AMMINISTRATIVE, SECONDO TURNO: Al voto 13 comuni capoluogo e sei province. Il centrosinistra conquista Milano e Napoli, ma anche Trieste e Cagliari. Grande festa all’ombra del Duomo
MILANO – Giuliano Pisapia e Luigi de Magistris sono i nuovi sindaci di Milano e di Napoli. Lo spoglio delle schede, ormai avviato a conclusione, conferma i dati già emersi dalle proiezioni Ipr Marketing per la Rai e, prima ancora, dagli «intention poll» di Sky Tg 24. A Milano lo spoglio di 1109 sezioni su 1.252 vede il candidato del centrosinistra al 55,15% e Letizia Moratti ferma al 44,85; a Napoli dopo 800 sezioni scrutinate su 886,Luigi De Magistris è al 65,2% e Gianni Lettieri al 34,79%.
«INIZIAMO A SORRIDERE» – «Si può davvero iniziare a sorridere, a dire che la campagna elettorale è terminata» ha detto a Rainews 24 Maurizio Baruffi, portavoce del candidato sindaco Giuliano Pisapia. Baruffi ha ringraziato i cittadini milanesi e ha parlato di vittoria di una «grande battaglia contro le menzogne e le diffamazioni». I supporter di Pisapia si erano riuniti fin dal primissimo pomeriggio in Piazza Duomo per assistere allo spoglio dei risultati dal maxischermo. Ed è esploso in un fragoroso applauso quando è arrivata la notizia che annunciava, a metà dei seggi scrutinati, il vantaggio di 10 punti dell’avvocato sul sindaco uscente. Un risultato che certificava di fatto il cambio della guardia a Palazzo Marino. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha già chiamato al telefono Giuliano Pisapia per complimentarsi con lui: «Sei stato bravissimo. A Milano è una grande vittoria». E anche Letizia Moratti si è congratulata con l’avversario, rendendosi disponibile «se lui lo vorrà», ad un passaggio di consegne che consenta al nuovo primo cittadino di prendere in mano fin da subito i temi caldi dell’amministrazione cittadina. «Mi ha fatto piacere la sua telefonata – ha detto poco dopo lo stesso Giuliano Pisapia – e si è detta pronta a collaborare per la città. Anche questo è il segnale di una nuova stagione che si apre».
CAGLIARI, TRIESTE E NOVARA – Ma non ci sono solo Milano e Napoli, tra i principali capoluoghi, a segnare il successo del centrosinistra in queste elezioni. A Cagliari Massimo Zedda è riuscito a strappare la città al centrodestra battendo Massimo Fantola con il 58,2% contro il 41,7%. Lo stesso Fantola ha già chiamato l’avversario per congratularsi con lui per il risultato. Anche a Trieste va segnalata la vittoria del centrosinistra: Roberto Cosolini, del Pd, è al 57,11% contro Roberto Antonione, del Pdl, al 42,89%. Il centrosinistra strappa pure il sindaco di Novara al centrodestra: quando resta da scrutinare una sola sezione su 91, il candidato del centrosinistra Andrea Ballarè al ballottaggio ha il 52,89% dei voti contro il 47,11 di Mauro Franzinelli.
BONDI RIMETTE IL MANDATO – La sconfitta è stata particolarmente dirompente per il centrodestra. E quando il risultato è stato inequivocabile, è arrivata la notizia del ministro Sandro Bondi deciso a dare le dimissioni da coordinatore nazionale del Pdl. «Valutati i risultati elettorali intendo rimettere il mio mandato di coordinatore nelle mani del presidente Berlusconi – ha detto Bondi -. Ritengo che da questo momento il presidente Berlusconi debba ricevere non solo la più ampia fiducia e solidarietà ma soprattutto la assoluta e incondizionata libertà di decisione e di iniziativa per quanto riguarda il futuro del partito».
«LA LEGA HA FATTO IL SUO DOVERE» – «La Lega ha fatto il suo dovere, un partito che è una assicurazione dei cittadini» aveva detto il elader del Carroccio Umberto Bossi, parlando con i giornalisti dopo aver votato a Milano nella tarda mattinata di lunedì. «Non poteva far sì che si costruissero le mosche a Milano – ha aggiunto – e che qualcuno dicesse che la Lega non ha rischiato e non si è presentata: noi ci siamo presentati». Uscendo dalla cabina numero 1, il Senatùr ha poi fatto il gesto di inserire la scheda nell’urna, ripetendo «Moratti, Moratti». A Ignazio La Russa, che in una intervista ha affermato che a Milano al primo turno sono mancati i voti della Lega, il numero uno del Carroccio ha risposto con una battuta. «Siamo stati gli unici che in qualche modo siamo andati in strada – ha detto Bossi sorridendo – va bè che La Russa è da solo e quindi anche se va in strada non lo vede nessuno».
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