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L’Onu: «Sono annegate 150 persone ma nessun recupero delle salme»

Le condizioni meteo impediscono operazioni di soccorso, ci sarebbero altri 200 dispersi. In un primo momento si è perlato di salme ripescate nel Mediterraneo, ma poi Tunisi ha smentito

TUNISI – I 150 clandestini naufragati al largo della Tunisia giovedì, i cui corpi senza vita risultavano secondo alcune fonti «recuperati» sulla costa, sono da considerarsi al momento «annegati». È quanto si afferma l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati in un comunicato in cui si precisano le informazioni diffuse in precedenza sulla vicenda. In un primo momento infatti la croce rossa tunisina aveva parlato di 150 corpi recuperati in mare. In particolare Moez Barkallah, coordinatore della croce rossa tunisina rossa aveva spiegato alla France Presse che 123 corpi erano stati recuperati e portati all’obitorio di Sfax. Contattato di nuovo dall’agenzia di stampa, dopo la smentita ufficiale, Moez Barkallah si è mostrato meno sicuro sostenendo che non si trattava di informazioni ufficiali e che lui non aveva visto in prima persona i corpi nell’obitorio. Ieri sera, dopo una giornata in cui conferme e smentite sulla vicenda si sono inseguite, la nota dell’Unhcr ha chiarito che i clandestini sono annegati, ma non recuperati.

IL NAUFRAGIO – La nave che si è rovesciata al largo delle coste tunisine, mentre era carica di migranti in fuga dal conflitto in Libia. Si tratta con tutta probabilità dello stesso natante andato a picco giovedì al largo dell’isola di Kerkennah e sul quale l’Autorità portuale tunisina aveva lanciato l’allarme. Le ricerche sono ancora in corso e il bilancio è provvisorio. I dispersi sono ancora 200.

SOPRAVISSUTI – Il peschereccio, diretto a Lampedusa con a bordo circa 800 persone, era entrato in avaria a una quarantina di chilometri dall’isola tunisina di Kerkennah, ma le cattive condizioni meteorologiche avevano ritardato le operazioni di soccorso. È stata la guardia costiera tunisina a dare notizia del naufragio, giovedì, confermando appunto di aver ripescato 587 persone. Un portavoce dell’Onu ha detto che «si sa che tra loro c’erano molte donne e bambini». I sopravvissuti sono stati portate in campi per i rifugiati per essere assistiti. L’incidente, ha detto il portavoce, «sembra uno dei peggiori e più gravi per numeri di morti tra quelli accaduti quest’anno nel mar Mediterraneo».

CHANCE – «Il mare mosso impedisce i soccorsi, il massimo che possiamo sperare è di riuscire a ripescare i cadaveri sabato mattina» ha dichiarato il colonnello Tahar Landoulsi, capo della guardia costiera di Sfax, nel sud della Tunisia. «Abbiamo pochissime chance di trovare sopravvissuti», ha tagliato corto il colonnello.

PANICO – Gli ottocento a bordo della nave naufragata mercoledì erano in massima parte sub-sahariani, ma anche asiatici, partiti dalla Libia. Il motore del barcone è andato in panne a 36 chilometri dalle isole tunisine Kerkennah. Il mare grosso ha impedito alle unità della Guardia costiera e dell’esercito tunisino di avvicinarsi. Il panico ha quindi assalito i clandestini quando hanno visto che le operazioni di soccorso e trasbordo andavano a rilento in quanto a fare la spola erano solo i gommoni Zodiac. Fra i 570-580 migranti evacuati, c’erano 9 bambini piccoli, 91 donne e 470-480 uomini stando alle autorità. Di questi, circa 200 erano nigeriani. Alcuni feriti e due donne incinta sono state ricoverati all’ospedale di Sfax. Due dei migranti tratti in salvo sono deceduti; gli altri sono stati trasferiti nel campo profughi presso il confine tunisino-libico, a oltre 300 chilometri da Sfax.

Redazione online

L’Onu: «Sono annegate 150 persone ma nessun recupero delle salme»ultima modifica: 2011-06-03T23:43:38+02:00da
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