Il miracolo in Romagna. Si pagano 60 euro l’anno e si partecipa alla vita del club: l’hanno fatto in ottocento, trascinando con entusiasmo la squadra fino a giocare fra i professionisti
In Romagna c’è un calcio fatto dal basso, dai tifosi. Un calcio che vince. Due anni fa, il Santarcangelo divenne l’unica squadra in Italia gestita dai tifosi sul web. Oggi, per la prima volta in 85 anni di storia, giocherà tra i professionisti. Qualche chilometro più in là, nel 2004, il Cervia fu protagonista del reality “Campioni”. A scegliere i giocatori erano i telespettatori. A Santarcangelo, invece, i tifosi si iscrivono al sito, pagano una quota annuale di 60 euro e diventano soci: suggeriscono la formazione, danno consigli di mercato, sono parte della società. Altro che Fantacalcio, qui se la giocano ottocento fan-manager: sotto la loro guida, il club festeggia la sua prima volta in LegaPro.
Santarcangelo di Romagna, 21mila abitanti nell’entroterra riminese, dà i natali a pittori, scrittori, comici: gli ultimi, Fabio De Luigi e Daniele Luttazzi. Lo sport sfiora il borgo senza toccarlo, come fa Arrigo Sacchi, che a inizio carriera discende la via Emilia da Cesena a Rimini, solo costeggiandolo. Il Santarcangelo Calcio nasce nel 1926, ma vive fra i dilettanti. Poi la svolta. A luglio 2009 l’accordo con l’As SquadraMia, per un progetto di azionariato popolare via web: un successo, 1350 sottoscrizioni. Poi, fa 77 punti, 4 più del Teramo, nel girone D della Serie D 2010-11. Lo vince e per la prima volta guadagna la LegaPro 2ª Divisione, la vecchia C2. Un risultato festeggiato con particolare enfasi dai tifosi che del Santarcangelo sono soci, o meglio, presidenti, perché “per noi sono tali”, puntualizza il ds Oberdan Melini. Presidenti virtuali, ma anche uno più tradizionale, Roberto Brolli.
“Speriamo – spiega – che il successo sportivo faccia da traino al progetto”, che oggi conta 800 soci, cento provenienti da 21 paesi di tutto il mondo, come Usa, Canada, Olanda. Su un forum interagiscono con allenatore, presidente e ds; suggeriscono l’undici da schierare e i colpi di mercato. Guardano partite e allenamenti online, pensano al merchandising. Quest’estate, i talenti segnalati dai soci parteciperanno a uno stage per guadagnare un posto in squadra. Un modello di “calcio social” di cui ci sono solo altri due esempi: gli inglesi dell’Ebbsfleet United, 27mila utenti che pagano 35 sterline sul sito MyFootballClub; e i tedeschi del Fortuna Köln, 12mila soci. Brolli ha in mente un triangolare, in Romagna, fra le tre squadre: “Porterebbe in città gente da tutta Europa”, commenta. In effetti, SquadraMia è anche turismo: la società propone ai soci pacchetti-vacanza, con ristorante, albergo e biglietto per la partita. “Per l’ultima di campionato avevamo 80 presidenti sugli spalti, alcuni ci seguono ovunque”, racconta il presidente.
In panchina siede Giuseppe Angelini, vice di Bisoli a Cesena. “Ascolto i suggerimenti dei soci, ma la formazione la decido io”, ammette. Anche sul mercato, ultima parola al ds Melini, “soprattutto ora, in LegaPro. Ma gli stage fanno emergere nomi”. E il futuro? “L’agenzia di comunicazione Publicopy di Rimini promuoverà il progetto – dice Brolli -. Curerà marketing, concorsi, sito”. “Vogliamo crescere – gli fa eco Melini – perché l’esperienza è stata positiva, inutile negarlo, anche per l’aspetto economico”.
LUCA BORTOLOTTI