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In albergo con la fidanzata di 26 anni. Il Brasile esclude una crisi con l’Italia

Potrebbe trasferirsi dal suo legale a San Paolo. Ma il sogno è Rio, con la sua “namorada”. Battisti libero: dipendente dagli antidepressivi, ora aspetta le figlie dalla Francia. L’ex terrorista, scarcerato dalla corte suprema brasiliana, si è trasferito a San Paolo e ha chiesto un soggiorno permanente. Napolitano: “Lesi gli accordi”. Ma il ministro degli Esteri Patriota: la decisione non avrà ripercussioni sui rapporti bilaterali

BRASILIA – Recluso in un albergo della capitale assediato dalle telecamere, senza documenti anche solo per poter salire su un aereo, mentre lavora tuttora a pieno ritmo l’efficiente équipe di avvocati e lobbisti brasiliani che è riuscito a evitargli l’ergastolo in Italia. Il primo giorno di Cesare Battisti libero e impunito è in realtà l’ultimo della sua lunga fuga dalla giustizia italiana, iniziata nel 1981 con un’evasione dal carcere di Frosinone. Esattamente trent’anni fa. Serve un permesso di soggiorno per non commettere altri reati in Brasile, «la mia nuova patria», come l’ha definita la scorsa notte, appena ha respirato l’aria fresca e secca dell’altopiano di Brasilia. «Problemi? Non credo proprio – si è vantato il suo legale Luis Roberto Barroso -. Battisti ha avuto la parola del presidente di questo Paese, il resto è piccola burocrazia».

Dal penitenziario di Papuda l’ex terrorista è uscito a mezzanotte e pochi minuti, tre ore dopo la sentenza del Tribunale supremo che ha respinto le richieste italiane. Camicia bianca appena stirata, il solito sguardo di sfida, spettinato ma senza un solo capello bianco a 56 anni, look curato in quattro anni e rotti di prigione. Battisti infine salvato dalla lobby giuridico-politica che è di casa nelle stanze dei bottoni di Brasilia. In carcere, non a caso, è andato a prenderlo l’altro suo avvocato di peso, Luiz Eduardo Greenhalgh, amico personale di Lula dagli anni del sindacato militante. Sua la strategia, lunga ma efficace, di trasformare l’ex banditello di provincia, poi pluriassassino «politico», in un perseguitato; convincere il governo brasiliano di aver davanti un romantico perdente del sogno rivoluzionario, inseguito oggi da una giustizia vendicatrice, per usare le parole delle sue arringhe. Greenhalgh lo ha prima portato in un appartamento della periferia di Brasilia, poi all’alba nell’hotel Manhattan Plaza. Attende i documenti nuovi e l’arrivo dalla Francia delle due figlie Valentina e Charlene, e della scrittrice Fred Vargas, amica e animatrice delle campagne a suo favore. Nel giro di un paio di settimane dovrebbe giungere dal ministero della Giustizia un visto di permanenza definitiva per ragioni di lavoro, come spiega la richiesta consegnata ieri. Battisti non ha rilasciato dichiarazioni, ma potrebbe farlo nei prossimi giorni per ringraziare il Brasile. Difficilmente parlerà all’Italia e ai familiari delle sue vittime: non lo ha mai fatto, e mai ha ammesso responsabilità nei quattro omicidi per i quali è stato condannato.

Da Brasilia, Battisti potrebbe muoversi in qualunque momento a San Paolo, forse a casa dello stesso Greenhalgh, per sfuggire all’attenzione dei media. Infine rimarrà solo, o con la ragazza di 26 anni che in questi anni di carcere è stata considerata la sua namorada, la fidanzata. Battisti ha conosciuto Joice Lima nelle notti perdute di Copacabana, poco prima di essere catturato. In piena paranoia da fuga, senza soldi e sotto l’effetto di droghe, fino alla telefonata imprudente diretta in Francia che verrà intercettata nel marzo 2007 e porterà alla sua cattura. Joice coinvolta in una storia probabilmente immaginaria, raccontata a un giornale brasiliano un anno dopo: «La polizia francese mi seguiva da quando sono arrivato in Brasile, ogni volta che cambiavo casa si piazzavano in un appartamento vicino. Alla fine hanno persino pagato Joice per spiarmi», raccontava alla rivista Piauì. Poi, in carcere, Battisti deve avere cambiato idea, perché la ragazza ha cominciato ad andare a trovarlo a Brasilia, quasi tutti i mercoledì, a partecipare alle manifestazioni in suo appoggio, ed è diventata namorada ufficiale. Con la quale vorrebbe andare a vivere definitivamente a Rio e riprendere a scrivere, liberandosi dalla dipendenza degli antidepressivi che ha preso abbondanti negli anni in cella. I suoi gialli sono stati tradotti in portoghese e gli amici non mancano. In questi anni hanno scritto a suo favore giuristi di sinistra e reduci dalla lotta contro la dittatura militare. Il leit motiv sempre lo stesso, la presunta equivalenza tra il terrorismo in Italia e la militanza contro il regime che governava il Brasile negli stessi anni. Battisti giura che non si occuperà mai più di politica. Per l’ex latitante, la terra che lo accoglierà diventerà comunque una grande prigione, perché non potrà mettere piedi fuori dal Paese pena il rischio di essere catturato dall’Interpol. Almeno fino a quando i suoi reati non verranno prescritti definitivamente anche in Italia, e non mancano molti anni.

La liberazione di Battisti ha avuto ampia eco in Brasile, con commenti in gran parte negativi sulla stampa. Poche parole, ed evasive, dal governo di Dilma Rousseff, che ha ereditato suo malgrado la patata bollente dal predecessore Lula. La Rousseff, in campagna elettorale, aveva detto di non essere d’accordo con la protezione a Battisti, ma oggi non può fare nulla contro la decisione del Tribunale supremo. «Le decisioni della Corte si rispettano e non si discutono», si è limitata a dichiarare ieri la presidente. Diplomazia assoluta anche al ministero degli Esteri, dove le dure reazioni italiane sono minimizzate. «Non esiste alcuna crisi tra i due Paesi. Questa è solo la percezione italiana», si è limitato a riferire un portavoce.

Rocco Cotroneo

Cesare Battisti si è trasferito da Brasilia a San Paolo, dove intenderebbe stabilire la sua residenza. A riferirlo è stato il senatore del Partito dei lavoratori, Eduardo Suplicy, che non ha specificato dove abbia preso alloggio l’ex terrorista italiano di cui il Brasile ha negato definitivamente l’estradizione. Battisti è stato accompagnato dal suo avvocato Luiz Eduardo Greenhalgh, secondo quanto dichiarato dal deputato della maggioranza di governo al sito del settimanale Veja, e ha già presentato una richiesta al ministero del Lavoro per ottenere un visto che gli consenta di restare in Brasile. Una decisione potrebbe essere presa il 22 giugno, quando si riunirà il Consiglio nazionale per l’emigrazione chiamato a pronunciarsi sui visti per “situazione particolari”. Fonti vicine alla difesa di Battisti hanno fatto sapere che è probabile che l’ex militante dei Proletari armati per il comunismo si stabilisca a San Paolo, dove si trova anche la sede della casa editrice che pubblica i suoi libri, la Martin Fontes.

Intanto, continuano le polemiche sulla decisione della Corte suprema di Brasilia. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha parlato di un atto che “assume un significato gravemente lesivo” del rispetto dovuto sia agli accordi tra Italia e Brasile sia “alle ragioni della lotta contro il terrorismo condotta in Italia”. Sconcerto e indignazione sono stati espressi da tutte le principali cariche dello Stato italiane. E il ministro degli Esteri Franco Frattini ha assicurato che l’Italia ricorrerà al al Tribunale internazionale dell’Aja.

Dal Brasile, il ministro degli Esteri Antonio Patriota ha escluso che la mancata estradizione di Cesare Battisti possa portare a una crisi nei rapporti con l’Italia. “Esiste una chiara intesa” tra le autorità dei due Paesi che la decisione non avrà ripercussioni sui rapporti bilaterali. Marco Aurelio Garcia, consigliere di politica estera del presidente Dilma Rousseff, ha affermato che per il suo Paese la questione è superata “con la decisione sovrana del Tribunale supremo federale”, anche se “l’Italia ha tutto il diritto di fare ricorso”. L’ex presidente brasiliano, Inacio Lula da Silva non ha voluto invece dir nulla sul definitivo no all’estradizione in Italia. “Non commento le decisioni del Tribunale supremo federale”.
Lo scorso 31 dicembre, nell’ultimo giorno della sua presidenza, Lula ha respinto l’estradizione di Battisti richiesta dell’Italia, decisione poi ribadita dal suo successore, l’attuale presidente Dilma Rousseff.

In albergo con la fidanzata di 26 anni. Il Brasile esclude una crisi con l’Italiaultima modifica: 2011-06-10T10:42:06+02:00da
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