Per la prima volta la copertina di Vogue Italia è dedicata alle “Belle vere”: donne con curve morbide, cellulite e un po’ di pancetta! E il “Curvy Style” finalmente prende piede sulle passerelle, scacciando il rachitismo ereditato da Twiggy.
Le curve non sono pericolose, anzi: se si parla di passerelle, sono tutto tranne che dangerous!
In un’era dominata dall’incubo dell’anoressia, dove il pelle-e-ossa style è il mostro contro cui lottano tante madri di teenager troppo influenzate dai canoni estetici da sfilata, lo stile “tutto curve” è da salutare come una benedizione.
E ad accoglierlo a braccia aperte c’è Vogue Italia, vera Bibbia del Fashion internazionale che ha deciso di battersi contro l’anoressia dilagante.
Se già il sito di Vogue aveva lanciato un canale creato ad hoc per le donne che vivono le proprie rotondità con naturalezza, se già la direttrice editoriale Franca Sozzani aveva promosso nel suo blog una raccolta di firme versus i siti “pro ana”, quelli cioè che promuovono l’anoressia come un modello di bellezza a cui ispirarsi), il vero traguardo arriva ora: per la prima volta nella sua storia, Vogue dedica la copertina del numero di giugno alle “Belle vere”.
Niente costole sporgenti, addio alle taglie 38, scordatevi fianchi e seni praticamente inesistenti: le modelle immortalate dall’obiettivo di Steven Meisel sono femmine di nome e di fatto, caratterizzate da linee morbide, seni prosperosi, fondoschiena abbondanti e, perché no, cellulite e pancetta!
Il tutto conferisce loro una sensualità d’altri tempi, che si spera diventi anche la sensualità dei nostri tempi.
Tara Lynn, Candice Huffine e Robyn Lawley, le tre indossatrici che hanno posato in lingerie mostrando orgogliose le proprie carni abbondanti, non hanno semplicemente partecipato a un servizio fotografico, bensì si sono battute per una causa che va oltre il Fashion.
Sradicare dalle passerelle le misure rachitiche delle varie Twiggy e Veruschka, le icone della moda Anni Sessanta fatta di corpi androgini e scheletrici, non è facile, anche se ad estrometterle gradualmente ci hanno pensato gli Anni Ottanta e Novanta.
Da Naomi Campbell a Cindy Crawford, passando per Eva Herzigova e Claudia Schiffer, gli stilisti hanno incominciato a preferire sempre di più corpi sì snelli, ma tonici e con delle forme.
Eppure, nonostante i nuovi sex symbol portino i nomi (e i décolleté) di Monica Bellucci e Dita Von Teese, la magrezza esagerata è sempre in agguato, pronta a mietere vittime giovanissime e indifese.
Speriamo che questo sia il primo passo verso un cambiamento di costumi.
Costumi che non contemplino mai più la taglia XXS.
Camilla Sernagiotto
L’equilibrio nel giudizio è come sempre la miglior cosa. Di fronte a disfunzioni ghiandolari, problemi alimentari o altre patologie che rendono insicura una donna, gli interventi di liposcultura posso ridare un’esistenza più felice.
No ai modelli esagerati “a la Twiggy”, si al benessere con sè stessi.