«SERVE UN’INFORMATIVA DI RISCHIO». I telefonini sempre localizzati. E avverte «I giudici esercitino il loro ruolo sempre e solo nei processi»
ROMA – «Con gi smartphone ognuno di noi è, quasi sempre inconsapevolmente, un Pollicino che ha in tasca il suo sacchetto di sassolini bianchi che escono uno ad uno per segnarne gli spostamenti». Lo ha detto il presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali Francesco Pizzetti, nella relazione annuale. «I rischi connessi agli smartphone e alle loro applicazioni derivano essenzialmente dal fatto che i nostri telefonini sono costantemente localizzati, e che il gran numero di dati e informazioni in essi contenuti, dalle rubriche telefoniche all’agenda, dalle foto alle annotazioni, possono essere conosciuti, trattati, conservati, utilizzati da soggetti dei quali non abbiamo consapevolezza né controllo». Per questo per il presidente serve una «informativa di rischio» simile a quelle dell’usa dei farmaci o sui pericoli dell’eccessiva pubblicità.
LA RETE – In rete il rischio, soprattutto per i giovani, è che «ciascuno diventi allo stesso tempo il potenziale controllore e il possibile controllato, il cacciatore e la preda» dice ancora il presidente Pizzetti presentando al Parlamento una relazione molto attenta ai giovani e alle nuove tecnologie. «Il pericolo di diventare preda è particolarmente alto per i minori che, anche giovanissimi, utilizzano le tecnologie più degli adulti, spesso senza avere adeguata consapevolezza delle conseguenze».
I RISCHI DELLA CLOUD – Il presidente Pizzetti ha evidenziato anche le criticità del «cloud computing» o «l’Internet sulle nuvole». «Le tecnologie cloud consentono di trattare e conservare i dati su sistemi dislocati nelle diverse parti del pianeta e sottoposti, nella loro inevitabile materialità, a molti rischi, da quelli sismici a quelli legati a fenomeni di pirateria, non solo “informatica”, o ad atti di terrorismo o a rivoluzioni imprevedibili». Il Garante per la protezione dei dati personali ha esaminato le principali criticità e ha messo a punto un documento consegnato in Parlamento con le prime indicazioni che possono aiutare società private e pubbliche amministrazioni a valutare gli eventuali rischi e le possibili conseguenze derivanti dall’adozione dei servizi cloud.
GIUDICI E PROCESSI – Dito puntato sul ruolo dei giudici e dei giornalisti. Nella sua relazione Pizzetti ha sottolineato che «molto di più e di meglio può essere fatto in Italia, per dare autorevolezza alla libertà di stampa, alla giustizia e alla politica. Sono necessarie però alcune condizioni di fondo. La prima, che i giudici esercitino il loro ruolo sempre e solo nei processi». Il Garante rimarca poi che «anche le persone pubbliche devono avere la garanzia di processi in tempi ragionevoli e compatibili con le esigenze di giustizia, e allo stesso tempo devono accettare di rendere conto dei loro comportamenti ai cittadini e agli elettori nel dibattito pubblico». La terza condizione è che i giornalisti «rispettino rigorosamente le responsabilità dei principi della loro professione».
IL RUOLO DEL GARANTE – «Il nostro sforzo è orientato a proteggere più che a vietare, a mettere tutti, cittadini, istituzioni, imprese, organizzazioni sociali e culturali, di fronte ai mutamenti del nostro tempo, aiutandoli a comprendere i fenomeni in atto e a essere più consapevoli dei rischi delle nuove tecnologie» spiega Pizzetti che individua anche nuove «intollerabili forme di violenza» come il telemarketing e l’invasione di fax promozionali e annuncia «sanzioni pesanti in violazione della nuova normativa»
Redazione online