuntamento del 2012 con in tasca il 59% della casa americana. Questo 5% sarà incamerato al momento della disponibilità sul mercato Usa, in dicembre, della berlina Dodge in grado di percorrere, grazie alla tecnologia torinese, almeno 40 miglia con un gallone di benzina. Cinquantuno o 59%, la Fiat continuerà a crescere con la prospettiva di accaparrarsi, da qui al 2016, fino al 76% della casa di Auburn Hills. Nel frattempo, da mercoledì 1 giugno, i conti di Chrysler verranno consolidati da Fiat, la cui partecipazione è nel frattempo passata dal 30 al 46 per cento. La prima trimestrale che vedrà i conti tutt’uno sarà la terza, quella cioè in agenda per l’approvazionedel cda diTorino il prossimo 27 ottobre.
Alcuni analisti si stanno esercitando a immaginare il dato di fine anno di Fiat-Chrysler relativo ai soli sette mesi: il gruppo italo-americano, sempre più prossimo alla fusione, dovrebbe totalizzare tra 1,7 e 2 miliardi di utile operativo e chiudere l’anno con oltre 4,1 milioni di automobili vendute. Un impatto maggiore, ovviamente, si avrà solo dal 2012 quando il consolidamento sarà a regime. E lo sbarco in Borsa? «La quotazione di Chrysler- ha risposto Marchionne – dipende dalla volontà del fondo pensioni Veba di monetizzare la propria quota e dalle condizioni del mercato. Non dipende da noi». Piazza Affari, intanto, ha accolto con favore le notizie positive provenienti dagli Stati Uniti. Fiat è così salita del 3,2%, a 7,12 euro, tra scambi intensi: ieri sono passati di mano oltre 28 milioni di pezzi, pari al 2,5% del capitale. Più indietro, invece, la cassaforte Exor che ha chiuso con un +0,26% a 22,8 euro. Prima di lasciare il museo, Marchionne si è tolto un sassolino dai mocassini. Destinatario dello stoccata il gruppo Volkswagen.
Sulla concorrenza che la piccola Up farà alla nuova Fiat Panda, entrabe in vetrina mondiale al prossimo Salone di Francoforte, Marchionne ha risposto così: «Tengo sempre sulla scrivania la foto della Phaeton (il modello di alta gamma di Wolfsburg rivelatosi un flop) per tenere a mente quello che non devo fare».
Redazione online
Pierluigi Bonora
Salve,
siamo la redazione di Uniroma Tv. Dato il tema del suo blog pensiamo le possa interessare il servizio da noi realizzato che si è incentrato sull’assemblea organizzata da Roma in Action, per rimpesare la città di Roma,a poche settimane dall’Assemblea Capitolina in cui sarà presentato il bilancio 2011.
Al seguente link potrete trovare il nostro servizio:
http://www.uniroma.tv/?id=18870
Grazie!
A presto!